Capitolo secondo

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«Mr. Grey sa quale camera mi è stata assegnata?» Chiedo alla dottoressa mentre mi accompagna dopo la TAC.

«Glielo dirò se ti fa piacere, ma tu puoi mantenere la tua privacy.»

Mi accarezza la spalla, rassicurante.

All’improvviso mi si affaccia alla mente l’immagine di Christian Grey seduto al mio capezzale giorno e notte. Tutti pensano che io sia sua moglie… sua moglie! Io ho solo ventun’anni, o ventidue adesso, sono troppo giovane per sposarmi. Anche se … Christian Grey è l’uomo che qualsiasi ragazza sogna. Perché non dovrei sentirmi felice all’idea di essere sposata con lui?

L’infermiera di prima mi accompagna con una sedia a rotelle in una nuova stanza con letti occupati da altre pazienti. Stranamente mi sento più a mio agio in questa stanza comune, più che in quella privata.

«Studierò la TAC e tornerò al più presto. Fidati di me, Ana.»

Grace parla ispirandomi fiducia, i suoi occhi, fissi nei miei, sono pieni di gentilezza e attenzione. Mi sento al sicuro con lei, comunque siano andate le cose prima.

«O … Ok. Mi spiegherà tutto dopo che avrà scoperto cosa c’è che non va, vero?»

Lei annuisce con sincerità e, dopo avermi accarezzato lievemente sulla spalla, si allontana.

Così Grace mi conosce, e io sono sposata con Christian Grey. Il ricco e potente Christian Grey. Mi tormento, cercando di ricordare qualcosa del mio recente passato. Mi ricordo che ero nell’appartamento con Kate, mentre lei andava su e giù per il soggiorno preparando l’intervista con … con mio marito. Mi ricordo di aver preso un caffè, in realtà io ho bevuto un tè, con Josè e poi lui mi ha mostrato delle foto scattate di recente. Ricordo che stavo studiando per i miei esami finali prima della laurea e che Kate ha preso un brutto raffreddore e si è lamentata continuamente per ore. Poi quell’intervista, certo è stata surreale in certi momenti: Christian Grey è un uomo enigmatico, affascinante sicuramente, conturbante anche, sicuro di sé, ma misterioso e impenetrabile. Mi assale un moto di vergogna quando mi torna in mente una domanda che Kate aveva scritto e che io gli ho rivolto, senza riflettere: “Lei è gay, Mr. Grey?”

Oddio! Vorrei sprofondare solo al pensiero!

Non ricordo nient’altro. Grace mi ha detto che oggi è il 23 settembre, questo significa che i miei ultimi ricordi risalgono a quasi cinque mesi fa. Mi sono laureata e trasferita a Seattle, ho trovato un lavoro, mi sono fidanzata e sposata. E non mi ricordo niente. Niente. A quanto pare, a causa di un misterioso incidente di cui nessuno vuole parlarmi, sono ricoverata in quest’ospedale da otto giorni durante i quali sono stata in coma.

Non riesco a credere che sono sposata. Per quello che ne so, io non ho mai fatto sesso con nessuno. Se ci siamo conosciuti e sposati in così breve tempo, dobbiamo essere molto innamorati. Oh! Non è possibile! A meno che non ci sia stato uno scambio di persona. In fondo, io che potrei mai avere a che fare con Mr. Grey? Che cosa potrebbe trovare in me uno come lui?

All’improvviso vengo risvegliata dal mio torpore assorto, alzo lo sguardo e vedo Christian passare davanti alla porta della mia stanza e mi blocco, incantata dal suo sguardo. Lui si volta verso di me e mi fa un cenno con la testa. Io gli sorrido, ma lui è serio, non mi sorride come mi sarei aspettata, mi accorgo solo adesso che ha gli occhi arrossati come se avesse pianto. Perciò mi giro dall’altra parte, devo distogliere lo sguardo da lui.

Per fortuna ha recepito il messaggio, ha capito che è meglio se mi sta lontano. Ma perché questa constatazione mi fa stare così male? Perché quegli occhi tristi mi danno questa stretta al petto?

Cinquanta sfumature di un'amnesiaWhere stories live. Discover now