Capitolo quarto

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Un fulmine che esplode nel cielo carico di nubi. Le parole dell’infermiera mi colpiscono, mi folgorano con la potenza di quel fulmine.

«Bambino? Che bambino?» Ringhio contro di lei.

«Qui c’è scritto che lei è incinta, Ana. È di cinque o sei settimane. Suo marito lo sa e anche la dottoressa Trevelian-Grey. Sono sorpresa che non glielo abbiano detto… vado a chiamare la dottoressa.» Balbetta e si precipita fuori dalla stanza a grandi passi.

Dov’è quel telefono? Dov’è quel maledetto telefono?

Ma fa sul serio? Quest’uomo è sposato con me, sicuramente sa che io amo le cose semplici. Perché mi ha dato questo cellulare super tecnologico? Sarebbe bastato un telefono più a buon mercato; anche se, devo ammettere, mi sembra molto funzionale e facile da usare.

Prima di iniziare a cercare nella rubrica, sono colpita dall’immagine di sfondo. È una foto di me e di Christian: siamo insieme, su un letto, avvolti in lenzuola bianche, io sono coperta in modo che si possono vedere solo le spalle, mentre Christian ha il petto nudo; intravedo delle piccole cicatrici tonde sparse sul suo torace. Lui tiene un braccio disteso per scattare la foto, le nostre facce sono molto vicine, ci sorridiamo mentre ci guardiamo, sembriamo davvero innamorati, i nostri sguardi adoranti. Mi riprometto di visionare le altre fotografie inserite nella memoria del telefono.

Mi riprendo da quella visione che mi stordisce e faccio scorrere l’elenco dei contatti fino a quando trovo il numero di Christian. Ci sono così tanti nomi di cui non mi ricordo. Chi sono tutte queste persone?

«Ana, hai chiamato?» La voce di Christian suona allegra al telefono, posso quasi sentire il suo sorriso che si spezza molto presto.

«Cazzo! Sì che ho chiamato!» Scatto e lo sento ansimare leggermente all’altro capo del telefono.

«È venuto fuori che sono incinta. Quando cazzo avevi intenzione di dirmelo?»

«Io… volevo… non ho avuto il tempo…» Sussurra.

«Scusa, scusa, devo andare, Christian. Devo fare un’ecografia. Ciao… piccolo» Scatto sarcastica, rimarcando con la voce l’ultima parola, e riattacco prima che lui abbia il tempo di rispondere.

Grazie a Dio, la vecchia e impertinente Ana è tornata!

Intanto arriva l’infermiera.

«La dottoressa non è qui in questo momento, ma ha detto che la raggiungerà appena possibile. Vuole chiamare suo marito per l’ecografia?»

Sussurra senza stabilire un contatto visivo con me, fa cenno verso il cellulareche ho in mano mentre prende una sedia a rotelle che si trova in un angolo della stanza e la avvicina al mio letto.

«L’ho chiamato. Spero che non venga» Mormoro mentre giro la testa da un altro lato.

«Stiamo andando al reparto di ginecologia, Mrs. Grey, la tratteranno bene laggiù.» Mi sorride dolcemente, ma io le rivolgo uno sguardo assassino e lei rapidamente si volta da un’altra parte.

Mi allontano dal monitor e chiudo gli occhi, mentre la ginecologa spinge la sonda dentro di me. Non riesco a crederci. Non ricordo di aver mai fatto l’amore, ma sono incinta. Questo non è giusto…

«Ecco, Mrs. Grey, questo è il suo bambino».

La dottoressa sorride dolcemente e indica una nocciolina sullo schermo. È così piccolo… eppure così pieno di potenziale. Mi ricordo che mia madre una volta mi ha raccontato di quando si è accorta di essere incinta di me, mi diceva che quando ha visto l’ecografia è stata sopraffatta dalla felicità. Io, invece, tutto quello che sento è rimpianto. Questa piccola creatura dentro di me potrebbe cambiare la mia vita, rendermi felice oppure potrebbe rovinarmi completamente. Sto per avere un bambino, a ventidue anni, con un uomo che nemmeno conosco…

Cinquanta sfumature di un'amnesiaWhere stories live. Discover now