chapter 5

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Dura la vita,eh?

Pensare che nel periodo che avrebbe dovuto essere il più bello della vita..ero concentrata a combattere contro me stessa e il giudizio che ricevevo costantemente dai miei coetanei..

'Non fare la sapientona' mi dicevano gran parte del mio gruppo, quando in realtà l'unica cosa a cui potevo pensare nella vita era il mio futuro e le carte da utilizzare soltanto per realizzare la vita che avevo sempre voluto.

Con o senza aiuto delle persone, avrei preferito sinceramente senza l'aiuto di nessuno.

Così,per vantarmi magari un giorno.

'Questa villa è mia, l'ho comprata con i miei soldi' pensare alla soddisfazione che avrei avuto nei miei confronti se l'avessi mai detto un giorno.

Un pomeriggio, durante una passeggiata un vecchio contadino mi disse

'il tuo peggior nemico,sei tu stessa'

Sul momento non iniziai a capire,ma pensandoci poi...

Esattamente...cosa fosse un nemico per me?quale delle mie tante caratteristiche mi metteva i bastoni fra le ruote quando volevo realizzarmi e portare a termine i miei progetti?

E poi,di punto in bianco la risposta mi venne in mente.

Ansia.

l'ansia giocava sempre al mio posto facendomi diventare goffa e senza speranze di vita.

Mi odiavo,cazzo.
Odiavo la mia ansia e tutte le persone che la sottovalutavano perché 'come fai ad essere ansiosa se sei sicura di te stessa?'

e allora?che cazzo significa?

Non rispondevo mai a questa domanda,perché mi avrebbe fatto alteratare.

Ed ero davvero stufa..
Di spiegare come mi sentivo alla gente e ricevere solo accoltellate morali.
Quindi mi tenevo tutto dentro,come una bomba ad orologeria..pronta a scoppiare da un momento all'altro.

e Pensare che in quel mese i problemi che avevo,erano nulla confronto ai mesi successivi dove camminavo per le strade della mia città piena di incertezze sulla vita e a ritrovarmi persa con me stessa.

Tempo al tempo e l'avrei fatta finita.

Rivelando davvero chi fossi..una
Falsa
Ipocrita
Che usava le persone
Eccentrica
Odiosa
Ferita
Narcisista
Manipolatrice
Ma insicura ragazza di città.

Non odiatemi,non ero così orribile come mi descrivevo,era solo quello che volevo che la gente pensasse di me.

Mi comportavo solo come le altre persone mi trattavano,era una conseguenza alle loro azioni.

Non ero il carnefice,ero la vittima.

Anni passati con la sofferenza che mi tormentava,volevo solo trovare un modo per essere come tutte le altre...

Felice e spensierata.

Invece no,
Non potevo vivere così poiché qualcuno non l'avrebbe mai permesso
Ed ero proprio io ad impedirlo.

Ma non solo io.

Ero convinta che una vita senza problemi,non era una vita da vivere con la giusta gioia.

Che una persona felice meritava anche di soffrire.

Ero un controsenso, pensavo una determinata cosa e ne dicevo un'altra..

E tutto questo,lo diceva la Nemesi ferita da qualcosa di grosso che non avrebbe potuto mai parlarne.

Dipendevo così tanto dalle attenzioni maschili, ne ero ossessionata.

Mi facevano sentire potente,amata.
Come se fossi l'apice della bellezza.
Come se fossi messa su un piedistallo e trattata nei migliori dei modi.

Vivevo per le attenzioni.

Non esisteva qualcos'altro che mi faceva sentire più amata delle attenzioni, era difficile da spiegare il motivo a me piacevano.

E del resto,non mi importava nulla.

L'anno precedente,ero molto timida..non riuscivo neanche a stabilire una conversazione con un ragazzo ma qualcosa era cambiato in me..

Non ero più a comando del mio corpo,dei miei pensieri.

Ero arrivata a tal punto che se avessi commesso un omicidio,il giorno dopo avrei potuto anche dimenticare dove avevo nascosto il cadavere.

Macabro da dire,ma non provavo nulla solo la totale indifferente dopo aver sofferto.

Ero abituata ormai a non aspettarmi niente dagli altri ed a cavarmela da sola.

Caricarmi di colpe e di responsabilità non mie,
Farmi giudicare da persone che avrebbero passato la loro restante parte di vita nell'ignoto mentre magari ero su un isola a bere un cocktail fruttato ma con una gradazione alcolica alta.. mentre uccidevo tutte le persone che mi infastidivano e io volevo soltanto rilassarmi.

Non ero pronta per vivere una vita monotona,ma la mia adolescenza lo era.

Piantare,coltivare,prendere le spighe di grano e portarle al mulino per la lavorazione..dopodiché sul camion per portare le scorte in città e così ripartiva la routine della settimana
E appena arrivava l' estate.. sveglia quasi all'alba e non cambiava mai.

Mi chiedevo costantemente se non fossi una cittadina di chicago ma di tutt'altra provenienza..

Non volevo vivere il resto della mia vita in quelle condizioni pietose.

Io volevo dominare il mondo!
Volevo essere conosciuta in tutto il mondo e andare a vivere all'estero dimenticando delle ragazzina superficiale che ero.

Appena avrei raggiunto la maggior età,avrei fatto tutto quello che i miei non mi avevano permesso di fare.

Avrei dovuto solo trovarmi delle amiche che amavano il brivido come me.
Che se non tornavano vive il giorno dopo a casa,a nessuno sarebbe importato.

Vivere come si deve, rischiando.
Perché la vita era una e io non l'avrei sicuramente bruciata a vivere in un quartiere, in una fazione
Non sarei mai dovuta essere una sempliciotta come le altre.
Sarei dovuta essere superiore, con un altro stile di vita amando il lusso.
Era una visione più che ottima del mio futuro.

E nessuno me l'avrebbe imposto.
Ero certa che se qualcuno mi avesse messo i bastoni fra le ruota,l'avrei tolto di mezzo.

Avrei lasciato famiglia, amici e persone care dietro.

E avrei ricominciato da zero,
Solo io e il mio successo dovuto alla fama.
E promisi a me stessa,che quello che pensavo ogni giorno si sarebbe realizzato continuando con la costanza...

Tutto,dalla prima cosa all'ultima.

Avrei lavorato sodo per ottenerlo, avrei comprato anche una spiaggia tutta per me!

Perché ero Nemesi e meritavo una vita come piaceva a me.
Con un mega appartamento con le pareti in vetro così che tutti potevano invidiare casa mia.

E se a nessuno stava bene, non mi interessava.

Se qualcuno cercava di trattenermi avrei detto..

'Lasciami andare.
Lasciami vivere
Lasciami essere felice.'

Ma avevo la consapevolezza che la mia paura più grande non mi avrebbe mai lasciato vivere con tranquillità.

nella mia storia, ero soltanto il burattino vestito con un vecchio straccio insignificante

Narcissus.Where stories live. Discover now