27.

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«Arya, Rut, ci sono due pacchi per voi!». Urlò Erazm, poco prima di sentire il rumore del portone di ingresso che si chiudeva con poca delicatezza.

Scesi le scale come un fulmine, sentendo la gioia esplodere dentro di me, e Rut non fu fa meno, con le gambe veloci come le mie a seguirmi verso il piano di sotto.

Agguantai la scatola come se fosse il mio tesoro personale, un po' come Gollum, e lo abbracciai. Rut prese il suo con un sorriso smagliante e con poca delicatezza iniziò ad aprirlo, senza stare più nella pelle.

Med si avvicinò a noi con curiosità. «È Natale?».

«Per me sí!». Rispondemmo all'unisono, pur non sapendo il contenuto presente nella scatola dell'altro.

Dal mio ne tirai fuori due cavigliere dorate, abbastanza spesse e ben decorate, a forma di serpente, con la coda alla fine della cavigliera e la testa, leggermente curvata, per chiuderla, pur rimanendo un po' di spazio tra le due chiusure.

Sorrisi e mi trattenni dal baciarle. «Le mie bambine».

Dantalian aggrottò la fronte. «Ma che diavolo-».

Si fermò prima di avvicinarsi al salotto. «Perché stai guardando delle cavigliere nel stesso mondo in cui io desidero essere guardato da te?».

Sbuffai. «Non puoi capire».

«Io posso?». Ximena sorrise imbarazzata e osservò le mie bambine. «Sono curiosa, non ho mai visto niente del genere».

Annuii, felice di spiegarglielo. «Sembrano delle cavigliere, ma in realtà sono un arma».

Le indossai sul collo del piede, abbonandosi alla perfezione ai miei tacchi a spillo neri, e poi circondai la testa dorata del serpente con le dita, cliccando leggermente uno dei due occhi rossi. Esso si mosse come se fosse vivo, fino a stendersi in un bastone da combattimento. «Adesso lui farà tutto quello che desidero».

La bocca di Ximena era una perfetta "O". «Per esempio?».

Mi voltai verso Dantalian, tirando la fine della coda del serpente verso i suoi piedi e si attorcigliò alla sua caviglia, fino a tenerlo in una morsa salda. Tirai con tutta la forza, facendogli perdere l'equilibrio, e la sua schiena sbatté sul pavimento con così tanta forza da creare un tonfo incredibilmente rumoroso e sinistro. Sibilò addolorato e si girò su un fianco.

«Porca-troia».

Sorrisi acidamente. «Piaciuto lo spettacolo?».

Rut fischiò. «Veramente figo».

«Ne prenderò anche io uno un giorno». Erazm sorrise soddisfatto e mi fece l'occhiolino, sicuramente felice del dolore che sentiva Dantalian.

Anche io lo sentivo, l'intera schiena mi bruciava e il dolore mi costringeva a tenerla leggermente curvata, ma ero così appagata dal suo dolore che non mi importava.

Med indicò la scatola di Rut. «E lì cosa c'è?».

«Un regalo per tutti voi». Ghignò in risposta, uscendo da essa un paio di cose indefinite di plastica e di tessuto bianco.

Storsi il naso. «Cosa sono?».

«Lanterne, di quelle che si lanciano in cielo come mini mongolfiere».

Ximena si portò una mano alla bocca strillando. «L'hai fatto davvero?».

Lui la guardò con così tanto amore e orgoglio di sé da farmi desistere di essere guardata così anche dalla persona che desideravo.

Annuì lentamente. «Te lo meriti. Ce lo meritiamo tutti di esprimere uno dei nostri desideri più nascosti e sperare che si trasformino da sogno in realtà, perché la speranza è la sola cosa che ci rimane per illuminare il buio in cui ci troviamo».

FatumNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ