Capitolo 27

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Capitolo 27



Sono qui Reg. Sono qui.

Ed io non so quante volte devo dirti che non è abbastanza.


James aveva ricominciato ad avere gli incubi. Non era sicuro del perché. Era passato quasi un anno e non era successo niente. Almeno non a lui. Erano diversi da come erano prima. Regulus era sempre in piedi da solo al buio. Non perché fosse notte, o perché qualcuno avesse spento le luci, ma perché non c'era nient'altro. Nessuna parete e nessun pavimento. Nessun cielo, nessuna terra. Tutto era nero e lui era semplicemente... lì. Da solo. Aveva paura. James lo chiamava ma lui non lo sentiva. Lo raggiungeva, ma non lo sentiva. E onestamente, era abbastanza spaventoso. Era spaventoso vedere il terrore crescere nei suoi occhi e non essere in grado di farci nulla. Gli incubi terminavano così e James si svegliavava ancora sudato e freddo.

Non finivano sempre così però.

Ad un certo punto, mentre James diventava più isterico nei suoi tentativi di raggiungere Regulus - per convincere Regulus a guardarlo - le mani iniziavano a uscire dall'oscurità. Se appartenevano ad altri corpi, James non lo sapeva. C'erano solo delle mani. Afferravano le caviglie, i polpacci, i polsi di Regulus. E Regulus iniziava a urlare. Era terribile. James. Jamea. James. La sua voce esplodeva, si spezzava in due mentre provava a chiamarlo.

Sono qui Reg. Sono qui.

Ed io non so quante volte devo dirti che non è abbastanza.

James si alzò a sedere, il respiro pesante, le lenzuola umide di sudore. Stava tremando, si morse la lingua per trattenere qualunque cosa gli fosse rimasta in gola. Un singhiozzo. Un urlo. La cena. Aveva lanciato un incantesimo silenziatore sul suo letto prima di andare a dormire, lo faceva ogni notte. Poteva solo immaginare le cose che urlava.

Ci vollero alcuni minuti, ma poi iniziò a calmarsi, il respiro si stava attenuando lentamente. Era tardi, ma non abbastanza, ancora tre ore prima che potesse giustificarsi per prepararsi per gli allenamenti di Quidditch. Detto questo, non era possibile che tornasse a dormire. Dopo qualche secondo di indecisione si tolse le coperte, tirandosi fuori dal letto.

Se doveva stare sveglio tanto valeva fare qualcosa di utile. Afferrò il saggio di Incantesimi su cui stava lavorando e sgattaiolò fuori dal dormitorio, cercando di non risentirsi del fatto che Remus chiaramente non stesse più dormendo nel suo stesso letto. Brontolando tra sé e sé, arrancò verso la sala comune.

"Qualcuno si è alzato presto."

La sua testa si alzò di scatto quando raggiunse l'ultimo gradino, trovando un paio di scintillanti occhi marroni che lo fissavano.

"Che diavolo?" fu tutto ciò che il suo cervello semiaddormentato sembrò in grado di dire.

Mary alzò la fronte. "E buona sera anche a te." Era rannicchiata in un angolo del divano, una vestaglia rosa che James non le aveva mai visto indossare prima avvolta intorno a lei, il viso lavato dal trucco che la rendeva incredibilmente piccola.

"Scusa," James alzò la mano libera per strofinarsi la faccia. "Sono ancora un po' fuori di testa."

Mary annuì, gli occhi si spostarono verso il fuoco. "Non dirlo a me." 

Passò un lungo momento di imbarazzato silenzio prima che lei alzasse gli occhi al cielo. "Beh, ti siedi o rimani lì?"

James si svegliò di scatto. "Oh-sì-er-giusto."

Choices  ||Jegulus/Wolfstar || TRADUZIONEWhere stories live. Discover now