Capitolo trentatreesimo

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Stamattina mi sono svegliata un po' più tardi, me la sono presa comoda dato che è domenica. Ieri ho trascorso tutto il tempo a pensare a Christian, a noi due, alle cose che sono riuscita a ricordare e a quelle che mi ha raccontato lui. Sono convinta che ci sia ancora molto da sapere e soprattutto che siano ancora da scoprire i fatti più preoccupanti. Ci sono diversi elementi che mi hanno fatta arrivare a questa conclusione: la paura che leggo nei suoi occhi ogni volta che parliamo di ciò che ancora mi resta da ricordare; il fatto che la mia mente operi una specie di rimozione, tenendomi lontana dai ricordi più dolorosi. Ma cosa ci può essere di così terribile nel passato di Christian? Penso che, per quanto possa essere grave, se l'ho accettato una volta, l'ho accetterò anche la seconda.

L'amore di Christian ne vale la pena.

Christian ne vale la pena.

Voglio andare nella stanza dei giochi... uno di questi giorni, sono sicura che lì ci sia la chiave di tutto, sono sicura che stare lì mi aiuterà a ricordare... credo. Sarò sola e avrò tutto il tempo di elaborare, senza dovermi preoccupare di come potrebbe sentirsi Christian ad ogni mia reazione. Potrò avere tutto il tempo che mi serve per analizzare ogni cosa e arrivare ad una conclusione... ad una decisione.

Scendo dal letto, guardo all'esterno della finestra a tutta parete che illumina la stanza di una luce morbida, il sole si affaccia timido da dietro una nuvola. Mi sembra che ci sia qualcosa di strano nella stanza, ma non so cosa. Il libro, David Copperfield, mi sembrava di averlo posato sul margine del comodino, la poltroncina appoggiata alla parete, non era messa un po' in diagonale ieri sera? Forse è solo la mia immaginazione o forse ricordo male, in fondo non sarebbe una novità, considerata la mia amnesia. Decido di non pensarci più di tanto, forse è meglio che vada a fare colazione, mi sento più rilassata perché oggi, come ieri, Gail è libera. Certo, si trova nell'ala dell'appartamento riservata a lei e a Taylor; sono rimasta a bocca aperta quando mi ha detto che stanno insieme: non mi ero accorta di nulla talmente sono discreti. Sono felice per loro perché si amano. Insomma, se io avessi bisogno, lei potrebbe accorrere immediatamente, ma sono libera di gestirmi la giornata come mi pare, di mangiare quel che mi va, scegliendo anche all'ultimo.

Dopo la colazione vado a vestirmi, indossando una tuta e scarpe da ginnastica, mi piacerebbe tanto andare a fare una corsetta all'aperto, mi aiuterebbe a pensare. Chiamo Sawyer e gli comunico le mie intenzioni, mi risponde subito che potremo andare tra mezzora perché deve predisporre un percorso che sia il più possibile sicuro. E mi va bene così.

La corsa, cioè la marcia, andavo lentamente in realtà, è stata l'idea migliore che potessi avere: l'aria fredda mi ha ritemprata e l'esercizio fisico mi ha dato buon umore. Vado al frigorifero e prendo un bicchiere di succo di frutta, poi decido che devo scrivere una mail a Christian per ragguagliarlo sui miei piccoli progressi, non prima di una doccia.

04-11-2011 ore 11,50

Da: Anastasia Grey

A: Christian Grey

Oggetto: Quello che ho capito...

È che ho bisogno di una mente più adulta, di un uomo forte, di un amante che sappia guidarmi nell'amore, o anche che sappia crescere insieme a me nell'amore. E tu sei tutto questo. Ma ciò di cui non ho bisogno è un altro padre, mentre tu spesso ti comporti con me come un padre iperprotettivo. Il resto della vita, della mia vita si costruisce troppo autonomamente per poter sopportare che tu prenda ogni genere di decisione che mi riguarda personalmente. Dentro di me l'impeto a crescere e a vivere intensamente è così potente che non posso resistergli: io voglio amarti come merita di essere amato un marito, ma voglio anche lavorare e realizzare me stessa.

Cinquanta sfumature di un'amnesiaWhere stories live. Discover now