48. Catullo

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Martina

Davvero?

Davvero si fa problemi per la mia salute che lui ha brutalmente rovinato?

E' colpa sua se sto così.

Quando esco dal dormitorio con Lillo, per prendere un po' d'aria, le persone intorno a me prendono a lanciarsi occhiate.

Probabilmente perché è da una settimana che vado di rado a lezione e ciò che si vocifera non mi aiuta.

Ma finché sono solo voci, sto tranquilla.

I pettegolezzi sono sempre così: a volte c'è un fondamento di verità, altre no.

La maggior parte delle volte non si viene a sapere mai se una voce è vera o falsa.

Anche se non so cosa si vocifera in giro, spero non esca mai quello che c'è stato tra me e Draco.

Perderei anche l'ultima briciola di dignità che mi è rimasta.

Mi volto indietro per vedere se Lillo sta mantenendo il passo, e lo vedo trotterellare proprio dietro me.

Abbozzo una risata per la sua camminata e lui scuote le orecchie quando mi vede ridere.

Non rido da giorni: è passata una settimana eppure non sono riuscita a ridere nemmeno una volta.

Come può qualcosa di così prematuro e adolescenziale toglierti il sorriso?

Sono sempre stata una ragazza forte, e non pensavo che Draco potesse rompere la barriera che mi ero costruita in così tanto tempo.

Ho impiegato anni a tirare su i miei muri, ma lui li ha buttati giù completamente, lasciando solo un cumulo di macerie miste a delle emozioni ormai sfumate.

Con solo qualche parola è riuscito a distruggere tutto.

«Ehi.»

Sento qualcuno chiamarmi, poco lontano da me.

Mi giro e vedo una divisa gialla e nera.

Cedric.

«Ciao Ced...» cerco di sfoderare un sorriso.

«Volevo chiederti se...va tutto bene...insomma...»

Si passa una mano tra i capelli, imbarazzato.

Scorgo a qualche metro da noi un gruppetto di Tassorosso che penso siano suoi amici.

«Sto bene» mento, e cerco di sorridere ancora.

«Sono...contento...» accenna.

Abbassa lo sguardo verso Lillo che con la testolina rivolta verso l'alto lo scruta attentamente.

«Ehi piccolino...» sorride Cedric, piegandosi sulle ginocchia.

Chiudo gli occhi cercando di togliere dalla testa la somiglianza con Draco che l'ha sempre chiamato "piccoletto".

«Si chiama Lillo» deglutisco.

Chiamalo Lillo, non piccolino.

«E' un bel nome» ridacchia, cercando di accarezzarlo sul dorso.

Draco è scoppiato a ridere quando gli ho detto che avrei voluto chiamare il gattino Lillo.

«Già.»

Mentre Cedric da qualche buffetto a Lillo sulla testa, io mi guardo intorno.

«Lo hai da molto?» domanda Cedric senza guardarmi.

«Oh. Non da molto, me l'hanno regalato questo Natale.»

Proprio mentre Cedric sta per replicare, qualcuno passa accanto a me sfiorandomi la spalla.

Pages of Lifetime Memories 2; d. malfoyWhere stories live. Discover now