Capitolo ventottesimo

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Un'altra settimana è passata, sono le 23,50 di venerdì e stiamo rientrando dalla Olimpia Tower. Finalmente abbiamo trascorso una serata fuori, abbiamo partecipato ad una cena di gala organizzata dall'associazione dei giovani industriali dello stato di Washington. Christian mi ha detto che, pur essendo utile per i suoi affari presenziare a quest'evento, sarebbe rimasto a casa con me se io fossi stata stanca. Io, invece, ero entusiasta di uscire di casa una volta tanto. È stata un'occasione molto chic in cui erano espressamente richiesti l'abito lungo e lo smoking; io, a parte un make-up leggero e un'acconciatura naturale, ho indossato un vestito davvero bellissimo, lo ha disegnato un giovane stilista che ho conosciuto alla Sip perché deve pubblicare la sua autobiografia. È blu notte, con il corpetto laminato e spalline sottilissime, molto scollato, la gonna, aderente sui fianchi, si allarga verso il basso e ha un po' di strascico. Per una volta, senza dire niente a Christian, l'ho scelto io e non una personal shopper, così lui appena mi ha vista... mi viene da sorridere al ricordo... è rimasto senza parole. Siamo rimasti a fissarci ai due capi della stanza fino a quando lui, riscuotendosi, si è avvicinato a me con gli occhi che brillavano di ammirazione.

«Cosa c'è, Mr. Grey, non ti piace il mio vestito?»

«Pensavo che avresti indossato uno di quelli che sono nella cabina armadio...»

«No, l'ho scelto io, pensando di farti una sorpresa. Allora, non ti piace.»

«Scusa, io non so cosa dire...»

Mi ha accarezzato il collo, la spalla destra, scendendo molto lentamente su un seno e con il pollice ha fatto dei movimenti in circolo intorno al capezzolo attraverso la stoffa, mentre i suoi occhi ipnotici non lasciavano i miei. Immediatamente il mio corpo traditore ha reagito al suo tocco, i capezzoli si sono induriti e un fremito ha attraversato il mio basso ventre. Poi, mi ha abbracciata, cingendomi la vita, e mi ha stretta contro i suoi fianchi, facendomi sentire la sua eccitazione.

«Lo senti, quanto mi piace?»

«Christian!» L'ho rimproverato, cercando di nascondere il mio sorriso.

«Sei bellissima. Cazzo, come farò tutta la serata in queste condizioni?». Poi, senza indugio mi ha preso per mano e siamo usciti di casa.

Non è stata una serata che si possa definire divertente, in fondo l'obiettivo principale dei presenti era quello di fare affari, in abito da sera, attorno ad una elegante tavola apparecchiata, ma sempre di lavoro si è trattato. Ho conosciuto armatori, imprenditori del campo dell'edilizia, delle comunicazioni, giornalisti di testate importanti e le loro accompagnatrici, fidanzate, mogli, che fossero. Per lo più noiosi personaggi impettiti e pieni di sé, boriosi e arroganti... benché mi renda conto che anche Christian possa dare la stessa impressione a chi non lo conosce bene. Eccetto che per un particolare: lui non è mai noioso. Per fortuna io e mio marito ci siamo concessi qualche piccolo diversivo, quando siamo usciti sulla terrazza e quando mi ha accompagnato ad incipriarmi il naso nel bagno delle signore. Lui sa sempre come ravvivare qualunque situazione. Mi viene da ridere se ripenso a come ci hanno guardati le signore dell'alta società quando siamo usciti insieme dalla toilette. Io sul momento mi sono sentita in imbarazzo, Christian, invece, sempre affascinante e sicuro di sé e con una faccia tosta come poche al mondo, tenendomi per mano ha sfilato attraverso l'anticamera con un sorriso smagliante sotto gli sguardi divertiti di alcune o scioccati di altre donne, salutando con un "Buonasera, signore" che ha lasciato tutte a bocca aperta.

In questo momento siamo sul retro del Suv, lo osservo mentre sta digitando un messaggio con il cellulare. Come può essere così incredibilmente bello! Lo smoking nero con il papillon, il suo profilo perfetto, un po' di barba... è così sensuale, così... Dio, lo mangerei!

Ha chiuso il telefono e mi sta guardando. «Che c'è Mrs. Grey, mi trovi interessante?»

«Sì, parecchio interessante, sei bellissimo, così elegante, e sexy...»

Cinquanta sfumature di un'amnesiaWhere stories live. Discover now