86. Riempire

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Martina

Non ho intenzione di muovermi da questa sedia.

E' appiccicaticcia, scomoda e anche arrugginita, ma non è nei criteri di ciò che mi interessa in questo momento.

Ventotto ore. Sono passate ventotto ore dalla fine di quello che tra di noi chiamiamo 'brutto incubo'.

Ho imparato tantissime cose in queste ventotto ore: una di queste è che non c'è niente di più agonizzante del bip delle macchine a cui è attaccata una delle persone che, bene o male, hai vissuto.

Come ho fatto a capirlo? In ventotto ore ho sentito due di questi bip. Due bip che segnalavano la presenza di due persone a cui voglio bene.

Circa mezz'ora fa Leo è sgattaiolato in questa stanza per annunciarmi che da lì a poco sarebbe arrivato il Ministro per parlare con me. Con noi.

Non penso di riuscire a reggere. Non per Fudge, non per le domande, per tutto ciò che la sua visita e i suoi punti di domanda mi riporteranno alla mente.

Il San Mungo è l'unico posto in cui non volevo entrare dopo la fine della battaglia, eppure, l'ironia della sorte vuole che io sia seduta su una delle sue sedie.

Cazzo.

Tre: il numero delle persone che conoscevo che ho visto morire.

E adesso sono qui, con una mano stretta nella mia, a sperare che il numero non aumenti.

Sollevo il braccio per tirare via la lacrima sulla mia guancia.

Tiro su col naso. «Non anche tu. Devi farlo per noi.»

Mi porto la sua mano raggomitolata sul viso e cerco di farmi forza.

Non dovevo piangere. Ho già pianto abbastanza nelle ultime ventotto ore.

Qualcuno bussa alla porta. «Si può?»

«Sì, sì.» Faccio per alzarmi con l'intento di lasciare il posto a chi sta entrando.

«Marti.» E' Blaise.

«B.» Tiro su un angolo della bocca e mi siedo sul letto.

Non voglio che mi veda piangere. Non ha bisogno di vedermi piangere, non dopo averlo sentito trattenere i singhiozzi durante il tutto tragitto da Hogwarts a qui.

Si avvicina a me e si poggia sulla sedia che ho appena lasciato. «Come stai?»

«Sai quanto ti voglio bene, B, e proprio per questo non è il momento adatto per farmi questa domanda. Tu come stai?»

Ritrae le labbra.

Come cazzo deve stare? Sono un'idiota.

«Scusami. Scusami tanto. Non si sa mai cosa dire in queste situazioni. Sono un disastro.» Scuoto la testa, sconsolata.

«Sta' tranquilla.» Abbassa la testa per qualche secondo prima di guardarmi negli occhi. «Non è possibile. Non voglio crederci. Io non...»

Allungo una mano per mettergliela sul ginocchio. «Lo so, B. Lo so...e se c'è qualcosa che posso fare realmente per te, chiedimela. Ti prego, chiedimela. Mi sento così impotente.»

Daphne era stata trovata morta accanto all'accesso per le cucine.

«L'avrei fatto, Marti. L'avrei fatto se tu potessi evitare tutto questo.»

Alzo lo sguardo al cielo, come a chiedere il motivo per il quale tutto ciò era stato destinato a noi.

Il mio amico si volta verso Kevin, nel letto su cui sono seduta, e gli scocca un'occhiata colma di qualcosa che non riesco a capire del tutto.

Pages of Lifetime Memories 2; d. malfoyWhere stories live. Discover now