Capitolo 38

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Punto di vista di Ella.

Esco piano dal dormiveglia, sono confusa e non sono sicura se sto ancora sognando o meno; ma quando mi siedo sul letto ad occhi chiusi, ascolto e lo sento ancora.

Tre forti colpi provengono da quella che spero sia la porta principale e non quella della mia camera da letto. Mi strofino gli occhi ed ascolto di nuovo, attendendo che il rumore faccia eco in tutta la stanza.

Bang...Bang...Bang.

Mi alzo incerta sull'andare alla porta o meno. I colpi non sono seguenti come ti aspetteresti da qualcuno che sta bussando, sono intervallati da secondi, rendendo il suono lungo e spaventoso. Guardando l'ora sul mio telefono apprendo che sono le 3.29 del mattino.

La luce del corridoio mi da fastidio agli occhi mentre mi dirigo alla porta. Questa volta il colpo è seguito da un forte grugnito, e non un qualsiasi grugnito, uno in tono basso e roco, rendendo chiaro chi si trovi dall'altro lato della porta.

"Harry?" chiedo mentre apro la porta esitante.

"Oh bene, sei sveglia!!" esclama avanzando.

"Abbassa la voce!!" sussurro duramente stringendomi le braccia sui fianchi, data l'ondata di freddo che ha portato dentro.

Nonostante sia arrabbiata con Harry, sono troppo stanca per mettermi a litigare per quanto è stato maleducato alla cena e per avermi lasciata a piedi al freddo senza dire nulla. Al solo pensiero il mio sangue inizia a circolare vigorosamente, ma tutto ciò che voglio è il caldo letto che ho dovuto lasciare per andare ad aprire a questo idiota ubriaco.

"Scusa, ho interrotto qualcosa?" sussurra appoggiandosi allo stipite della porta e guardando dietro di me. Seguo il suo sguardo chiedendomi che cosa stia guardando.

"No" rispondo guardandolo dritto negli occhi.

Distoglie lo sguardo e lo posa sulle mie gambe che rimpiango di non aver coperto con pantaloni lunghi. Prima di andare a dormire ero così arrabbiata che avevo così caldo da optare per il pigiama leggero.

Un ghigno si fa spazio sulle sue labbra e capisco che sta cercando di nascondere un sorriso.

"Allora posso entrare?" chiede avvicinando il suo viso al mio; sento l'alcol ad ogni suo respiro.

"No" rispondo incrociando le braccia al petto mentre osservo la scena a cui ho assistito più volte.

Harry ubriaco che bussa alla mia porta implorando per ospitalità. Normalmente offrirei il mio appoggio, ma vedendo che può essere uno stronzo completo, sono più che felice di lasciarlo camminare per le strade di Parigi da solo. È sembrato più che felice di lasciarmi a piedi prima.

"Per favore" implora appoggiando la testa allo stipite della porta in cerca di supporto.

"No, non ti voglio qui dentro" dico volendo tagliar corto la conversazione.

"D'accordo" sospira rialzandosi dallo stipite, "me ne starò qui fuori"

"Per me va bene" dico sperando che non ci stia per molto, in quanto mi sentirei colpevole e lo lascerei entrare.

Si siede per terra di fronte alla mia porta piegando le gambe al petto ed appoggiando la testa al muro color crema dietro di lui.

"Quindi stai qui tutta la notte?" lo guardo mentre chiude gli occhi.

"Si, potrei anche cantare un po'" sospira stanco ed io porto gli occhi al cielo sapendo che non lo farà.

"Certo" chiudo la porta a chiave lasciando il ragazzo melodrammatico da solo.

[EDITING] My Boss' Son |ITA|Where stories live. Discover now