Capitolo 41

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Le giornate scorrono monotone e tutte uguali: casa-ufficio, ufficio-casa. Dal giorno dell'ecografia non ho più visto né sentito Christian, così sono ormai sei giorni che non ho sue notizie e... mi manca... mi manca da morire. I soli fatti degni di nota in questi giorni sono la visita neurologica a cui mi ha accompagnata Grace e una delle conversazioni telefoniche con mia madre. Il dottor Barret, il neurologo, dopo qualche esame non nocivo per il feto e dopo avermi sottoposto ad una specie interrogatorio molto scrupoloso, mi ha detto che apparentemente non ci sono aspetti clinici che impediscano il pieno recupero della memoria. Lui pensa che potrebbe avvenire da un momento all'altro quando meno me lo aspetto. Grace, come di consueto, si è comportata in modo molto dolce e protettivo, ma questa volta non ha fatto parola del rapporto tra me e suo figlio e io le sono stata tacitamente grata. Mia madre, invece, è stata tutt'altro che diplomatica: mi ha letteralmente torturata con uno dei suoi attacchi di logorrea su quanto Christian mi ami e su quanto io lo ami e sul fatto che, se me lo lasciassi scappare, me ne pentirei per tutta la vita. Quando ha avvertito il mio disagio e la mia frustrazione (troppo tardi, ahimè) si è data una regolata, si è scusata e ha cercato di consolarmi. Nel salutarmi mi ha fatto le sue raccomandazioni: «Ana, non rovinare a causa di paure irrazionali una cosa così bella come l'amore che vi lega, solo perché temi che in futuro potreste non essere felici. Chiamalo o vai a trovarlo e parlate... oh, tesoro, sono sicura che andrà tutto bene.»

Anche mia madre è una accanita sostenitrice di Mr. Grey.

Adesso mi sto preparando per la cena di lavoro di stasera. Ci saranno il presidente della Sip Jerry Roach e il vicepresidente Kay Bestie, alcuni scrittori emergenti tra cui Matthew Foster e John Russel e i direttori editoriali che li hanno seguiti. Per questo ci sono anch'io, dato che ho scoperto il nuovo talento di Matthew. Ho deciso di indossare un abito molto sobrio, nero, con l'attaccatura sotto il seno. Ho scelto questo perché camuffa perfettamente la mia pancia e visto che Christian mi ha chiesto di non divulgare ancora la notizia ci tenevo particolarmente a nasconderla. Ho raccolto i capelli in uno chignon sobrio ed elegante e ho indossato un paio di orecchini di brillanti, piccoli, ma molto adatti a me. Sono l'immagine della donna seria e professionale, ma con un tocco di classe a cui contribuisce un trucco poco appariscente.

L'invito era esteso anche a mogli e mariti, ma io andrò da sola e so che dovrò inventarmi qualche scusa per l'assenza di Mr. Grey. Quando sono pronta scendo in garage dove mi aspetta Sawyer sul suv bianco, mi chiedo che fine abbia fatto quello nero.

Durante il tragitto verso il ristorante penso che questa è la mia prima cena di lavoro e sento un po' d'ansia che immediatamente ricaccio in fondo alla mia mente. Arrivati, Sawyer posteggia, mi apre la portiera e mi accompagna fino all'ingresso del ristorante. Proprio mentre sto per posare piede dentro il locale mi sento chiamare. Matthew Foster mi sta rivolgendo un sorriso smagliante, dimostrandosi molto felice di vedermi. Intanto la mia guardia del corpo si congeda discretamente e io e Matt, andando in cerca del nostro tavolo, veniamo invitati ad aspettare gli altri al bancone del bar. Evidentemente siamo i primi ad essere arrivati. La cosa non mi rende particolarmente felice, mentre sembra dare molta soddisfazione a Matt.

«Che coincidenza, siamo arrivati nello stesso istante e siamo i primi...» Dico per rompere il ghiaccio.

«Ti dispiace?»

«No... Io... Era solo così per dire.»

«A me non dispiace affatto, direi anzi che sono felice di poter stare solo con te per un po'.»

Cosa vorrà dire? Avverto qualcosa nel suo sguardo che mi inquieta lievemente.

«Sei molto elegante stasera, Ana... Sofisticata e sexy. Sei splendida, direi raggiante.» Il suo complimento mi imbarazza, lo trovo un po' troppo intimo tra due persone che si conoscono appena. E poi io non mi sento per niente raggiante, ma forse è la gravidanza che mi rende diversa, più... accogliente, all'apparenza. Ma a Matt non posso dire quello che sto pensando, perciò rispondo con un semplice grazie. Mi guarda con una certa insistenza e la cosa mi mette a disagio.

Cinquanta sfumature di un'amnesiaWhere stories live. Discover now