46. I'll thank my lucky stars for that night

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Martina

Cinque giorni.
Sono passati esattamente cinque giorni.

Pensavo di non sopravvivere crogiolandomi nel dolore già al primo.
E sotto questo punto di vista, posso ammettere che sono stata sin troppo tragica.

Ma il mio dolore non se n'è andato. Non è stato facile e non lo sarà.

Ha davvero rinunciato al nostro futuro?
Pensavo davvero che Draco mi amasse.

Ci ho creduto con tutta me stessa ma lui mi ha dimostrato il contrario.
Ha detto che mi avrebbe protetta da tutto e da tutti, invece mi ha lasciato recandomi un dolore che non sapevo di essere capace di provare.

Mi sento persa: non voglio sentirmi persa solo per una persona che probabilmente non mi merita, voglio essere forte, come lo sono sempre stata in tutti questi anni.

Volevo davvero che la nostra vita insieme andasse avanti, sognavo persino un futuro con lui.

Ma forse ero troppo abbagliata dai sentimenti che provavo e che nonostante tutto continuo a provare, per rendermi conto che lui mi stava prendendo in giro.

Una parte di me sperava davvero che venisse a parlarmi, che si rendesse conto dell'errore commesso, che mi dicesse che mi amava e che mi avesse mentito per chissà quale strano motivo.

La decisione di dargli tutto l'amore che avevo mi si è ritorta contro, perché è chiaro che non mi ama quanto pensavo, o magari non mi ama nemmeno, non l'ha mai fatto.

Il primo giorno è stato un inferno: quel giorno più di tutti mi aspettavo corresse da me e mi baciasse, che si precipitasse in dormitorio divorato dal senso di colpa.
Una minuscola parte di me sperava anche che mi facesse una scenata davanti a tutti.
Non è successo, e il mio cuore è andato in frantumi più di quanto lo fosse il giorno precedente.
Ellie mi ha detto che Ron, Hermione, Harry e Ginny hanno chiesto di me, e lei gli ha detto che avevo un brutto mal di pancia, ma che sarei tornata presto.
Da un secondo all'altro, chiusa nel dormitorio tra le lacrime e le sue felpe, lo immaginavo entrare dalla porta a chiedere perdono strisciando.
Quel giorno mi sono arresa totalmente alla remota speranza che lui potesse tornare da me: non ho frequentato le lezioni, non sono andata a pranzo, anche se Elleri è corsa qui con quello che era rimasto del pranzo sul tavolo della Sala Grande.
Ho una voragine allo stomaco che non riesce a farmi aprire bocca nemmeno per mangiare.
Quel giorno mi sono sentita pronta a mandare tutta la mia reputazione a puttane, ero pronta ad affrontarlo, a capire perché mi aveva ingannata tutto questo tempo. Per fortuna poi sono tornata in me e ho salvato quel briciolo di dignità che mi è rimasto.

Il secondo giorno è partito uno schifo: non ho dormito per niente pensando a come si stesse sentendo Draco in quel preciso istante, e verso le due di notte, quando le mie palpebre sono calate per la stanchezza, ho avuto un incubo. Stavolta non c'era Draco ad abbracciarmi, a dirmi che sarebbe andato tutto bene, a coccolarmi tutta la notte.
Nonostante ciò, ho ricominciato a parlare a monosillabi con Elleri ed Anna. El mi ha portato il pranzo come il giorno precedente, ma io non ho toccato cibo.

Il terzo giorno, tra i singhiozzi e le lacrime insistenti, ho avuto un dialogo con Elleri. Ho tentato di capire come sarebbe stata la mia vita senza di lui, ma in fondo non ci credevo nemmeno io.

Il quarto giorno mi sono guardata finalmente allo specchio del piccolo bagno del dormitorio: i capelli in disordine, gli occhi gonfi e rossi, occhiaie scure, viso spento.
Mi è balenata in testa l'idea di salire sulla bilancia magica e pesarmi. L'ho fatto. Nello stesso istante in cui mi sono accorta di aver perso due chili in quattro giorni, ho pensato a cosa mi avrebbe detto Draco.
Quel giorno mi sono resa conto di essermi rintanata nel dormitorio quasi come se quell' ambiente potesse proteggermi.

Pages of Lifetime Memories 2; d. malfoyOù les histoires vivent. Découvrez maintenant