Capitolo primo

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Bip. Bip. Bip.

Mi sveglio al suono di uno strumento elettronico, ma non è la sveglia. Apro gli occhi, li richiudo, li riapro. Sono sveglia, ma non riesco a capire dove mi trovo. Sembra una camera d’ospedale, poco illuminata, solo la piccola lampada sulla mia testa è accesa. Provo a sollevarmi ma un dolore lancinante alle costole mi costringe a rimanere distesa. Mi guardo attorno, da un lato c’è un divano e accanto ad esso la porta di un bagno, nella parete di fronte a me un grande televisore al plasma e un tavolo pieno di vasi con fiori di ogni genere, il bouquet più bello è quello con le rose bianche e rosa chiaro. È una camera privata, con bagno, mi chiedo perché mi trovo qui e come i miei genitori si siano potuti permettere un trattamento del genere.

Un momento … ma …?

Appoggiato al mio letto c’è un uomo, mi tiene la mano destra. Riesco a vedere solo la sua bella chioma color rame e non lo riconosco perché è adagiato a faccia in giù. Non capisco.

Chi è quest’uomo misterioso?

Mi sembra che stia dormendo, non voglio svegliarlo. Premo il pulsante alla mia sinistra per chiamare qualcuno. Immediatamente arriva un’infermiera, una donna sulla cinquantina dalla faccia simpatica, appena mi vede, mi sorride e apre la bocca per parlare, ma io alzo la mano sinistra e indico l’uomo appoggiato al mio letto. Anche se non lo conosco sarebbe incredibilmente scortese svegliarlo. Vedo solo la parte superiore della sua testa, ma lui sembra così tranquillo, la sua schiena si alza e si abbassa. L’infermiera annuisce e viene al mio fianco per controllare la flebo e le apparecchiature a cui sono collegata attraverso un elettrodo applicato con una molletta all’indice della mia mano sinistra.

«Chi è quest’uomo?» Sibilo più silenziosamente possibile.

Lui si muove un po’ e io e l’infermiera ci blocchiamo immediatamente, ma per fortuna torna a dormire.

«Questo è Mr. Grey, Mrs Grey», mi dice aggrottando le sopracciglia, confusa.

«Oh, mio Dio, devo essere nella stanza sbagliata. Io non sono Mrs Grey, io sono Anastasia Steele. Io non sono sposata!» Ridacchio leggermente, ma smetto subito perché l’infermiera spalanca gli occhi  e la bocca, meravigliata e preoccupata.

«Va… vado subito a chiamare un medico.» Balbetta e si affretta ad uscire dalla stanza.

Grey… Grey… Ci sono centinaia di persone con questo cognome, ma chi è?

Ritiro la mano da sotto la sua  testa, molto, molto lentamente, ma me ne pento subito.

Lui alza la testa e lo riconosco.

È Christian Grey.

Ma che ...?

I suoi occhi grigi si fissano nei miei e sono pieni di una cinquantina di emozioni: rabbia, felicità, tristezza, orrore, sollievo, tenerezza, amore…

Un momento … amore?

La sua bocca, leggermente aperta, ora esplode in un sorriso splendente che potrebbe mandare in deliquio chiunque, uomo o donna che sia.

«Mr. Grey, cosa ci fa qui? Sta facendo una donazione per l’ospedale?» Chiedo.

Sembra incredibilmente confuso, ma poi la sua espressione si addolcisce in un impertinente, seducente sorriso. Il suo volto si avvicina sempre più al mio, ma io mi ritraggo fino a sfiorare la testiera metallica del letto.

«E così vuoi scherzare, Mrs. Grey»

«No, no, io non sono sposata con nessuno della famiglia Grey. Io sono Miss Steele, Anastasia Steele.»

Lui rimane a bocca aperta e si sposta leggermente all’indietro, dandomi un po’ di spazio.

«Stai scherzando? Ti prego, dimmi che stai scherzando!»

«No, non so cosa stia succedendo, Mr. Grey, ma io raramente faccio battute del genere.»

Restiamo per alcuni istanti a fissarci, occhi negli occhi, entrambi pieni di shock e di orrore. Poi entra una donna bionda che indossa un camice da medico, deve avere tra i quaranta e i cinquanta anni, è bella, elegante. Christian Grey si volta verso di lei con uno sguardo preoccupato.

«Dottore!» Grido, spostandomi verso il lato sinistro del mio letto, lontano da Mr. Grey

«Perché sono qui?» Poi guardando verso Mr. Grey, sibilo «Perché lui è qui?»

La dottoressa spalanca gli occhi, la bocca leggermente aperta.

«Ana …» Sussurra lentamente rivolgendosi a me. «Ti ricordi di me?»

I miei occhi vagano per la stanza come in cerca di ispirazione, leggo il nome sul tesserino attaccato alla tasca del camice. «Lei è la dottoressa Trevelian- Grey. È parente di Mr. Christian Grey?» Provo a chiedere dolcemente, ma la mia voce è molto roca per il groppo che mi chiude la gola e per le lacrime che cerco di trattenere.

«Sì, sono sua madre. Anastasia, ti ricordi di me personalmente?»

Mi arrovello, frugando nella mia memoria: forse è un’amica dei genitori di Kate? O un’amica di Carla e Ray? L’ho già incontrata prima? Abbasso lo sguardo sulle mie mani.

«No, non mi ricordo di lei». Poi, schioccando le dita in direzione di Christian, «Lui lo conosco perché l’ho intervistato. La mia amica Kate, Katherine Kavanagh, che è la direttrice del giornale universitario aveva ottenuto un appuntamento per l’intervista, ma a causa dell’influenza ha chiesto a me di sostituirla. Così sono andata a Seattle, alla sede della GEH». Sorrido.

Perché mi sento così bene vicino a quest’uomo? È l’uomo più ricco di Seattle, non dovrei sentirmi intimidita?

Mi ricordo che è così che mi sono sentita l’altro giorno nel suo ufficio. È un arrogante maniaco del controllo, ma bello … bellissimo.

«Ana, smettila di scherzare! Dio! Dovrei metterti sulle mie ginocchia e sculacciarti in questo momento!» Christian urla, puntando un dito verso di me, ma si accorge dello sguardo di rimprovero della madre.

«Mi dispiace, mamma.» Mormora sommessamente.

Mi rannicchio più lontano possibile da lui e sussurro «Che cosa mi è successo?»

Poi, rivolgendomi alla dottoressa, sussurro a voce ancora più bassa.

«Posso essere portata in un’altra camera, per favore?»

Lei guarda Christian, come faccio io, e lui annuisce tristemente.

«La trasferiremo dopo aver effettuato una TAC al cervello, Miss Steele.» Mi risponde la dottoressa.

Mi rivolgo a lei: «Io mi ricordo che dopo l’intervista alla GEH mi sono messa in auto per tornare a Vancouver. Ho avuto un incidente automobilistico? Ditemelo, per favore!»

Guardo Christian Grey, il suo volto è pieno di dolore, i suoi bellissimi occhi sono lucidi, e mi fa venire voglia di piangere.

Cinquanta sfumature di un'amnesiaحيث تعيش القصص. اكتشف الآن