Capitoli 43

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TW: Riferimenti ad abusi su minori
TW: Alcolismo
Tw: Violenza

Note traduttrice: Scommetto che solo leggendo gli avvertimenti, avrete capite di qualche personaggio parleremo in questo capitolo.
Also: Effie ti amo tantissimo, da grande voglio essere te. James pensò che non esiste al mondo una persona cucciolosa e dolce come te. Sirius, sei così umano che mi fai paura ❤️


Capitolo 43


PARTE I SIRIUS

Remus non era a casa quando Sirius tornò dal Ministero. Egoisticamente, Sirius era arrabbiato per questo. Non proprio con Remus, per lo più solo con l'universo. Era tardo pomeriggio e Sirius aveva un prurito sotto la pelle che non se ne andava via. Cammina per il loro appartamento - in realtà iniziò a fare addirittura le faccende domestiche - qualsiasi cosa pur di tenere le mani occupate. O la sua mente. Tuttavia, non riuscì a fare nessuna delle due cose, non riusciva a rimanere impegnato con qualcosa prima che i pensieri iniziassero ad affollarsi.

Quando Sirius era bambino, prima di Hogwarts, prima che avesse una bacchetta, sua madre a volte lo chiudeva a chiave nella sua stanza. Quando si comportava male. Quando aveva ospiti a casa. Quando era stanca di lui. Ora, davvero, tutto sommato, non era poi così male. La sua stanza era, come ogni stanza di Grimmauld Place, abbastanza grande e decadente, arredata con un inquietante stile gotico. Il problema era che a volte lo lasciava lì per ore. Poteva provare a chiamarla. O a chiamare suo padre. O Regulus, anche se sarebbe stato comunque troppo piccolo per essere d'aiuto. Ma nessuno avrebbe mai risposto.

Non sapeva quando sarebbe uscito di nuovo. Pensava di essere stato lasciato a se stesso, abbandonato, dimenticato. Questo era ciò che aveva fatto sì che i muri iniziassero a chiudersi. Ciò che gli aveva fatto strangolare le costole. Che gli faceva bruciare gli occhi. Non è che Sirius non riuscisse a stare solo. Certo che poteva. Era solo che nelle sue brutte giornate il silenzio, il vuoto iniziava a mangiarlo. E una voce infantile gli urlava dentro la testa.

Non torneranno mai più.

Non torneranno mai più.

Non sono mai tornati per me.

Voleva uscire ma sapeva che se lo avesse fatto, avrebbe finito per fare qualcosa di stupido. Sarebbe finito ubriaco o arrestato o entrambe le cose. Non è che gli importasse davvero, ma poi Remus si sarebbe arrabbiato con lui e Sirius non lo voleva in quel momento. Non voleva attirare la sua attenzione in quel modo. Voleva solo che fosse lì . Quindi rimase alla porta, con la giacca e gli stivali, per dieci minuti buoni prima di ringhiare e tornare nell'appartamento.

I piatti erano mezzi lavati, il pavimento mezzo spazzato, il bucato mezzo asciugato. Tutta la sua pulizia parziale aveva lasciato la casa mezza pulita e niente di tutto quello aveva aiutato in qualche dannato modo. Sirius aveva voglia di arrampicarsi su per le maledette mura, un esercito di formiche vivevano sotto la sua pelle, lo facevano impazzire. Beh, più che impazzire. Fece partire un po' di musica, la fece esplodere a tutto volume. Le sue dita tamburellarono su ogni superficie che potevano raggiungere, i piedi battevano e le gambe che rimbalzavano.

Si fecero le dieci di sera prima che iniziasse a preoccuparsi davvero. Prima che smettesse di essere in grado di razionalizzare il tutto. Perché Remus era un uomo di ottant'anni nel corpo di un ventenne e non stava mai fuori così tardi. Diavolo, stava a malapena sveglio così tardi, si addormentava sempre sulla spalla di Sirius o in braccio a lui.

Sirius aveva rimandato la chiamata con James e Lily perché non voleva sembrare bisognoso, disperato o asfissiante. Come se avesse bisogno che il suo ragazzo fosse sempre presente nel caso avesse una crisi emotiva. Aveva paura che avrebbero visto nei suoi occhi quanto stesse lottando quel giorno, quanto Walburga lo stesse influenzando anche se non l'aveva nemmeno vista, cazzo. Temeva che gli avessero lanciato un'occhiata e avessero detto "sì, sì, Moody aveva ragione, non può gestirla da solo".

Choices  ||Jegulus/Wolfstar || TRADUZIONEWhere stories live. Discover now