Chapter 52

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Forse avevo nettamente esagerato, ma non avevo mai capito il senso di quel termine...
Esagerare,io non ero mai stata una persona esagerata nella vita o forse si.
Dipende dal punto di vista di quattro che era differente dal mio,come sempre su tutti i campi esistenti...ma era questo il bello di noi due,eram così diversi fra noi due ma nessuno riusciva mai stare senza l'altro e quello che provavo non potevo esternarlo con le mie amiche,quindi nessuno poteva essere felice per me.
Perché parlare con persone che non facevano parte della mia vita o nella mia routine quotidiana?

Io volevo le mie amiche.
Soltanto loro,perché erano le uniche che riuscivano a capire come stavo realmente.
Dio,quanto mi mancavano..avrei voluto vederle, ma quel venerdì non era ancora arrivato e io stavo letteralmente impazzendo,okay mancavano davvero pochi giorni ma io sentivo il loro bisogno proprio in quel momento perché mi sentivo sola, sola con i miei pensieri e l'idea di aver ferito Quattro mi torturava
Avrei dovuto regolarmi quando eravamo in un momento di intimità,ma era uno dei pochi momenti dove la mia bocca parlava senza pensare ogni attimo.
Dove il mio corpo reagiva soltanto grazie a Quattro,giacché il mio essere così inesperta nel campo mi mettava a disagio quando sto con lui e la paura di sbagliare mi persisteva con grande foga.

Che cosa significava:'ti sacrificheresti per me?' L'avrei fatto senza neanche pensarci due volte.
Ma perché aveva detto quella cosa in quel determinato momento?era il pensiero costante di quella mattina, non erano neanche le otto del mattino e faceva un caldo bestiale, indossavo soltanto una maglia di quattro ed ero seduta covacciata sul suo letto mentre lui non c'era,poiché dopo quella breve discussione che avemmo avuto nella notte.

Non sapevo dove fosse, dove avesse dormito o con chi,che era la domanda che mi infastidiva di più e avevo una paura tremenda di avere la risposta fra le mani: Tris.

Non volevo,anzi avevo paura che lei fosse migliore di me sotto lo sguardo attento di quattro.
Che era quello che aveva voluto da una donna per essere al suo fianco,accompagnarlo nelle missioni come avevo già programmato di fare.
Lei era gentile,altruista e avrei preferito smettere,non continuare perché mi sarei ferita da sola, soltanto con le mie parole che verso i miei confronti erano vere e proprie asce affilate.

Io avevo il timore di risultare banale,ridicola come se fossi soltanto una ragazza di campagna,che in fin dei conti ero una vera e propria contadina.
Odiavo farmi vedere com'ero davvero, cercavo sempre un vero motivo per non essere noiosa, cercavo sempre di dire la cosa giusta.
Mi chiedevo cosa pensasse Quattro dell'essere vulnerabili,poiché il sentimento che stavamo costruendo rendeva così, entrambi.

Quattro a poco a poco diventava sempre il mio punto debole ma anche quello di forza, il che dava stabilità alla mia vita.
Non avrei mai voluto che quattro soffrisse a causa mia, ma ogni Santa volta finiva così.

C'era visibilmente qualcosa in me che non andava,solo che non me ne accorgevo di cosa si trattasse.

Mi alzai dal letto che provocò un rumore cigolante fastidioso e andai a farmi una doccia fredda veloce.
Alla fine indossai gli stessi vestiti che avevo durante la giornata precedente cambiando soltanto la maglietta che avevo preso dell'armadio di quattro, dovevo portare dei miei vestiti in Camera sua e smetterla di rubargli le cose.
Se solo avessimo chiarito,ovviamente.
Il tutto era incerto e dovevo assolutamente cercarlo per parlargli.
Mi chiedevo se mi avrebbe perdonato per l'ennesima volta
Avevo una paura tremenda di perderlo, ma ne avevo ancor di più se dovevo cambiare atteggiamento con lui.

Andai in cucina e frugai velocemente nel frigo posto all'angolo della stanza,volevo fare colazione..avevo una gran fame.

Lo scatto della porta d'ingresso mi fece radrizzare la schiena e mi voltai nella stessa direzione.

«Quattro» dissi con un filo di voce sorpresa e iniziai a Tranquillizzarmi.
«stai bene?» domandai preoccupata.

«si.»

«dove hai passato la notte?»

«ero al centro di controllo,ho dato il cambio a jackson» jack era un suo collega e dovevo dire che era molto simpatico.

«Che stai facendo?» chiese indicandomi

«avevo fame, pensavo di prepararmi qualcosa»

Lanciò una busta di carta sul tavolo e mi invitò a prenderla e a scoprirne il contenuto di essa.

«ti ho preso qualcosa dalla mensa, volevo provare ad aiutarti anche questa volta»

«come fai sempre» gli sorrisi,ma era malinconico.

«se solo avessi saputo prima che le nostre discussi ti fanno venire fame,l'avrei fatto dall'inizio»

«approposito di questo Quattro..» feci per aprire la conversazione ma mi interruppe.

«ti prego non farlo,è tutto okay nemesi. Davvero, una discussione da niente come tutte le volte»

«sappi solo che io sono completamente concentrata su di te,non ho occhi per nessun'altro»

«e la stessa cosa vale per me.»

sorrisi, quel ragazzo aveva il mio cuore..era così tenero in alcuni momenti.

« volevo fare colazione assieme» disse avvicinandosi a me e si accomodo su una sedia aprendo la busta e portandomi un croissant alle confettura di ciliege,la mia preferita.

«mi piacciono le ciliege» gli dissi

«dimmi qualcosa che io non sappia su di te, nemesi.»

«mhh..Sono allergica alla maggior parte dei fiori»

«immagino che vivere nei campi per te..era un vero e proprio inferno,piccola contadina»

«in parte, ma continuavo a piantare semi e raccogliere i fiori sbocciati..stavo costantemente male ma almeno avevo la compagnia delle mie più care amiche»

«sarebbero?» addentò il suo croissant alla crema pasticcera

«daisy è rimasta pacifica mentre melek adesso è una rigida e triste abnegante»

«ti mancano?»

«scontata come risposta quattro,loro sono le mie migliori amiche dalla nascita»

Ed era assolutamente la verità,io amavo le mie amiche..
Erano le uniche persone a conoscere le mie stranezze,le mie abitudini e appena avrebbero avuto l'opportunità di conoscere quattro..
Conoscevano anche il mio primo amore.

Le mie amiche appartenevano al mio cuore.

Narcissus.Where stories live. Discover now