19. Ritorno

812 40 1
                                    

Martina

Mi sistemo i capelli nel riflesso del piccolo specchio sulla scrivania.

Spero di non aver esagerato tagliandoli così tanto.
Però ammetto che mi piacciono.

Diciamo che i parrucchieri babbani non sono poi così male.

Sono le sei e quaranta del due gennaio.
E tra esattamente tredici ore si torna a casa.

Hogwarts.

I dettagli sono che devo ancora preparare il baule e trovare i libri di scuola lanciati chissà dove.

Ma nonostante questo, sono seduta alla scrivania giocando distrattamente con l'anello di Draco che porto al dito, con quel quaderno strano davanti.

E' da venti minuti che cerco di capirci qualcosa, ma è sempre uguale.
E' sempre uguale, non cambia nulla.

E io inizio a stancarmi e non capirci niente come il primo giorno.

Vorrei parlarne con Draco, con Elleri.
Ma non voglio metterli in questioni che non sono andati a cercarsi.

E' un po' come mettergli tra le mani qualcosa che loro non cercavano e che non vogliono.

Draco darebbe di matto.

Continuo a sfogliare le pagine senza uno scopo preciso.

Di punto in bianco, la macchia nera sulla pagina, scompare.

Appoggio la tazza di cioccolata calda che mi ha preparato la mamma sulla scrivania e prendo il quaderno, che sembra più freddo, tra le mani.

Mi sale un groppo in gola e rannicchio i piedi sulla sedia.

Lentamente, con scrittura quasi simile a quella di un poeta, sinuosa e con molte curve, chiara e limpida, compaiono alcune lettere.

Prima una M, poi una E, una Z, un'altra Z.
Non c'è bisogno che continui a leggere.

Mezzosangue.

Come me.

Lancio distrattamente quel quaderno infernale sulla scrivania.

E' tutto così criptico.
E io non sono esattamente il massimo nel leggere tra le righe.

Sono la persona meno adatta a interpretare.

Elleri e Draco si contendono il posto per i più bravi Serpeverde del nostro anno, loro saprebbero come interpretare.
Io no.

Sospiro e avvicino la tazza ricolma di cioccolata alla bocca.
Impazzirò.

«Marti!» mi chiama mia madre dal piano di sotto.

«Cosa c'è?» urlo.

«Hai fatto il baule?»

«Ora lo faccio, mamma!» grido, per poi alzare gli occhi al cielo.

E' mai possibile?
So che devo fare il baule, non sono una bambina.

Mi alzo dalla sedia smettendo di sorseggiare la cioccolata e prendo a mettere alcuni vestiti dall'armadio nel baule.

Inizio a mettere anche un po' di cose estive, poiché tra solo pochi mesi farà già caldo.

Non amo l'estate, preferisco l'inverno: neve, coperte calde, freddo.

Nonostante abbia messo anche un po' di cose estive, le felpe di Draco dominano nel mio baule.

Devo portarle con me, anche se non gliele restituirò.
E lui questo lo sa benissimo.
Sono tutte mie.

Improvvisamente, la porta si spalanca, rivelando il volto allegro di mio fratello «Ciao sorellina!»

Pages of Lifetime Memories 2; d. malfoyWhere stories live. Discover now