23.

10.1K 594 331
                                    

Mi sentii mancare la terra sotto ai piedi, malgrado fossi sicura di avere un pavimento sotto di me e una sedia sotto al mio sedere. «Se non è Erazm e nessuno di loro, chi può essere?».

«Se non è lui, chi rimane?». Strinse le labbra in una linea sottile.

Ximena non avrebbe mai potuto. Non era possibile. «Parla e basta». Ringhiai.

«Non è stato un caso che Azazel ti abbia scelto, dolcezza. Sei per metà un demone e per metà una dea, hai un potere dentro di te che farebbe paura a chiunque, anche alla triade. Eppure, dentro di te c'è un cuore umano, un tessuto muscolare che ti rende viva ma anche ingenua. Il motivo per cui lui ti ha scelto non è stato per i tuoi poteri, non solo almeno. Ti ha scelto per il figlio di Baal, il nipote di Roth o se vuoi chiamarlo in modo diverso, tuo marito».

Estrasse un fascicolo dalla scrivania. «O per come è conosciuto: Dantalian, il crudele principe guerriero».

Tutto attorno a me svanì in un istante, come polvere in mezzo ad un uragano. Mi sentivo piccola e inutile come quei granelli, che non avrebbero mai potuto fare niente in confronto alla potenza di quel vento, che ti portava via tutto.

«Non è vero, non ci credo. È una trappola».

Sorrise. «Sapevo che non ci avresti creduto ed ecco perché Roth si è preso la premura di far fare delle foto ai suoi demoni come prova dell'alto tradimento di suo nipote». Mi consegnò il fascicolo.

Lo presi con mani quasi tremanti, sfiorandone la carta gialla e girandola, per poterne vedere ciò che c'era all'interno: tante foto in bianco e nero, il cui soggetto principale era davvero lui. «Non posso crederci». Il mio cuore scattò.

«Dantalian è stato richiamato prima di te, molto tempo prima, e quando Azazel gli ha proposto il patto lui ha suggerito te come alleata, facendogli presente quanto fossi temuta e forte da tutti i demoni. Non è strano?».

Il mio cuore iniziò a battere più velocemente e il mio respiro si bloccò. Ero nella mia forma naturale e non avevo bisogno di respirare per vivere, era un riflesso involontario, quasi come per dirmi "cuore, ci sei ancora?".

«Non so se lo sai, se lui te l'abbia detto, ma non credo proprio-».

Alzai lo sguardo dalla prima foto, che ritraeva Dantalian e suo padre.

Riconoscevo il giorno grazie alla ferita che portava sul naso e al luogo: era nel periodo in cui ci trovavamo in Sicilia. «Non so nulla».

E quello era ciò che mi spezzava il cuore. Di lui credevo di sapere tutto e invece sapevo niente.

«Inmaginavo». Sospirò. «Sono sicuro che avresti capito senza che io venissi qui a dirtelo, se solo te l'avesse detto, ma è troppo furbo per farlo».

Mi irrigidii. «Di cosa stai parlando, Adar?».

«Dantalian è stato maledetto da un anziana, una strega originale. Lo ha maledetto dopo che lui gli ha ucciso la figlia, la sua unica figlia. Era una commissione che gli era stato data da suo padre, in cambio di qualche Meraki in più, quindi più potere. E sai come l'ha uccisa?».

Scossi la testa lentamente, con un peso maggiore ed invisibile sulle spalle che mi aveva costretto a curvare la schiena.

«Nello stesso modo in cui vuole uccidere te sin dalla prima volta che vi siete incontrati: si è avvicinato a lei, ha fatto in modo che si innamorasse di lui e poi, quando in lei circolava la totale fiducia, l'ha uccisa. Ha solo avuto bisogno di farle abbassare le difese mentali, lei lo voleva così tanto da volere disperatamente che lui sentisse quanto lo amava, e poi Dantalian l'ha morsa con i suoi denti aguzzi. L'ha morsa, gli è stato più facile avvicinarsi al suo etere e gli ha succhiato via i poteri».

FatumDove le storie prendono vita. Scoprilo ora