Capitolo 5

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Capitolo 5


Non tornò alla torre di astronomia la notte successiva. Nè la notte dopo. Neanche Regulus. James controllò. Era così che ora trascorreva il suo tempo libero, a guardare il nome di Regulus muoversi sulla mappa. Era assolutamente e sicuramente patetico. Ma questo non lo fermò.

"Ehi, Terra chiama Ramoso?" Sirius schioccò le dita con impazienza in direzione di James.

James alzò lo sguardo dal camino e trovò i suoi tre amici che lo fissavano.

Passò un secondo.

"Scusa, che cosa?"

Sirius sbuffò. "Pianificazione della festa di Halloween, vuoi contribuire con qualcosa?"

"Non lo so," si abbassò sulla sedia, inclinando la testa all'indietro per guardare il soffitto. "Non possiamo semplicemente fare quello che abbiamo fatto l'anno scorso?"

Sirius sussultò. "Non possiamo solo...tu...Remus, hai sentito cosa ha detto?"

James stava prestando attenzione solo vagamente. Sapeva che qualcuno stava dicendo qualcos'altro, poi sentì i rumori attutiti di passi strascicati e libri che si chiudevano. Sirius però non riprese a parlare, quindi la considerò una vittoria.

Il viso di Remus comparve sopra di lui.

"Hey Moons" disse stancamente.

Remus si infilò il labbro inferiore tra i denti, gli occhi che andavano su James come se fosse una pozione che non bolliva per bene.

"Andiamo, ok?" disse alla fine.

James inarcò la fronte. "Scusa, non posso andare da nessuna parte in questo momento. Sono nel bel mezzo di un lavoro molto importante".

"Oh davvero?"

James annuì, espressione seria. "Mhm, qualcuno deve contare tutte le crepe nel soffitto."

Remus sorrise, allungandosi e afferrando il polso di James, "Dai Prongs, andiamo."

"Se hai intenzione di rapirmi almeno abbi la decenza di dirmi dove stiamo andando", James notò che Sirius si era ritirato dall'altra parte della sala comune con Mary, Pete non si vedeva da nessuna parte. Remus li aveva chiaramente congedati.

"Non sono sicuro che i rapitori siano noti per essere particolarmente rispettabili".

"Che palle," borbottò James, lasciandosi trascinare fuori dal buco del ritratto e poi nel corridoio.

All'inizio camminarono in silenzio, James si infilò le mani appena liberate nelle tasche e fece uno sforzo per non guardare nessuno. Il problema dell'essere una persona generalmente socievole è che non esiste un modo efficace per comunicare alle persone di stare alla larga da te quando stai passando una brutta giornata.

"Non hai portato il mantello", si ritrovò a dire James alla fine.

"No, infatti. Molto astuto da parte tua averlo notato".

James sbuffò una risata. "Sarai contento quando verremo beccati per essere andati in giro dopo il coprifuoco?"

Remus battè il distintivo del prefetto sul petto, lanciando a James uno sguardo furbo.

"Ah," disse James saggiamente. "I vantaggi di svendersi alle autorità".

Remus alzò solo gli occhi al cielo, continuando a fare la strada. La cosa bella di Moony, beh, una delle tante, era che era un'ottima persona con cui non fare conversazione. Non era a disagio con il silenzio. Poteva lasciare che il tempo passasse, in un modo in cui James non era mai stato molto bravo. A Remus non importava che tu fossi triste, ma non perché davvero non gli importasse, ma perché capiva che a volte le cose non possono essere semplicemente aggiustate. Avevano solo bisogno di essere ascoltate.

Choices  ||Jegulus/Wolfstar || TRADUZIONEWhere stories live. Discover now