chapter 96

82 3 0
                                    

«abbiamo estratto questo dal corpo di melek, è un dispositivo che inietta il siero della simulazione, è dotato anche di un trasmettitore radio e non so come si toglie ma a breve lo scoprirò
È costruito per difendere se stesso» spiegò tori appena mi avvicinai per sentire di cosa si trattasse e prese il trasmettitore che avevo scambiato per proiettili e lo studió attentamente

«questi filamenti che vedete si attaccano all'arteria più vicina e cercare di rimuoverlo significa uccidere l'ospite.»

«Tori deve riuscire a neutralizzare i dispositivi prima di qualunque altra cosa» prese parola quattro.

«oppure facciamo la cosa più logica, consegniamo la ragazza! nessuno sa della nostra alleanza, dobbiamo farne buon uso quindi se la consegneremo adesso guadagneremo tempo prezioso» disse l'escluso che vedemmo sul treno quando fuggimmo dai pacifici, il suo nome era edgar

L'intera sala iniziò a scaldarsi di boati alcuni di approvazioni, altri no.

E nel mentre iniziai a sentirmi di troppo, volevo sparire.

«mi sembra un ottima idea» quattro mi guardó per un rapido secondo e poi sovrastó il ragazzo con la sua figura possente.

«certo che lo è»

«ma prima dovrai passare sul mio cadavere"

«e sul mio!»aggiunse Marlene a gran voce

«e sul nostro!»  continuarono gli intrepidi.

Dovevo andarmene, chiudermi in una stanza e restare lì per tutto il resto della notte.
Dovevo sparire e allora mi allontanai prendendomi qualche insulto.

Mi voltai quando sentii dei passi avvicinarsi, era Marlene con addosso ancora gli stessi vestiti della scorsa notte, rimase ferma a qualche passo di distanza e la ringraziai mentalmente

«Ehi» mormoró

«Non sono davvero dell'umore di ascoltare altre accuse, in questo momento. Quindi vattene, per favore.»

«Voglio dirti solo una cosa, poi me ne vado.»

«okay»

«non è colpa tua, ti conosco e capisco cosa ti succede in questo momento.
Smettila, non è colpa tua della morte di melek»

Non è colpa tua...non era colpa mia?
Melek.

Respira nemesi, non perdere il controllo.

Respirare... chi se ne frega di respirare? Mi voltai per non vederla, ascoltando il battito del mio cuore nelle orecchie.
Io la ignorai e corsi il più in fretta possibile verso la porta, su per le scale, lungo il corridoio, dentro la camera.

e crollai a terra, proprio come aveva fatto Melek dopo che non ero riuscita ad afferrarla.
Gridai a pieni polmoni, strappandomi i vestiti.
La gola cominció a farmi male dopo pochi secondi e mi zittì dando spazio nuovamente al pianto.

«Non fare l'idiota» disse tobias quando entró nella camera.

«L'idiota?»sussurai mentre cercai di calmarmi cercando di regolare il battito cardiaco con lunghi respiri...

Mi mancava l'aria, ti prego melek perdonami..

«So cosa stai pensando, consegnarti significa fare l'idiota. Per cui smettila.»

«Non cercare di farla così facile, perché non lo è. Sai bene quanto me che è la cosa giusta da fare.»

«E scegli proprio questo momento per comportarti da altruista, cazzo sei una divergente ma questa volta non farlo» La sua voce riempì tutta la stanza e un po' mi spaventó.

La sua rabbia sembró troppo improvvisa

«adesso devi fare l'eroina? Qual è il tuo problema?!»

«Qual è il tuo, di problema! Quattro È morta della gente! Si è buttata giù la mia migliore amica, la mia famiglia! E io posso impedire che accada di nuovo.»

«Tu sei troppo importante per... morire.» Scossela testa.

Non mi guardó neanche: i suoi occhi continuarono ad evitare la mia faccia... si spostarono dal muro alle mie spalle, al soffitto sopra di me, dappertutto tranne che sul mio viso

«Non sono importante così tanto. Staranno tutti benissimo senza di me» dissi.

«Chi se ne frega di tutti? A me non ci pensi?» Abbassó la testa e si coprì occhi con la mano.

Gli tremarono le dita,Poi attraversó la camera con due lunghe falcate e appoggió le labbra sulle mie.

La loro pressione delicata cancelló il male che provavo e per un momento ritornai la nemesi che chiese se ci fosse una biblioteca nel quartier generale degli intrepidi, dove quattro mi diede i suoi libri in prestito e inizió a chiamarmi 'narciso'

Mi tirai indietro e gli appoggiai  una mano sul petto per allontanarlo.

«Tu te la caveresti» mormorai senza guardarlo. Fissai la sua maglietta tra le mie dita e la linea di inchiostro nero del suo tatuaggio che saliva su per il collo, ma non lo guardai in faccia.

Faceva troppo male.

«All'inizio forse no. Ma poi andresti avanti, faresti quel che devi fare.
Hai diciott'anni, un intera vita davanti, troveresti dei nuovi iniziati per riformare gli intrepidi, saresti un capo fazione formidabile, troveresti una nuova ragazza.. Riusciresti ad andare avanti tobias.. »

Lui mi strise un braccio intorno alla vita e mi tiró verso di sé.

«È un bugia» sussurró
«io non voglio nessun'altra che non sia tu.
Non chiamerei nessun'altra narciso.
Quindi smettila, smettila per favore.
Non amerei nessuno come ho amato e amo continuamente te» continuò  prima di baciarmi di nuovo.

Era tutto sbagliato, non potevo dimenticare quel che ero diventata e lasciare che mi baciasse quando ero convinta di quello che stavo per andare a fare.

Mi alzai sulle punte dei piedi e lo strinsi tra le braccia, una mano sulla schiena e l'altra stretta intorno alla sua nuca.
Sentii il suo respiro sotto il palmo, il petto che si espande e si contrae,

Lui indietreggió e mi tiró con sé, facendomi inciampare.
Io mi sfilai frettolosamente le scarpe, Poi si sedette sul bordo del letto e io rimasi in piedi davanti a lui, Finalmente ci guardammo negli occhi.

«niente sesso per risolvere i nostri problemi» mi ricordó la frase che gli dissi.

Sorrisi debolmente al ricordo

Mi accarezzó il viso, mi prese le guance tra le mani, fece scorrere i polpastrelli lungo il collo e poi ancora più giù, fino alla curva leggera dei miei fianchi.

Appoggiai la bocca sulla sua, aveva il sapore della liquirizia e il profumo dell'aria fresca.
Dal collo, la mia mano scese lungo la sua schiena e gliela infilai sotto la maglietta mentre lui mi bació con più passione.

«So cosa stai Pensando, ma non ti permetterò di farlo»

Non risposi.

«nessuno morirà a causa tua, tori disattiverà i dispositivi»

«ma se non ci dovesse riuscire?»

«tenteremo in un altra maniera, ma non perdere le Speranze.
Ti prego.»

Scusa quattro ma il mio destino era già segnato.

Narcissus.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora