Epilogo

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Dieci anni dopo
Draco

Scesi le scale sistemandomi i polsini della camicia che profumava di pulito. Lanciai un'occhiata alla decina di copie di Somberness sull'enorme tavolo che c'era al primo piano e curvai le labbra in un sorriso soddisfatto. Avevo scelto quel nome perché era tutto ciò che mi rappresentava: umbratilità, nero, caligine, malinconia, buio.

Somberness era la mia essenza, gli scheletri nel mio armadio, la mia infanzia rovinata, i mostri sotto al mio letto.

La mia donna, appena sveglia, aveva deciso di farsi una doccia. La camera da letto odorava di sesso, lei profumava di sesso. Io mi ero alzato e avevo indossato una camicia e un pantalone, pronto per andare a navigare nel mio dolce mare.

Mi guardai allo specchio e mi sorpresi a ripensare a quanto fossi rimasto uguale alla mia versione diciassettenne, tranne che per il filo di barba che puntualmente radevo.

Improvvisamente, uno squillo mi destò dai miei pensieri. Il cellulare: ormai l'avevo da così tanto tempo che avevo imparato a riconoscere la suoneria odiosa anche se fosse stato in un'altra casa.

Lo afferrai dal divano e toccai l'icona con la cornetta verde. «Pronto, Chloe?»

Chloe. Questo nome ricorderà sicuramente qualcosa: la mamma della bambina soccorsa sul Tower Bridge era incespicata nel corso della mia vita un'altra volta.

«Draco!» La mia amica e manager esplose in un'esclamazione colma di allegria.

«Ehi. E' successo qualcosa?» Ero sorpreso di trovarla così contenta di buon mattino.

«Non hai idea di cosa mi hanno appena comunicato, Draco!» Sembrava non riuscire a contenere la felicità, nonostante intuii che si trovasse in ufficio. Le voci dei suoi colleghi che parlottavano si udivano ovattate.

«Be', allora non tenermi sulle spine. Dimmi tutto, Chloe.» Afferrai una copia di Somberness dal tavolo e me la rigirai in mano.

«Si tratta di Somberness, Draco. Stamattina mi ha contattato la capo redattrice della Hopkins.» Lasciò la frase in sospeso e la sentii camminare fin quando le voci dei suoi colleghi in sottofondo non svanirono. «Hai venduto un milione di copie.»

L'edizione di Somberness che tenevo in mano cadde a terra e non mi piegai per raccoglierla.

Porca troia. Un milione di copie. Cazzo! Sembravo l'unico che credeva in questo fottuto libro. L'unico, e adesso un milione persone ci credevano con me.

«Draco? Sei ancora in linea?»

«Sì, Chloe. Cazzo, non ci posso credere!» Mi passai una mano tra i capelli e allargai un sorriso.

«Neanch'io, non puoi immaginare la faccia che ho fatto quando Matilda me l'ha comunicato. Sono così contenta, Draco! Te l'ho detto un sacco di volte che dovevi crederci fino in fondo.»

«E avevi ragione, Chloe.» Sorrisi, anche se lei non poteva vederlo. «Ti meriti una bella cena offerta dal sottoscritto.»

«A proposito, perché non organizziamo qualcosa per festeggiare?» propose. «Un bel locale per il traguardo di Somberness.»

«Non so se sia il caso. E' stata una settimana sfiancante e...»

«Draco, non puoi non festeggiare il milione di copie del tuo libro perché è stata una settimana sfiancante! Faresti bene a rifilarmi una scusa migliore» protestò, visibilmente in disappunto.

«E' che ho un sacco di cose da sistemare, devo lavorare e ho promesso che avrei passato del tempo con...»

«Vuoi farmi credere che lei ti dirà di non essere disponibile per stasera? Non appena le darai la notizia sarà più felice di me e te messi insieme. Stasera, 20.30 allo Scott's.»

Pages of Lifetime Memories 2; d. malfoyWhere stories live. Discover now