40. Mitsuki

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Il clima caldo e afoso di Ignira non sembrò risparmiare un gelido brivido al corpo rigido di Katsuki. La presa delle sue mani si era fatta dolorosamente ferrea sulle squame di Eijiro, le dita dolevano contro la superficie quasi tagliente, ma forse sperava incosciamente che quel lieve fastidio potesse destare la sua mente dai ricordi spiacevoli, mentre i suoi occhi vagavano persi sul territorio sotto di loro.
Kirishima volava alto, manteneva una quota stabile che consentisse ad entrambi di perlustrare il territorio.

Erano passati due mesi da allora, la terra sembrava ridestarsi lentamente dalla sua tetra aridità, Bakugo poteva percepire il lento flusso di energia che si diramava in quella regione morta, come un fiume che, lentamente, scavava il suo letto. Il terreno una volta secco iniziava a dar vita ai primi germogli, piante dai rami scuri e dalle foglie quasi dorate, che sembravano sposarsi perfettamente con la terra scura, quasi nera. I vulcani svettavano maestosi, la superficie arida lasciata dalla lava iniziava a coprirsi di vegetazione, piante dagli aspetti unici, mai viste nei tre regni e tra queste anche le variopinte draconis ignis.

C'era quasi una pace sospesa, Ignira sembrava lentamente riacquistare quella maestosità di un tempo, quell'equilibrio tra la sua vegetazione in contrasto con i fiumi di lava, circondata dall'anello di vulcani che rendeva il territorio una culla, ora come ora, protetta e di pace.

Il terrore cieco che attanagliava il petto di Katsuki si scontrava violentemente con lo stupore di Eijiro. Non aveva mai potuto ammirare lo splendore che risiedeva nella terra dei draghi, non aveva avuto la possibilità di venire a contatto con le sue radici fino a quel momento e fu quasi grato con se stesso per aver convinto Bakugo a volare fin laggiù.

Sorvolarono la capitale, Caras'dur, gli scheletri di imponenti palazzi in pietra lavica sembravano guardarli con malinconia, spettro di una città un tempo ricca e potente, circondata da mura diroccate. I resti dei centri abitati si espandevano verso l'esterno con strade curve e sinuose e al centro della capitale svettava l'imponente palazzo reale.

Come dimenticarlo?

Pensò con amarezza Katsuki al ricordo di Fergus che sedeva sprezzante su quel trono non destinato a lui.

Vuoi fermarti qui?

La voce di Eijiro si insinuò nella sua mente come una carezza, destandolo dai suoi cupi pensieri.

«...voglio perlustrare tutto il territorio prima, se non troveremo nient'altro torneremo qui» fu difficile formulare la frase, si accorse solo allora del magone alla gola che quasi lo soffocava.

Non sapeva se erano state le parole di Takami a condizionarlo, ma l'idea di essere così vicino a qualcosa che riguardasse il suo passato lo riempiva di sensazioni contrastanti. Da una parte la voglia, la necessità di sapere ogni cosa e dall'altra il terrore, l'assoluta mancanza di idee che gli impedivano di prevedere qualcosa, qualunque cosa.

La sua mente non riusciva a figurare nessuno scenario, la soffocante sensazione di andare contro l'ignoto era così travolgente che neppure le parole di Eijiro, in un primo momento, sembrarono riuscire a penetrare la foschia della sua testa.

-tsuki!... Katsuki!

Si ridestò improvvisamente, i suoi sensi tornarono al territorio che li circondava, prima di rivolgere la sua attenzione su Eijiro. Si stavano dirigendo verso occidente, Ignira sembrava sempre più spoglia man mano che si allontanavano dal Confine della Pace.

«si... si ci sono - borbottò - che succ-» si interruppe improvvisamente.

Eijiro perse quasi il controllo quando la sensazione di una scarica elettrica colpì il legame. Katsuki artigliò le sue squame e le unghia quasi sanguinarono mentre i suoi occhi si facevano vuoti.

The legend of dragons || KiribakuWhere stories live. Discover now