Capitolo settimo

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Ha detto sì. Ana, la mia Ana ha detto sì. Non posso più aspettare, metto le mani tra i suoi capelli e avvicino il suo viso al mio. Il contatto con le sue dolci e morbide labbra mi annebbia il cervello, ci baciamo prima con dolce lentezza assaporandoci. Poi il bacio si fa più intenso, più prepotente, le nostre lingue si intrecciano, si inseguono, come se volessero fondersi l'una nell'altra. Riprendiamo fiato per un momento, la attiro più vicina, sento il calore del suo corpo, quasi mi ero dimenticato di come le sue morbide curve aderiscono ai miei muscoli.

«Ti amo.» Le sussurro contro le labbra, siamo talmente vicini che riesco a respirare il suo fiato.

Ana si blocca per un istante, ma non si allontana. Non ricambia la mia dichiarazione d'amore, ma io non mi aspettavo che lo facesse, devo saper aspettare. Io odio aspettare, ma per lei lo farò.

Intanto le mie mani vagano dal collo fino alla sua schiena. Mi getto all'indietro sul letto con le gambe penzoloni. Trascino con me Ana, lei adesso giace su di me, le sue gambe tra le mie. Ridacchia un po'.

Oh, adoro il suono della sua risata cristallina.

Riprendiamo a baciarci con passione, sono talmente eccitato, il mio uccello è sempre più duro. Non so fino a quando sarò in grado di resistere, ma non voglio forzare la situazione, non voglio rischiare di rovinare tutto con la mia impazienza. La mia erezione è sempre più evidente e a questo punto sono sicuro che anche Ana se n'è accorta. Dannazione.

Non essere infastidito, Grey, dopo tutto è tua moglie. Per l'amor di dio. E questo è il nostro primo contatto dopo tanto tempo.

Lo shock riempie i suoi occhi, si solleva un po', il suo sguardo vaga dal mio viso, al torace, all'inguine. Per un momento temo che scappi via, invece mi stupisce come sempre.

«Si sente messo da parte?» Mormora un po' imbarazzata, facendo un lieve cenno col mento in direzione del mio inguine.

Sorrido in risposta alla sua osservazione ironica, mi fa piacere che il suo senso dell'umorismo sia ancora inalterato.

«Di' sì, piccola, e io ti toccherò e farò l'amore con te.»

«Ma tu non fai l'amore, tu fotti... senza pietà.»

«Cosa hai detto?»

Cazzo! Si è ricordata. Grey, questa volta potrebbe non essere disposta ad accettare il tuo stile di vita.

La paura mi paralizza, resto come impietrito, con gli occhi sgranati.

«Dimmelo, Ana, adesso.»

Anche la sua espressione è sgomenta. I suoi occhi si cominciano a riempire di lacrime. Mi rendo conto all'improvviso che l'ho afferrata per le spalle e la sto stringendo.

«Non lo so!» Urla in risposta al mio tono concitato.

Ma subito si rende conto di aver alzato la voce.

«Christian, mi stai facendo male.» Sussurra con voce addolorata e appena io allento al presa si solleva un po'.

Poi il suo sguardo si fa interrogativo, non si rende neanche conto di ciò che ha detto. Improvvisamente si alza, allontanandosi da me. Il mio corpo agisce senza che il mio cervello possa opporre resistenza, la seguo immediatamente. Siamo in piedi uno di fronte all'altra.

«Mi dispiace, Ana, piccola. Che cosa hai detto?» Accarezzo lievemente i contorni del suo viso con le nocche della mano destra.

«Christian, non so perché l'ho detto. Mi sembra... eravamo in questo appartamento... tu mi hai chiesto di fare qualcosa per te... io non so cosa... poi ti ho detto che ero vergine, non capisco perché ho dovuto dirtelo... E tu... tu hai detto che non fai l'amore. Sono così confusa... non mi ricordo nient'altro. Dev'essere qualcosa che si è impresso profondamente nel mio subconscio per riaffiorare adesso. Spiegami, ti prego.»

Cinquanta sfumature di un'amnesiaWhere stories live. Discover now