Capitolo 32

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TW: Riferimenti a violenza sessuale


**Le traduzioni in francese le metterò in corsivo tra le parentesi [], così non dovete andare a piè pagina ogni volta**


Note traduttrice: Madonna ragazzi io vi giuro che da un po' di capitoli a questa parte ogni capitolo è AAAAAAAAAAAAAAAH, ogni capitolo è CHE CAZZO STA SUCCEDENDO QUA, quindi io sconsiglio - da adesso in poi - la lettura ai deboli di cuore e alle donne in gravidanza.

Io ve l'ho detto (cit)



Capitolo 32





PARTE I: REMUS


Era sempre un po' imbarazzante. Essere un lupo mannaro. Soprattutto quando sei ospite a casa di qualcuno e stai anche per trasformarti in un mostro. Non c'è un modo educato per qualcuno di chiedere se possono per favore rinchiuderti nel loro seminterrato. Anche se i Potter facevano sicuramente del loro meglio.

"Sei sicuro di non volere niente da mangiare?" chiese la mamma di James mentre posava un set di lenzuola piegate sul letto che gli aveva portato giù. Tutti gli altri mobili erano stati rimossi, ma nonostante ciò i Potter avevano ancora il seminterrato più bello che Remus avesse mai visto. Pareti calde color burro, pavimenti in legno, mattoni a vista, un camino, attualmente disconnesso e spento, non assomigliava per niente al suo seminterrato di casa sua. Quella  camera era stata create per i giochi, per le serate a tema e i pigiama party. Questa considerazione fece agitare Remus. Sarebbe dovuto andare a casa. Avrebbe dovuto occuparsene lui stesso.

"Remus?"

Alzò lo sguardo, trovando Euphemia ancora in piedi accanto al letto, la preoccupazione chiara nei suoi occhi anche quando lei gli sorrise.

"Stai bene ragazzo?"

Annuì rigidamente, senza preoccuparsi di non mostrare il dolore alle ossa o alla testa o la nausea che non si era placata da quella mattina. Lei sapeva già tutto questo. E poi, non era proprio quello che stava chiedendo.

"Sono preoccupato per i muri" si costrinse infine Remus a dire, le mani infilate nella tasca sul davanti della felpa col cappuccio, gli occhi che non incontrarono quelli di lei.

Una ruga apparve tra i suoi occhi. "I muri?"

"Sarà..." tossì. "Voglio dire che farò..." non perderti adesso Remus. "Li graffierò."

La donna inarcò la fronte, sembrando ancora un po' confusa. "Non preoccuparti, davvero, non importa".

Remus deglutì, la gola secca, gli occhi che vagavano per la stanza, individuando tutti i punti in cui le foto e i dipinti erano stati rimossi. Le foto di James praticamente intonacavano le pareti di questa casa. Remus non sapeva se i suoi genitori avessero mai scattato foto di famiglia. Se lo avevano fatto di certo non le avevano mai appese alle pareti.

"Sono così belli però", disse alla fine. Pateticamente.

Euphemia fece un verso pietoso che fece sussultare Remus. "Oh amore", fu gentile quando gli avvolse il braccio intorno al corpo, quando gli diede un bacio sulla testa.

"Non belli quanto te" disse, lasciandolo andare dopo un momento. "E poi, un'ondata della mia bacchetta e sarà tutto come nuovo, uno dei tanti vantaggi dell'essere una strega", gli fece l'occhiolino.

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