Capitolo sedicesimo

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Quando ritorno in me, siamo avvinghiati e per un po' restiamo in silenzio, completamente appagati, occhi negli occhi, una profonda intimità. Non ho mai visto un'espressione d'amore così incantata come quella di Christian quando mi dice: «Ti amo, Ana. Io. Ti. Amo.»

Mi irrigidisco, mentre sento il mio cuore sciogliersi, ma non so cosa rispondere ad una dichiarazione d'amore tanto carica di pathos. Lo guardo con estrema dolcezza e gli accarezzo il volto, poi lo bacio teneramente e a lungo. È il mio modo per dirgli che io ci tengo a lui, che sto bene insieme a lui. Torna il silenzio, un silenzio senza imbarazzo che dura parecchi minuti.

«Non vuoi dormire?» Mi chiede. Io non ho sonno e penso che potremmo...

«Ti piacerebbe raccontarmi qualcos'altro di noi? Qualcosa che abbiamo fatto prima di sposarci o dopo?» Si rabbuia un po'.

Oh, no! È proprio quello che temevo!

«Vuoi che ti parli di qualcosa in particolare?»

«Quello che vuoi tu.» Gli sorrido per rassicurarlo e lui ricambia il mio sorriso, mentre intreccia le sue dita con le mie.

«Vuoi che ti racconti della prima volta che abbiamo fatto l'amore?»

«Forse vuoi dire la prima volta che abbiamo fottuto?» Gli chiedo con un sorriso, ricordandomi la nostra conversazione di qualche giorno fa.

«La sostanza non cambia.» Mi dice con tono di rimprovero, ma trattenendo un sorriso. «Allora, ti va di sapere come è andata?»

«Mi va più che bene. Come abbiamo fatto? Dove eravamo?»

«Eravamo in questa stanza. Io ero sconvolto, anzi no, ero fuori di me per aver scoperto che eri vergine. Ma avevo un tale desiderio di averti che ti ho pregato di fare l'amore insieme... evidentemente anche tu mi desideravi perché non ti sei fatta pregare a lungo.»

«Come mi sono comportata?»

«Sei stata perfetta, come sempre. Ero estasiato per come rispondevi alle mie carezze e ai miei baci, così sensibile, così ricettiva. Hai avuto... ti ho dato il primo orgasmo solo riservando delle attenzioni al tuo seno, accarezzandolo, baciandolo, mordicchiando i capezzoli.»

Io allargo gli occhi, quasi scioccata, Christian se ne accorge e mi dice: «Sì, proprio così. Se solo tu volessi... non hai che da chiedere.»

Dio! Mi figuro nella mente quella scena e sento già i miei capezzoli indurirsi. Sospiro sonoramente e Christian sorride soddisfatto e beffardo perché ha capito l'effetto che hanno suscitato in me le sue parole.

«Ci penserò.» Dico con il cuore in gola.

 Poi prosegue.

«Temevo che, essendo per te la prima volta, non sarebbe stato facile farti godere con la penetrazione, ma tu mi hai stupito come sempre. Dopo i pochi istanti in cui sembrava che provassi dolore, hai cominciato ad inarcare la schiena venendo incontro ad ogni mia spinta fino ad un orgasmo spettacolare.»

«Mi è piaciuto anche allora?»

«Anche?» Mi chiede con l'espressione del gatto che ha appena mangiato il canarino. Io rispondo con una smorfia.

«Sì, ti è piaciuto anche allora. Lo sai cosa mi hai risposto quando te l'ho chiesto?»

«Cosa?» Ho quasi paura di scoprire qualcosa di me che neanche conosco.

«Che avresti voluto farlo di nuovo. Subito.» Spalanco la bocca, incredula. Christian mi osserva, divertito.

«E tu?»

Cinquanta sfumature di un'amnesiaOnde histórias criam vida. Descubra agora