Capitolo 14

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Note traduttrice: Forse non esiste un capitolo in cui io abbia amato James più di così, credo che vi verrà così voglia di abbracciarlo che piangerete per non poterlo davvero fare. E di questo me ne rammarico molto. Fatemi sapere cosa ne pensate, voglio leggere i vostri commeeenti!

Capitolo 14

James trascorse la giornata in infermeria con Remus. Non parlarono molto. Peter portò i compiti e la colazione, e rimase per un po'.

"L'hai visto?" chiese James mentre Peter andava via, allontanandosi dal letto di Remus, parlando a bassa voce vicino alla porta.

Peter annuì. "È in camera. Ha chiesto di Remus... voleva venire ma io... ho pensato che sarebbe stata una cattiva idea".

James annuì. "Grazie."

"Ci vediamo a cena?"Peter chiese speranzoso.

"Forse" gli diede una pacca sulla spalla prima di tornare da Remus e trovarlo seppellito nel libro di storia.

"Moons?" chiese esitante, appoggiandosi all'estremità del letto.

Gli occhi di Remus si alzarono brevemente prima di ricadere. "Mm?" Aveva la schiena completamente ricurva, chiusa su se stessa, visto che da quella mattina le loro conversazioni erano state per lo più composte da silenzio. James non lo biasimava, per niente, ma lo odiava.

"Devo fare una cosa, ci metterò poco, torno presto, okay?"

Ci fu silenzio e poi Remus sospirò. "Non devi per forza venire, James" disse piano, gli occhi che non si sollevavano dalla pagina di fronte a lui.

"Lo so, ma voglio venire."

Avevano già avuto quella conversazione diverse volte quella mattina e James pensò che nessuno dei due avesse voglia di ricominciare.

"Torno subito" ripetè, e questa volta Remus fece solo un cenno con la testa.

Prima di uscire dall'infermeria lanciò un'occhiata al letto a pochi passi di distanza. Secondo Madama Chips, Piton ora era sveglio. James sapeva che aveva parlato con Silente, sapeva che aveva detto loro che era stato Sirius a parlargli del Platano Picchiatore, il che, ovviamente, aveva portato James ad essere interrogato di nuovo.

Si sentì un po' in ansia nel lasciare Remus da solo con lui, anche sapendo che Madama Chips era nel suo ufficio e che Piton non aveva ancora riavuto indietro la sua bacchetta. Non ci avrebbe messo molto comunque, e se voleva farlo doveva andare ora. Quindi, con riluttanza, si spinse fuori la porta e poi nel corridoio.

Madama Chips aveva detto a Remus che stava abbastanza bene da tornare ai dormitori se avesse voluto. Non lo fece. James non era sorpreso e non lo biasimava. Neanche lui voleva tornarci ad essere onesto. Ma non poteva lasciare che Remus si nascondesse in infermeria per il resto dell'anno.

"Professoressa?" disse James, bussando esitante alla porta aperta dell'ufficio della McGranitt.

Alzò lo sguardo dalle scartoffie sulla sua scrivania, aggrottando le sopracciglia alla sua vista.

"Potter?"

Avanzò ulteriormente nella stanza. "Posso parlarle un minuto?"

Si fermò solo brevemente prima di indicare la sedia di fronte a lei. Prese posto sul bordo della poltrona, senza nessuna intenzione di mettersi comodo. Non voleva rimanere lì a lungo. La donna si sporse in avanti sulla scrivania, intrecciando le dita mentre aspettava pazientemente che il ragazzo continuasse.

"Sirius verrà espulso?" per qualche motivo quelle parole sembravano come dei chiodi che gli venivano tolti su per la gola. Non si sarebbe opposto, se fosse successo. Sapeva quello che aveva fatto. Ma il pensiero gli spezzò comunque il cuore. Erano sempre stati insieme, loro quattro, sin dal primo momento. E se doveva essere onesto, James non aveva mai pensato che sarebbe cambiato qualcosa. Nemmeno quando sarebbero cresciuti e avrebbero lasciato Hogwarts. Era come una delle leggi indiscutibili dell'universo: i malandrini si sarebbero appartenuti. Per sempre.

Choices  ||Jegulus/Wolfstar || TRADUZIONEWhere stories live. Discover now