Capitolo 85

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Camera sua è buia, e solo grazie a qualche raggio di sole che filtra tra le tende riesco a vedere Harry che va ad accendere una piccola lampada. Sospira e si passa una mano tra i capelli prima di coricarsi a letto. Resto in piedi per qualche istante, imbarazzata ed incerta se sia giusto unirmi a lui. Le braccia sono incrociate sul suo volto, è chiaramente esausto.

Prima che possa giudicarla una cosa appropriata o meno, che riguarda un ex o meno, considero Harry uno dei miei amici più cari, quindi non c'è nessun motivo per il quale non dovrei avvicinarmi a lui. Mi siedo sul letto e lo guardo prendere dei respiri mozzati, è ovvio che stia cercando di trattenere le lacrime – il che fa iniziare a piangere me.

"Harry" dico a bassa voce prima di asciugarmi una lacrima dalla guancia.

Lui rimane immobile e scuote solamente il capo, il che mi fa ancora più male.

È sempre così con le morti. Le varie emozioni che ti assalgono si danno il turno: per un minuto ti sembra di riuscire a gestirla e riesci a parlare, mentre il momento dopo sei al punto di partenza non avendo idea di cosa né perché sia successo.

Vedo che è assolutamente teso, quindi in un attimo lo abbraccio. Mi corico circondando i suoi fianchi con le braccia. Lui cerca subito di trattenere i singhiozzi.

"Mi dispiace così tanto Harry" dico a bassa voce, consapevole che nessuna parola allontanerà il suo dolore.

Il suo petto sul quale giace la mia guancia si muove su e giù in movimenti secchi mentre piange coprendosi ancora il volto con le braccia.

"Si fotta questa merda" mormora a voce strozzata.

"Lo so" è tutto ciò che commento stringendolo ulteriormente desiderosa di portare via il suo ed il mio dolore.

Odio vederlo in questo stato. Così vulnerabile e perso. Ha perso suo padre, qualcuno che ammirava, qualcuno che pensava sarebbe stato al suo fianco per molto più a lungo. Non è giusto ed è una parte tremenda della vita che siamo tutti obbligati ad affrontare ad un certo punto.

"Oddio" sospira Harry muovendosi sotto di me, quindi io mi allontano mettendomi a sedere.

Emette un respiro profondo e si asciuga le lacrime con le maniche prima di allontanare finalmente le braccia dal viso. Io asciugo velocemente le mie lacrime prima di guardarlo, i suoi occhi sono rossi e gonfi e le guance un po' surriscaldate mentre sembra rallentare un po' il respiro.

"Possiamo parlare di qualcos'altro?" chiede lentamente asciugandosi ancora gli occhi prima di guardarmi.

"Ehm okay...tipo?" rispondo incapace di trovare un altro argomento mentre guardo qualcuno a cui tengo così tanto attraversare una fase così dolorosa della vita.

"Non lo so" fa spallucce mettendosi a sedere appoggiato alla testiera. "Che cos'hai fatto ultimamente?" chiede facendo del proprio meglio per riprendersi e distrarci da ciò che ci circonda.

"Umm..." mormoro giocherellando con le frange della mia sciarpa dato che tutto ciò che ho fatto a New York è stato uscire con Jackson, quindi non mi sembra giusto – ed io non mi sento a mio agio a – parlarne. Sono già un disastro emotivamente. "Colloqui di lavoro e mi sono vista con i miei amici" rispondo con una scrollata di spalle e lui emette una piccola risata.

"Ti sei vista con Jackson" commenta sapendo che ovviamente negli amici comprendo anche lui.

Io annuisco e basta mente una tristezza mi travolge desiderando solamente di essermi vista con Harry invece che con qualcun altro. Ad ogni modo mi sorprende che lui sia così a suo agio a parlarne.

[EDITING] My Boss' Son |ITA|Where stories live. Discover now