9. Fotografie

692 36 7
                                    

Draco

Arrivo in camera sbattendo la porta, per poi allentarmi la cravatta che sembra starmi soffocando.

Mi avvicino al bagno e apro l'acqua aspettando si faccia gelida.

Sbottono i primi bottoni della camicia bianca e mi lavo il viso con l'acqua ormai ghiacciata.

Alzo lo sguardo verso lo specchio con il viso gocciolante.

Mi sento così inutile.
Ma io non voglio essere come lui, non voglio essere come loro.

Stringo il lavandino con le mani e chiudo gli occhi tremanti.

Quando sono così non c'è niente che possa rimediare, le mie nocche si fanno bianche e se potessi sradicherei questo lavandino.

Torno in camera portandomi una mano alla testa, lanciando un incantesimo alla porta quasi senza pensarci.

Cammino a vuoto per la superficie di legno del pavimento, con la camicia aperta e i capelli scompigliati.

Dopo alcuni minuti il mio sguardo si ferma sui cassetti in basso a sinistra della mia scrivania, tutti e tre aperti.

Mi avvicino in modo cauto come se dentro potesse esserci qualcosa, ma il mio sguardo diventa più tranquillo quando vedo solo alcune cose di poco conto.

Pezzi di foglio di pergamena di compiti d'estate incompleti, un libro spaginato che sembra riguardare Pozioni.

Tutte cose che avevano a che fare con la scuola.

Stranamente messe in subbuglio.

Mi piego sulle ginocchia per esaminare l'ultimo cassetto, più aperto degli altri.

Ancora fogli, più o meno vecchi.

Li prendo insieme con una mano e li lancio a terra.

Sotto, sul fondo del cassetto, qualcosa richiama la mia attenzione.

Tiro fuori una busta che sembra scalfita dal tempo, piena di macchie e un po' consumata sui lati.

Non mi ricordavo di aver messo una busta qui.

Titubante, la tiro fuori, mentre la mia mano sembra tremare ancora per l'accaduto di prima.

Indietreggio fino al letto ispezionando la busta da lettere che rigiro tra le mani.

Non sembra per niente piena, eppure, è sigillata bene, come se non volesse essere aperta.

Provo ad aprirla con scarsi risultati.

Ci sarà qualche stupido incantesimo.

Senza esitare oltre, prendo tra i denti un lato della busta e la strappo con quanta forza ho.

Prima che possa divaricare i fogli di pergamena vecchia che delimitano la busta, sento bussare alla porta.

«Va' via» dichiaro a priori, fissando la porta.

«Draco» sussurra una voce femminile.

Faccio per aprire bocca ma mi ferma un sospiro dall'altro lato della superficie spessa della porta: «Sono mamma».

«Alohomora.»

Dopo qualche istante, mia madre, con i capelli un po' in disordine e le mani giunte sul ventre, si mostra sulla soglia.

La vedo entrare a piccoli passi quasi come se potesse disturbarmi anche respirando.

«Colloportus» sibila, brandendo la sua bacchetta verso la porta.

Pages of Lifetime Memories 2; d. malfoyWhere stories live. Discover now