Capitolo 42

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Riattacco e spengo il telefono perché stiamo per decollare e perché non voglio parlare con Ana se mi richiamasse. Non potrei mai riuscire a mantenere il controllo, per come mi sento potrei scoppiare a piangere solo a sentire la sua voce. Non riesco a credere che sia finita. Ana si è ricordata che razza di pervertito sono e ha capito che è meglio starmi alla larga. Come biasimarla? L'ho aggredita, le ho detto che avrei voluto picchiarla selvaggiamente, ho lanciato la tazza di caffè che mi aveva portato contro il muro sotto il suo sguardo terrorizzato. E nonostante tutto aveva deciso di perdonarmi e di tornare da me. Ha sempre avuto fiducia in me, più di quanta io stesso ne abbia mai avuta, nonostante l'amnesia. Ma il momento più doloroso che abbiamo vissuto nella nostra storia, quello in cui io l'ho picchiata sul serio, colpendola con la cintura, è riemerso nella sua memoria. Come può accettare di stare con uno capace di tanto? Come può accettare di stare con uno che l'ha torturata sessualmente, legandola alla croce e portandola al limite di un orgasmo e negandoglielo tante volte? Ci sono molte cose del mio passato di cui mi vergogno, ma questi due episodi sono di gran lunga i peggiori, quelli che mi fanno provare la vergogna più grande che io abbia mai sentito. E proprio quelli Ana ha ricordato. Forse non riuscirà mai più ad avere fiducia in me. Avrà sempre paura di me. Come potrei accettare che la donna che amo più di me stesso viva perennemente nella paura? Forse l'unica prova d'amore che io possa darle è proprio questa: lasciarla andare, darle l'opportunità di vivere senza le ansie e le paure che prova stando accanto a me. Ho fatto bene a dirle di restare con quel Foster. Una cosa è certa: non avrà mai paura di lui. Per il suo bene, per lei posso rinunciare alla mia felicità. Vivrò per sempre nel ricordo di lei. La osserverò da lontano, assicurandomi che stia bene, struggendomi per la lontananza dal mio amore. Mi consolerò rivivendo nella memoria i momenti trascorsi con lei a partire dal primo incontro.

Dio! Quell'intervista ha cambiato radicalmente la mia vita: i suoi occhi, la sua bellezza, i suoi modi discreti, la sua dolcezza e intelligenza mi hanno colpito immediatamente. Come potrò rinunciare a lei per sempre? A lei e a mio figlio?

Intanto il volo prosegue, la fase di decollo è finita e stiamo viaggiando a velocità di crociera. Mancano ancora molte ore prima di arrivare a Seattle, domani mattina. Dovrei dormire, ma da quando non c'è lei dormo anche meno di prima. Per ingannare il tempo, prendo il mio ipad e comincio a sfogliare le foto. La nostra prima foto insieme, quella del giorno della sua laurea, poi quella alla mostra di Josè, quelle in maschera alla serata di beneficienza nella villa dei miei, quelle del matrimonio, quelle del viaggio di nozze. In tutte Ana è bellissima, ma osservandola bene si scorge il suo cambiamento, un cambiamento nello sguardo: incerto ed esitante, quasi timoroso, nelle prime, gradualmente più sicuro nelle successive. Nelle foto del matrimonio e della luna di miele, poi, si legge inequivocabilmente l'amore nei suoi occhi... e anche nei miei. Un amore incondizionato, come lei ha spesso detto prima della maledetta amnesia. E ora dove è finito quell'amore incondizionato? Penso che mi ami ancora, nonostante tutto, ma la paura la blocca. La paura e il fatto che, adesso, non conosce il mio passato.

Che fottuto idiota! Sono un idiota.

È semplice: dal momento che non le ho raccontato tutto del mio passato, Ana pensa che io non mi fidi di lei, in effetti ho centellinato le rivelazioni... perché ho sempre avuto una paura fottuta che mi lasciasse. Come posso pretendere che lei si fidi di me, soprattutto adesso che ha ricordato i due momenti più inquietanti della nostra vita insieme?

Devo dare ad entrambi un'altra possibilità. Andrò a parlarle, subito, appena dopo l'atterraggio a Seattle. Devo dire a Taylor di telefonare ad Andrea per fare annullare i miei appuntamenti della mattina alla GEH perché ho intenzione di andare all'Escala. Dalla mia Anastasia. Le dimostrerò che ho piena fiducia in lei raccontandole ogni particolare, senza escludere niente. Le chiederò di perdonarmi perché non ho mantenuto fede ad una delle promesse nuziali, "avrò fiducia in te". Ho pronunciato queste parole con convinzione davanti al reverendo Walsh, davanti ai testimoni e a tutti i nostri parenti e amici. Voglio fare questo tentativo. Dopo di ciò, se non vorrà saperne di me, mi metterò l'animo in pace e la lascerò libera di vivere la sua vita come desidera. Il mio unico scopo è che lei stia bene, sia al sicuro e sia felice. Se tutto questo sarà possibile solo lontano da me, mi dovrò rassegnare.

Cinquanta sfumature di un'amnesiaWhere stories live. Discover now