Capitolo 43

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La mia voce si è fatta a malapena percettibile sulle ultime parole con cui ho pronunciato le mie promesse: solo l'idea che possa essere troppo tardi per chiedergli di perdonarmi mi distrugge.

«Sono stata una stupida a pensare che...» Non mi fa finire la frase, mi sta già baciando e stringendo tra le braccia.

Oh, la forza e il calore del suo corpo, il suo profumo, il suo sapore, tutto mi è mancato di lui. Come ho potuto pensare di poter vivere senza di lui?

A pochi centimetri dalla mia bocca, Christian comincia a parlare, sembra emozionato più di me. «Prometto solennemente di proteggerti, di...»

«No, Christian, tu non devi... tu non hai trasgredito alle promesse. Solo io l'ho fatto.»

«Ssh, lasciami parlare. Prometto di amarti con tutto il cuore e di avere cura della nostra unione e di te. Prometto di amarti fedelmente, rinunciando a tutte le altre...»

«Oh, Christian...»

«... nella buona e nella cattiva sorte, nella salute e nella malattia, indipendentemente da dove ci condurrà la vita. Ti proteggerò, avrò fiducia in te e ti rispetterò. Condividerò le tue gioie e i tuoi dolori, e ti consolerò nei momenti di bisogno. Prometto di amarti, di sostenere le tue speranze e i tuoi sogni e di tenerti salda al mio fianco. Tutto quello che è mio è tuo. Ti offro la mia mano, il mio cuore e il mio amore da questo momento e finché morte non ci separi.»

«Questo vuol dire che mi perdoni?» Lo guardo dritto negli occhi, mentre le lacrime non mi danno tregua. Vorrei tanto poter leggere dentro di lui.

«Avrò fiducia in te. Capito. Avrò fiducia in te, Ana.» Mi sorride flebilmente.

«Sono venuta meno alle promesse nuziali, è vero che non le ricordavo, ma ti prometto che d'ora in poi non succederà più. Perdonami, ti prego, Christian.»

«Ssh, vuoi stare zitta adesso e far parlare me?» Mi sorride e io annuisco convinta.

«Oh, Ana, questi giorni sono stati un inferno per me, ero disperato. Poi, ieri sera, dopo la nostra telefonata, ho capito: io non ti ho dato fiducia. Per paura di perderti non mi sono fidato di te e non ti ho detto tutto ciò che devi sapere e così... così ti stavo perdendo per sempre.» Adesso le nostre teste sono unite e lui sta parlando vicino al mio orecchio.

«Mi dispiace...» Dico in un sussurro.

«Dispiace a me. Ci sono stati momenti in cui mi dicevo che non avresti mai potuto lasciarmi definitivamente, ma ce ne sono stati altri in cui ero sicuro che avresti trovato un altro uomo e che mi avresti dimenticato presto.»

«No!» Le lacrime mi bagnano il volto scendendo fino al mento. Siamo ancora incollati l'uno all'altra.

«Lo so. Lo so. Ssh, non piangere adesso. Dimmi solo che non mi lascerai mai più.»

«Non ti lascerò mai, mai, mai. Resterò. Sempre. Con te.» Balbetto tra i singhiozzi. Ci abbracciamo ancora più stretti come per assicurarci che siamo davvero di nuovo insieme e restiamo in silenzio per alcuni secondi o minuti, non lo so.

«Forse è meglio se andiamo adesso, non voglio che tu prenda freddo.» Il maniaco del controllo è tornato. Questo pensiero mi fa ridacchiare tra le lacrime.

«Stai forse ridendo di me, Mrs. Grey?»

«Io? No, non mi permetterei mai, Mr. Maniaco del Controllo.» La sua risata si unisce alla mia. Ci discostiamo, ma Christian non stacca il suo braccio da me, tenendolo attorno alla mia vita. Rivolge lo sguardo alle mie spalle dove si trovano Sawyer e Taylor. Io mi ero completamente dimenticata di loro.

Cinquanta sfumature di un'amnesiaWhere stories live. Discover now