Capitolo 13

8.6K 299 51
                                    

"Hah! No, tu non vieni a casa mia!" rido all'assurdità della sua richiesta, ma lui non sembra sconvolto dalla mia reazione.

"Non puoi fare sul serio!" dico in tono un po' più calmo.

"Quando vuoi possiamo andare" dice indicando il vialetto come per invitarmi ad accelerare, mentre cerca di nascondere un sorriso sfacciato.

Lo fisso sbalordita, non solo non riesco a capire come il suo atteggiamento sia potuto cambiare completamente dalla cena, ma mi sta anche chiedendo di stare a casa mia, "Penso sia la richiesta più folle che tu mi abbia mai fatto".

"E perché?" si gira verso di me senza più cercare di nascondere il suo sorriso.

"Perché meno di un'ora fa non mi guardavi nemmeno, figuriamoci parlarmi" gli ricordo, ed il suo sorriso a poco a poco svanisce.

"Avevo solo delle cose per la testa, tutto qui" cerca di dire come se niente fosse, ma io non me la bevo.

"Tipo cosa?" insisto, e lui distoglie lo sguardo.

"Non so... delle cose" mormora, ed io aspetto che finisca di parlare nonostante non sembra averne intenzione.

Ho una vaga idea di cosa avesse avuto per la testa, dal momento che quella stessa cosa era stata nella mia testa per tutto il giorno nonostante nessuno di noi due lo voglia ammettere.

"Per favore, possiamo andare a casa tua Ella?" mi guarda con quei bellissimi occhi supplicanti che mi fanno accelerare il battito cardiaco e, prima che me ne renda conto, sto guidando verso il mio appartamento.

Il tragitto in macchina verso casa è rapido, ma Harry è rimasto in silenzio per tutto il tempo a fissare fuori dal finestrino e senza cercare nemmeno una volta di parlare con me come fa di solito. Saliamo le scale fino al secondo piano, e quando apro la porta tutto ciò che riesco a vedere è Harry addosso a me mentre sono seduta sul bancone. Le mie guance arrossiscono un po' mentre cerco di non guardare il luogo che occupavamo stamattina, e cammino verso il soggiorno con Harry che mi segue. E ora che succederà?

Punto di vista di Harry

"Perché mi hai baciato stamattina?" dice Ella, voltandosi rapidamente su sé stessa una volta arrivati in soggiorno. Sapevo che avremmo affrontato questa conversazione, ma non avevo proprio voglia di parlarne anche perché nemmeno io avevo nessuna risposta.

"Perché ti ho baciata?" quasi rido per le parole che ha usato, ma mi trattengo quando la vedo corrucciarsi per la frustrazione.

"Si. Perché mi hai baciata?" mi chiede incrociando le sue sottili braccia al petto.

"Da quello che ricordo mi hai baciato anche tu".

"Beh, tu ci hai provato con me per primo.... due volte" dice ricordandomi ciò che era successo fra noi al club.

"Si, e tu non hai fatto che gemere fra le mie labbra per più di due volte" le rispondo seccamente facendola arrossire, ma vado oltre "ricordo abbastanza chiaramente le tue gambe avvolte attorno a me e—"

"Ok ho capito! La colpa è mia almeno quanto tua" dice sedendosi sul divano, con i gomiti sulle ginocchia e nascondendosi il viso tra le mani.

"Colpa? E' solo un bacio Ella" sorrido nel vederla così stressata per questo motivo. Sono contento che tenga il viso tra le mani o mi colpirebbe per il fatto che la sto prendendo in giro.

"Ma perché farlo allora?" chiede, e so esattamente cosa intende, poiché mi sono posto questa dannata domanda per tutto il tempo.

Potrei dire che era solo un bacio, ma in realtà sono confuso almeno quanto lo sembra lei. Sarei dovuto solamente andar via questa mattina. Invece non sono riuscito a tenere chiusa questa mia dannata bocca su come non mi ero pentito di averla baciata, e lei era così dannatamente sexy con quei suoi capelli bagnati che le coprivano le spalle nude mentre era seduta su quel bancone e mi guardava con quegli occhi nocciola in attesa di una mia risposta. Quello stupido bancone su cui sarei stato felice di baciarla ancora, o anche di più...

[EDITING] My Boss' Son |ITA|Where stories live. Discover now