Capitolo 40

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«Pronto?» Rispondo senza guardare il numero.

«Ciao, Ana, sono Grace.» Oh! La madre di Christian.

«Ah, buongiorno. Come sta, Grace?»

«Io bene e tu?»

«Io... bene e... Carrick?»

«Sta bene, sempre molto impegnato con il lavoro, ma sta bene. Anzi, mi ha chiesto di salutarti.»

«Oh, grazie.»

«Quanto tempo è che non ci vediamo? Mi piacerebbe pranzare con te qualche volta.»

Oh, no. Non posso. Comincerei a piangere, se mi chiedesse di me e di suo figlio.

«Oh, sì... uno di questi giorni...»

«Perché non oggi? Hai qualche impegno improrogabile?»

«Non proprio, solo, ho una riunione subito dopo l'ora della pausa pranzo.» Spero che basti a dissuaderla.

«Ok, verrò io dalle parti del tuo ufficio, pranzeremo in un ristorante lì vicino, così tu potrai rientrare immediatamente dopo il pranzo.»

No. Decisamente non è bastato. È più che risoluta ad incontrarmi.

Non mi lascia scelta, non voglio sembrare sgarbata, penserebbe che non gradisco incontrarla. È solo che so che non reggerei una discussione su Christian.

«Va bene, con piacere. A più tardi, allora.»

Mentre mi chiedo di che cosa vorrà parlare Grace per volermi incontrare così presto, squilla di nuovo il mio cellulare. Guardo lo schermo e il bellissimo viso di Christian mi sorride. Esito qualche secondo prima di rispondere, provo a darmi coraggio: so che sentire la sua voce mi farà stare male per il desiderio di rivederlo e di stare con lui. Faccio un respiro profondo e rispondo.

«Christian.»

«Ciao, Ana.» La sua voce è stanca e monocorde. Gli istanti di silenzio tra di noi aumentano la tensione in me.

«Sei in ufficio. Ho interrotto il tuo lavoro?»

«Non ti preoccupare. Come stai?»

«Se ti dicessi che sto bene, mentirei.»

«Christian, per favore...»

«Ok, ok. Ho parlato con mia madre stamattina e mi ha detto che ti avrebbe chiamata.»

«L'ha già fatto, pranzeremo insieme oggi.»

«Non ha perso tempo!»

«Cosa...?»

«Le ho dovuto dire che ci siamo lasciati e... le ho detto la verità.»

«Tutta la verità? Anche il tuo...»

«No, non quello. Le ho detto che tu non ti senti abbastanza per me e che pensi di non potermi rendere felice.»

«Oh...»

«Sì. Be', ho voluto dirtelo perché non ci fossero incongruenze tra la mia versione e la tua.»

«Capisco. Hai fatto bene ad avvisarmi.»

«Mi manchi, Ana.»

«Anche tu.»

«Ti amo... Sono sempre più convinto che tu ti sbagli: non saremo mai felici lontani l'uno dall'altra. Tu ti preoccupi della mia felicità e così stai rendendo infelici entrambi... se non tornerò con te, io non potrò mai essere felice. Mai.»

«Christian, io...»

«Lo so, lo so. Però io sono sicuro che presto tu capirai e tornerai da me... io ti aspetto. Ti aspetterò per sempre. E... Scusa se ti ho disturbato. Ciao.»

Cinquanta sfumature di un'amnesiaWhere stories live. Discover now