Capitolo 29

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TW: violenza sessuale implicita



Capitolo 29



PARTE I: REGULUS

Erano nel giardino di suo padre in Scozia, c'era il sole ma non faceva troppo caldo, l'erba era soffice sotto di loro. Gli occhi di James erano luminosi, la parte superiore delle sue guance arrossata. Rideva per qualcosa che Regulus aveva detto prima di sporgersi in avanti e strofinargli il naso sul collo. L'affetto fece contorcere Regulus ma non si allontanò, semmai ci si appoggiò.

L'aria aveva un odore dolce: avevano raccolto la menta quella mattina e il profumo aleggiava ancora sulle loro dita, sui loro tocchi. Regulus prese la mano di James, tenendola sopra di sé, girandola alcune volte prima di premere un bacio all'interno del suo palmo, su ciascuna delle sue nocche. James gli sorrise stupidamente.

Gli uccelli in alto cinguettavano e gli insetti ronzavano e il resto del mondo sembrava molto, molto lontano. Non avevano nessuno da cui nascondersi e niente da fare. Regulus inspirò profondamente e poi espirò, prima di premere un altro bacio sul polso di James, sentendo il battito del suo cuore contro le sue labbra.

James mormorò felicemente, gli occhi si chiudevano alla deriva. "Dovremmo restare qui."

"Va bene."

"Per sempre."

"Va bene."

Regulus continuava a dare baci lenti e senza meta lungo l'avambraccio di James, godendosi il modo in cui le sue guance diventavano più rosee e le sue labbra si inarcavano. James era molto simile ad un cane: adorava scodinzolare.

"Dimmi di più", disse James pigramente.

"Di più?"

"Della storia. Stavamo solo parlando della parte buona".

Regulus sbuffò. "Qual è la parte buona, esattamente?"

Regulus era abbastanza sicuro che James aveva aperto gli occhi solo per alzarli al cielo.

 "La parte in cui Achille uccide Ettore, ovviamente".

Regulus inarcò la fronte. "Pensavo ti piacesse Ettore?"

"Certo, ma mi piace anche Achille che lo prende a calci in culo".

"Uh-huh," Regulus dovette mordersi il labbro per non ridere, si sentiva un po' delirante in questo momento. Forse era il sole. Forse era il modo in cui James continuava a guardarlo.

James battè la punta del piede contro il tallone di Regulus. "Vai avanti allora."

Regulus sospirò come se fosse un grosso inconveniente, ma la verità era che amava raccontare storie. Da sempre. Erano una specie di magia. Ti permettevano di essere chiunque, dovunque, di fare qualsiasi cosa. Non era sicuro che sarebbe sopravvissuto alla sua infanzia senza storie.

"Come l'Aurora, in abiti color zafferano, si alzò dal flusso dell'Oceano, portando luce agli dei e agli uomini", iniziò Regulus, la voce morbida, alla deriva nella brezza. "Teti raggiunse le navi che portavano il dono di Efesto. Trovò il suo amato figlio che gemeva forte, le sue braccia attorno al corpo di Patroclo, mentre i suoi uomini stavano a guardare, piangendo amaramente. La dea splendente venne e gli prese la mano, dicendo: «Figlio mio, devi lasciarlo andare, per quanto sia grande il tuo dolore, e lasciarlo qui, morto per sempre, ucciso dalla volontà del cielo. Ora prendi invece la meravigliosa armatura di Efesto, più bella di qualsiasi altra che abbia mai adornato le spalle di un uomo»".

Choices  ||Jegulus/Wolfstar || TRADUZIONEWhere stories live. Discover now