chapter 1.

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La mia vita era un disastro, forse era proprio il modo in cui la vivevo che non era nei miei tratti personali.
O ero nata nella fazione sbagliata,ormai lo sapevan tutti..negarlo era considerato un peccato dalla mia famiglia.

Chicago era stata completamente dilaniata dalla guerra e i fondatori della città, per proteggersi dalle minacce esterne, avevan costruito una recinzione che percorreva l'intero perimetro della città,
crearono appunto dei gruppi chiamati 'fazioni' per mantenere la calma e cercare serenità, che personalmente consideravo come classi sociali.

Divertente,com'ero passata da studiarle sui libri di testo a farne parte.
Ognuna di esse nella società aveva un ruolo ben preciso:

La fazione degli Intrepidi era formata da coloro che rifiutavano la codardia, affrontavano le proprie paure e si comportavano come se il coraggio fosse il loro pane quotidiano;
allenamenti duri che duravano infinite ore, tutto questo richiedeva una forza fisica per preparare il loro corpo a combattere.
Generalmente si occupavano della difesa del confine, della sicurezza cittadina, di tatuaggi e produzione di armi.
Il colore che li dominava era il Nero,avevano dei tatuaggi e piercing sul corpo.

La seconda frazione era riservata agli Abneganti soprannominati anche 'i rigidi'
Erano certi che l'egoismo era l'errore più grande della natura umana: per questo si dimenticavano completamente di loro stessi per mettersi al servizio degli altri.
venivano forzati a rifiutare la vanità e l'indulgenza verso sé stessi, la rabbia, l'arroganza e l'invidia.
Proibito assolutamente concedersi alla bellezza,alla vanità e dal mio punto di vista.. anche alla felicità,eran sempre così tristi.
Odiavano attirare l'attenzione e discutere.
Ma in compenso, governavano la città poiché il loro unico scopo era di servire gli altri ,per questo il loro colore era quel grigio spento, non volevano essere notati.

Erano sempre in conflitto con gli Eruditi i quali dedicavano la propria vita alla conoscenza, si occupavano delle biblioteche,insomma..sempre il naso chino sui libri!
Il colore che li dominava erano varie sfumature di blu.

La fazione dei Candidi era semplice ne facevano parte coloro che odiavano la disonestà e la falsità, le ingiustizie.
Ma erano schietti,non pensavano mai prima di parlare e risultavano sgarbati ma sopratutto maleducati.
Convinti che la verità sia bianca o nera, per questo indossavano solo quei colori.

Loro rivali,i pacifici che era l'ultima frazione,i quali appunto cercavano sempre una società pacifica libera dai conflitti e dalla tristezza causata dalla guerra e dai motivi principali di essa.
Non avevano un capo,prendevano tutte le decisioni assieme votando,erano favorevoli per la democrazia
Erano costantemente felici, dominavano i campi e se ne prendevano cura calzando colori sgargianti

Esisteva un gruppo di cittadini chiamati ' esclusi' coloro che non eran riusciti a superare l'iniziazione alla rispettiva fazione che avevano scelto.
Vivendo nei sobborghi della città erano sommersi nella povertà totale, ricevevano gentili offerte di pace soltanto dagli Abneganti, che davano del cibo prodotto dai Pacifici.

La mia fazione era ingiustamente quella dei pacifici,mi sentivo come se fossi un'estranea nel bel mezzo dei campi mentre gli altri raccoglievano il grano cantando e fischiettando.
Come se fossero i sette nani di Biancaneve, metaforicamente parlando più o meno eravam lì.
Tutta la mia famiglia erano dei contadini, tranne mio fratello Denisio che era diventato Erudito all'età di sedici anni,dopo i test che tutti prima o poi avrebbero svolto

Per me, invece mancavano davvero pochi giorni e cercavo di prepararmi mentalmente per passare i test di cui nessuno voleva parlarne.

Osservai i contadini che lavoravano sodo, concentrandosi solo sui cereali che stavano coltivando..il frumento.
Cercai la chioma folta di mia madre e dopo aver sorpassato correndo alcuni lavoratori la vidi affaticarsi alla fine del mulino a vento per caricare sui camion i sacchi stracolmi di farina.

«guardati..hai la gonna tutta sporca di terra,ma dove sei stata?»

Lanciai un rapido sguardo alla gonna gialla ocra che avevo indosso,odiavo particolarmente quel giallo.
E tutti i colori accessi.

«posso essere utile?» domandai prendendo un sacco di tessuto per spalla senza aspettare risposta di mia madre.

«ti provocherà dolore alla schiena tesoro» rispose con un tono dolce, non lo faceva mai.

«perché a te no?» ridacchiai cercando di non perdere l'equilibrio facendo cadere i sacchi sui camion.

Iniziai a ripetere quel movimento terminando tutti i sacchi di farina che avevamo in possesso.
Mia madre..una donna affettuosa che nel corso dei miei anni aveva provocato un dolore immenso con i suoi pregiudizi su qualunque fazione avessi scelto ai sedici anni compiuti.
Lei scendeva da una dinastia di pacifici puri,tutti i componenti della sua famiglia erano pacifici di cuore..
Il ché per mia madre era un controsenso assurdo,nei miei confronti non era molto pacifica..il suo tono non era mai colloquiale ma risultava provocatorio e secondo me,privo di senso.

Dai miei quattordici anni aveva iniziato a farmi pressioni sulle classi sociali e di scegliere la giusta direzione.

Ci mancava solo che citasse giovanna d'Arco,con la differenza che mia madre non mi avrebbe bruciato al rogo.
O almeno ci speravo.
Ma in realtà i suoi comportamenti mi dicevano altro

facendo così,non metteva al primo posto sua figlia, ma non fece la stessa cosa con mio fratello maggiore denisio.

I soliti discorsi maschilisti in cui le donne erano viste come lavoratrici serie mentre gli uomini potevano andare ovunque,tanto avevano sempre una moglie che l'aspettava per cena.

Ma era anche l'unica persona a tenermi in quei campi di grano dove passavo tutte le mie giornate monotone.

A farmi compagnia c'erano due ragazze che consideravo mie amiche,facevano parte della mia stessa fazione ed ero convinta che entrambe non avrebbero mai cambiato.
Le conoscevo bene,come loro non conoscevano alcuni lati del mio carattere che mi rendeva spietata e aggressiva quando mi faceva comodo.

Andarmene via da quei campi avrebbe significato ripartire da zero,senza famiglia,senza amici ma sopratutto perdendo la ragione.

Perché mi conoscevo,inizialmente mi sarei sentita in colpa poi man mano col passare del tempo non avrei provato niente.

Dovevo pensare alla mia felicità o alla famiglia?essere ripudiata come figlia e iniziare a vivere?o morire di noia mentre raccoglievo il grano?

N/A
Bentornati o Benvenuti nel mio mondo.
Mi era mancato scrivere,sentirvi vicino a me con i vostri commenti.

Spero che il mondo di divergent non sia così tanto sconosciuto come lo è per me,dato che ormai fa parte del mio cuore.

Nemesi vi stupirà,vi conquisterà anima e corpo,ma sopratutto la mente.

Se ne vale la pena leggere questa storia?si, oggettivamente parlando è un SÌ.

Capirete..capirete.

Vi auguro una buona vita,al prossimo aggiornamento.
Mi farebbe piacere ricevere un vostro parere su questa storia..se vi prende.

Questa volta non vi lascio senza un finale.

-ssw

Narcissus.Where stories live. Discover now