20. Arti magiche

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Benché Katsuki fosse tornato a dormire nel cuore della notte, si ritrovò nuovamente sveglio quando i primi raggi del sole iniziavano ad illuminare l'arida Leurann. Non aveva più sonno nonostante le pochissime ore di riposo, la stanza era ancora buia quando si mise a sedere sul letto e istintivamente i suoi occhi si volsero verso Eijiro che, ancora dormiente, aveva un'espressione accigliata.

Ma come biasimarlo?

Nemmeno i suoi sogni erano stati tranquilli, in realtà non sapeva neanche lui perché lo avessero inquietato tanto, stavolta non era stato proiettato ad Ignira, non aveva visto Fergus, ma forse proprio il fatto di non avere idea di cosa avesse visto lo spaventava.

Erano immagini confuse, volti sfocati, qualcuno parlava e si sentivano risate in lontananza insieme a forti ruggiti di draghi. Una voce femminile aveva pronunciato il suo nome, era lontana, sconosciuta e infine, il chiasso attorno a lui era cessato, lasciando spazio al silenzio e a dei singhiozzi.

Mi dispiace.. t-ti prego... scusami

Si era svegliato di soprassalto, quelle parole sussurrate al suo orecchio gli erano sembrate così vivide da fargli accaponare la pelle.

Così infine si era alzato dal letto, non prima di aver lanciato un ultimo sguardo a Kirishima, e aveva ripercorso le scale il più silenziosamente possibile.

Si sorprese di non trovare Tokoyami al piano di sotto, ma l'assenza di Dark Shadow gli suggerì che lo stregone non fosse in casa; non che gli dispiacesse, anzi, avere conversazioni circa la guerra imminente e i suoi strani poteri era l'ultima cosa che voleva quella mattina, quindi si limitò ad uscire dalla porta e sedersi allo stesso posto della sera prima.

Il cielo era ancora cupo, si potevano scorgere, attraverso gli alberi, le chiare sfumature arancioni dell'alba. Il bosco appariva come sempre silenzioso e malinconico mentre una brezza fredda soffiava tra le cime spoglie. Stavolta non c'era il piacevole calore del fuoco a riscaldare Bakugo, la legna della sera prima era fredda e scura, coperta dalla cenere chiara che veniva lentamente trascinata via dal vento.

Si limitò ad osservare l'ambiente circostante, la terra arida, i tronchi scuri, respirò l'aria mattutina cercando di placare il fastidioso senso di irrequietezza e rabbrividì all'umidità che colpiva la sua pelle, avrebbe dovuto portare con sé il mantello.

Si perse così nei suoi pensieri e provò uno strano senso di nostalgia ricordando i mesi precedenti, il suo vagare tra le terre senza una meta, scoprendo Idreria lentamente, conoscendo storie, culture tradizioni, e ancora pensò alle serate in taverna, sentendo persino la mancanza di Asui che gli domandava dei suoi viaggi, delle birre bevute con Midoriya o di Kaminari e Sero, non sapeva se fossero dei banditi di poco conto o dei semplici viaggiatori, ma non poteva negare che la loro compagnia talvolta rallegrava le sue pause da quei lunghi tragitti giornalieri.

Visto com'erano andate le cose, la sua vecchia vita gli mancava terribilmente, ma se c'era una cosa che non rimpiangeva assolutamente..

Sobbalzò sentendo il suo mantello poggiarsi sulle spalle e con la coda dell'occhio vide Eijiro sedersi di fianco a lui.

Accennò un sorriso

...era l'aver incontrato Kirishima.

«buongiorno» sussurrò il rosso con sguardo assonnato e Katsuki si voltò verso di lui
«ehi» ribattè con tono rassicurato, grato di aver abbandonato i suoi pensieri malinconici
«sei sveglio da molto?» chiese l'altro e il biondo scrollò le spalle.

Ora che si guardava meglio attorno il sole era ormai sorto e i suoi raggi rischiaravano il bosco sottraendolo a quella atmosfera cupa.

«da un po'» ammise annuendo prima di tornare ad osservare le braci spente
«brutti sogni?»
«non sono sicuro - borbottò facendo ridacchiare il rosso - tu come hai dormito?»
«ho avuto notti più serene» ribattè Eijiro con tono pensieroso

The legend of dragons || KiribakuWhere stories live. Discover now