Capitolo 45

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Mi sveglio e, prima di aprire gli occhi, allungo un braccio verso l'altro lato del letto, ma Christian non c'è. Perché si è alzato e mi ha lasciata qui? Non è da lui la domenica mattina. Mi alzo e invece di vestirmi, siccome non voglio perdere tempo, indosso la vestaglia sopra il pigiama che Christian mi ha costretto a indossare stanotte dopo la nostra maratona di sesso. Controllo in bagno ma lui non c'è, nella cabina armadio, niente. Esco dalla camera e mi dirigo verso al cucina e quando arrivo sbatto le palpebre per realizzare ciò che i miei occhi stanno vedendo: Christian davanti al frigorifero indeciso su cosa prendere, indossa un paio di jeans senza cintura che gli scivolano sui fianchi e una camicia sbottonata allargata dalla sua mano che si posa sulla schiena. Oh, mio dio! I pantaloni si fermano giusto sull'inguine, gli addominali in bella vista, le sue braccia muscolose e forti, il suo bellissimo profilo concentrato sul contenuto del frigorifero. Sento una contrazione nel centro del mio corpo e l'impulso di saltargli addosso. Lui non mi ha ancora sentita dato che sono scalza. Trattengo il respiro e con passo leggero mi avvicino a lui da dietro e gli avvolgo le braccia intorno alla vita, intrufolando le mani sotto la sua camicia e accarezzandolo languidamente. Sobbalza impercettibilmente e immediatamente si rilassa quando appoggio una guancia alla sua schiena inspirando il suo profumo e godendo del calore del suo corpo.

«Mmh, buongiorno.»

«Buongiorno, Anastasia. È il più bel buongiorno di sempre.»

«Sai di buono... e sei così appetitoso!» Sospiro.

Posa le sue mani sulle mie e ne porta una alle labbra per baciarla. «Ah, sì?»

Poi si gira, mi sorride con malizia, mi avvolge in un abbraccio meraviglioso e mi bacia.

«Mi trovi appetitoso perché è l'ora della tua colazione e hai fame.»

«Non credo proprio, io ho fame di ben altro.»

«Ana Ana Ana... come devo fare con te?»

«Io, invece, saprei cosa fare con te adesso.» Dico allusiva. Lui mi stringe a sé, facendomi sentire la sua erezione e continuando a tenere lo sguardo nel mio.

«Ok, ti lascerò fare di me quello che vuoi, più tardi, dopo che avremo fatto colazione.»

«Ma che bisogno c'è di mangiare adesso? È domenica mattina non dobbiamo andare in ufficio, possiamo mangiare dopo.»

«No, nel tuo stato devi mangiare ad orari regolari.» Sentenzia con il suo solito tono autoritario.

«Non riuscirò a corromperti, vero, Mr. Grey?»

«No. Non su questo.»

«E va bene. Così stavi tentando di prepararmi la colazione...» Faccio una risatina.

«Tentando, eh? Stai ridendo di me, piccola impertinente?»

«Sì, eri così concentrato a osservare il frigo.» Continuo a ridacchiare.

«Ah, è così? E io che mi sono dato tanto da fare.» Fa un broncio a cui non riesco a resistere, lo bacio e gli rivolgo un sorriso grato.

«Grazie. Cosa mi hai preparato?»

«Ci sono dei croissant che stanno scaldando in forno e stavo cercando di decidere se avresti preferito il latte o lo yogurt.»

«Latte, grazie. Caldo, per favore.»

«Agli ordini, signora. Siediti penso a tutto io.»

«Oh, è bello lasciarsi viziare.»

«Non hai che da chiedere e tutto ciò che vorrai sarà tuo.»

Cinquanta sfumature di un'amnesiaWhere stories live. Discover now