Capitolo tredicesimo

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«Vuoi davvero che andiamo in camera da letto e che facciamo l'amore? Non so se saprò fermarmi una volta che... be', lo sai.»

«Sì, e poi non penso che farà del male al bambino, mi sono ricordata di una cosa che ho letto.»

«Ti sei ricordata di ciò che hai letto quando?»

«Forse dopo che ho scoperto di essere incinta, ma non ne sono sicura. In ogni caso non penso di averlo letto prima di conoscerti.» Il suo viso adesso è l'espressione della felicità.

«Sono così felice, Ana! Forse sto diventando noioso a forza di ripeterlo, ma sono davvero felice che tu stia cominciando a ricordare e che ti preoccupi del nostro bambino.» Gli sorrido anch'io, affascinata.

«Devo confessarti una cosa...» Per un momento sento l'ansia assalirmi.

«Ho parlato con la dottoressa Greene, stamattina, prima che tu ti svegliassi. Ho preso un appuntamento per una visita domani mattina.»

«Ma che bisogno c'è di un'ulteriore visita, dal momento che pochi giorni fa in ospedale mi hanno fatto tutti i controlli del caso?»

«Ti ha sempre seguita la dottoressa Greene che è la migliore specialista di Seattle, io mi fido di lei.»

Annuisco, non ho nessuna voglia di discutere ancora di questo.

«Anche lei mi ha detto che i rapporti sessuali non fanno male al bambino. Mi ha spiegato che tu sei in grado di sentire ciò che potrebbe far male a te o a lui e mi ha caldamente consigliato di fare attenzione ad ogni tua richiesta e ad ogni tua reazione. Perciò, se vuoi che io ti tocchi anche solo con un dito, mi devi promettere che mi dirai tutto ciò che provi e se ti faccio male, e che mi dirai di fermarmi immediatamente. Ok?»

Il suo sguardo è ardente.

«Ok.»

«Prometti.» Mi intima con tono dispotico.

«Lo prometto.»

Senza interrompere il nostro contatto visivo mi prende in braccio e mi porta in camera da letto. Arrivato ai piedi del letto mi mette giù con molta delicatezza.

Oh Dio, sto per fare l'amore! Sto per fare l'amore con quest'uomo bellissimo che mi ama, che è mio marito, che è il padre del bambino che porto in grembo. E per me è la prima volta.

Ci fissiamo intensamente. Penso che anche lui voglia assaporare ogni attimo di questa nostra esperienza.

Si muove con estrema lentezza, mi sfiora lievemente mentre mi aiuta a sfilarmi la maglia ampia che lascia scoperta una spalla e rimango con un top striminzito che non lascia nulla all'immaginazione. Lo sguardo di Christian si ferma sui miei seni, incantato, ed emette un sospiro profondo. In risposta i miei capezzoli cominciano ad indurirsi.

Ma che mi succede?

Non immaginavo che solo uno sguardo e un tocco così lieve potessero avere un effetto così immediato sul mio corpo, ma è una sensazione deliziosa, un brivido che mi percorre tutta. Adesso le sue dita calde sono sulle mie braccia e le percorrono con movimenti sensuali dall'alto verso il basso, ancora e ancora, ad ogni tratto quel contatto mi comunica delle scosse di piacere.

Oh, mio Dio! Mi sento come se dovessi andare a fuoco da un momento all'altro.

Vedo i suoi occhi farsi più cupi, la sua bocca schiudersi, sento il suo respiro sfiorarmi la pelle, il calore del suo corpo, il suo profumo seducente. È un momento così eccitante ed erotico che non riesco a sostenerne la potenza e mi sembra di avere un mancamento. Mi aggrappo alle braccia di Christian, incapace di sostenere l'intensità di ciò che sto provando; non lo sento solo nel corpo, ma è una forza che mi trapana il cervello fino ad offuscarmi le facoltà mentali.

Cinquanta sfumature di un'amnesiaWhere stories live. Discover now