Epilogo alternativo - parte I

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"Ella, che cosa scegli?"

È come se fossi stata trasportata in un'altra dimensione in cui il tempo non esiste. E invece le lancette scorrono inesorabili, e Jackson è in salotto insieme a mia madre e più o meno tutto il mondo e...respira, Ella.

"Ascolta, adesso devo tornare di là o penseranno male. Ho detto che sarei andata in bagno" dico, nel tentativo di posticipare l'attacco d'ansia che sento montarmi dentro.

"Ma—"

"Harry, no. Ti prego, ho bisogno di tempo per pensare..."

"Pensare a cosa, Ella?! Credevo mi amassi..."

"Harry...Non qui, non adesso. Tu hai bisogno di un momento per te e io per me—"

"Cazzate!" Esclama. Sospira con fare scoraggiato prima di proseguire. "Ascolta, io e te siamo un po' un casino, è vero, ma non puoi negare che ci sia qualcosa di vero tra di noi. Dimmi che provi lo stesso per lui e ti lascio stare...Per sempre".

"Harry, ho solo bisogno di tempo per pensare, non mettermi quest'ansia, non me lo merito".

"E io me lo merito, Ella?! Mi merito di essere amato tanto quanto sono in grado di amare, e so che io e te abbiamo tutto questo. Che cosa scegli?"

Mi limito a guardarlo negli occhi per ciò che sembrano ore ma è  solo un secondo. Le lacrime mi rigano le guance quando mi volto e me ne vado senza aggiungere una parola.
'Fortunatamente' l'occasione non è delle più giovali, quindi le mie lacrime non sono fuori contesto o mal viste.

"Eccoti, ti stavo venendo a cerca—" Jackson mi viene incontro ma lo schivo mentre mi dirigo verso le mie cose. Mi impossesso delle chiavi della macchina e del mio cellulare senza dire nulla.

"Tesoro, dove vai?" Chiede mia madre, visibilmente preoccupata.

"Devo prendere un po' d'aria" mi limito a dire prima di affrettarmi alla porta d'ingresso.

Salgo in fretta in macchina, quindi esco dal vialetto. Sento la necessità di frapporre una certa distanza tra me e quella casa; al momento è tutto troppo.

Non ho una meta precisa, ma le lacrime scendono imperterrite, rendendomi difficile guidare. Decido quindi di parcheggiare nei pressi di un parco, che in quest'ora della giornata è popolato da coppie e famiglie. Che bell'immagine, e improvvisamente mi sento come Ted di Scrubs che tira le sassate alle coppiette  felici.

Prendo un paio di respiri esitanti, quindi riesco finalmente a prenderne uno profondo prima di ripetere l'operazione.
Okay. I fatti sono i seguenti: sono stata a letto con Harry nonostante stessi uscendo con Jackson.
Jackson è stato un ripiego o a un certo punto ho veramente desiderato stare con lui?
Harry può essere tante cose e non necessariamente tutte positive, ma è innegabile che provi qualcosa di viscerale per lui, cosa che non sento per Jackson. Vedo Jackson come una scelta comoda, non qualcosa che voglio da dentro, eppure con lui la vita sarebbe probabilmente tranquilla e...semplice. Non significa che sarei felice.
Non posso più mentire a me stessa: sono innamorata di Harry, e non ho mai smesso di esserlo. Non posso affrontare le cose in questo modo: è come se Harry fosse una bomba a orologeria, e non farebbe bene a nessuno di noi se continuassimo sull'onda emotiva e francamente distruttiva.

Il suono del telefonino che squilla mi distrae dai miei pensieri. Jackson.
"Dimmi" rispondo, un po' scocciata.
"Si può sapere dove sei? Hai intenzione di ignorarmi?"
"Oh, ti prego. Quanto cazzo sei egoista. Ascolta Jackson—"
"No, ascoltami tu. Non sono stupido, so che non sei andata in bagno. Com'è stata la sveltina con Mr. Fish & Chips? Non ho intenzione di farmi prendere in giro, è chiaro che provi qualcosa per lui e non per me. Ho appena prenotato un biglietto per tornare a casa, non ti voglio più vedere".

"Jackson—" faccio per ribattere, ma ha già attaccato.
Cos'è successo?

Non è che non la cosa non mi tocchi, ma probabilmente mi ha facilitato il tutto.
Accendo l'auto e chiamo Harry con il Bluetooth.
Uno squillo. Due squilli. Tre squilli. Quattro squilli.
Rispondi, Harry.

"Cosa vuoi?"
"Te".
"Troppo facile piccola, se n'è andato lui, ti ha facilitato le cose. Ricordati che non sono la seconda scelta di nessuno, specialmente la tua".
"No, aspetta, Harry. È vero, mi ha facilitato le cose, ma semplicemente mi ha reso più semplice rifiutarlo. Il mio istinto vuole te, nessun altro".
"Risparmiati i discorsi strappalacrime, non me la bevo".
Cade la comunicazione e mi sento cadere il cuore nello stomaco. Non mi vuole? Ma io voglio lui.

Non mi sono allontanata tanto, infatti vedo già la casa da dove mi trovo. Devo correre da lui e risolvere.

Quando svolto nel vialetto noto felicemente che la macchina di Harry è ancora lì. Parcheggio e spengo l'auto, quindi prendo un respiro profondo.
Massimo sforzo.

Scendo e mi dirigo verso la porta d'ingresso, decisa a riprendermi l'amore della mia vita.
Sorprendentemente apre mia madre; la sua espressione preoccupa è immutata.

"Dov'è Harry?" Chiedo subito.

"Credo sia ancora nella sua stanza. Stai bene? Jackson è andato via di corsa, ha detto che sarebbe tornato a New York. Parlami, ti prego" mi implora.

"Sto bene mamma, ne parliamo dopo per favore. Devo vedere Harry" rispondo, ed è chiaro che per il momento si faccia bastare una frase del genere, anche se non la soddisfa.

Salgo le scale di corsa ed entro in camera sua senza nemmeno bussare.
Sta bevendo gin direttamente dalla bottiglia, e alza a malapena lo sguardo quando mi nota.

"No" dice.

"Harry—"

"Ti ho detto di no. Non puoi spezzarmi il cuore e comportarti come se nulla fosse".

"Non è mia intenzione. Dammi un minuto, dopo di che puoi mandarmi a quel paese e non te ne farò una colpa".

"Hai quaranta secondi".

"Me ne bastano anche meno. Vado dritta al punto: sono innamorata di te e lo sono da tempo. Ricominciamo da capo. Ti va di uscire con me?"

[EDITING] My Boss' Son |ITA|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora