Capitolo 36

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Camminiamo mano nella mano lungo il marciapiedi tra la gente che rientra dopo la pausa pranzo.

«Ho temuto che Elena prendesse fuoco quando hai fatto quella battuta pungente sul suo lavoro.» Dice Christian, cercando di nascondere un sorriso.

«Lo sai, io rispetto qualunque tipo di lavoro onesto, ma se l'è cercata, non hanno fatto altro che punzecchiarmi, lei e la sua amica, da quando sono arrivata.»

«Lo so e hai fatto bene a rispondere per le rime.»

«A proposito, grazie.»

«Per che cosa?»

«Per avermi sostenuta contro quelle due streghe. Hai rimarcato con orgoglio le mie qualità e l'importanza del mio lavoro. Ti sei comportato da marito esemplare.»

«Perché io sono un marito esemplare.»

«Che modesto, Mr. Grey!»

«Ho detto solo la verità. Io sono davvero orgoglioso di te. Sei una giovane donna intelligente e intraprendente, colta e appassionata e meriti tutto il meglio.»

Mi fermo di colpo per guardarlo negli occhi. Un'altra dichiarazione d'amore.

«Grazie, Christian, mi fai sentire così speciale e importante.»

«Perché lo sei, piccola.» Emozionata, mi getto sul suo petto abbracciandolo e subito anche le sue braccia sono attorno a me. Restiamo così per alcuni secondi o minuti, non lo so. Ci dimentichiamo di essere in mezzo al marciapiedi, solo il colpo di tosse di Taylor ci fa ritornare sulla terra, così dopo un dolce sorriso tra di noi ritorniamo a camminare.

Mi accompagna fino all'ingresso della Sip.

«Vuoi che ti accompagni fino in ufficio?»

«Certo, se ti va.»

«Mi renderebbe felice.» Continuando a tenerci per mano entriamo, passando sotto lo sguardo di Claire che ci saluta cordialmente. Nel mio ufficio Christian si guarda attorno, sembra troppo imponente: questa stanza sembra troppo piccola per lui. Mi chiedo se sia già venuto qui altre volte e come se avesse intuito i miei pensieri, dice: «Ho sempre pensato che questo ufficio fosse troppo piccolo.»

«Be', se lo metti a confronto con il tuo... questo è poco più grande della tua scrivania. Però a me piace: ho un ufficio mio a pochi mesi dall'assunzione, è comunque un gran traguardo.»

«Certo che lo è.» Mi guarda con uno sguardo enigmatico, penso che voglia chiedermi qualcosa ma non si decide a farlo. Il silenzio regna tra di noi per un po', alla fine trova il coraggio e inizia.

«Ana, io ho bisogno di parlare di noi. Io voglio... vorrei tornare a casa... con te. Mi avevi promesso di darmi una risposta appena ci fossimo visti.»

«Ti ho promesso che ti avrei informato della mia decisione domani sera...»

«Cosa cambia? Oggi o domani sera?»

«Devo fare una cosa prima.»

«Cosa?»

«Domani sera, Christian, per favore.» Fa un sospiro stanco

«E va bene.» Dice sospirando stancamente.

«Piuttosto c'è una cosa di cui dovrei parlarti.»

«Ok, dimmi.»

«Quella donna, Amelia, chi è?» Lo vedo irrigidirsi sulla sedia prima che cominci a parlare.

«È un'importante manager della holding di Los Angeles con cui sto facendo un accordo per la realizzazione e la commercializzazione di elettrodomestici a energia solare. In effetti fa capo ad un'industria tra le prime nel settore. È un affare che mi permetterà di portare a termine un progetto a cui tengo molto e sul quale lavoro da alcuni anni.»

Cinquanta sfumature di un'amnesiaΌπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα