chapter 91

92 5 0
                                    

«nemesi» Tobias mi chiamó e lo raggiunsi ad un angolo dell'atrio

«perché non mi hai detto di Will?» domandò

«non era compito mio.
Non l'ho ucciso io, tris mi aveva detto di non dirlo a nessuno e io l'ho fatto» risposi in modo secco incrociando le braccia sotto il seno.

Ma come gli veniva in mente di chiedermi una cosa del genere?

«avrei preferito che tu me lo dicessi»

«anch'io avrei preferito che mi parlassi di tuo padre o di tua madre.
Ma le cose non vanno sempre come vogliamo»

«cosa c'entra?non rigirare la situazione a tuo favore, come fai sempre.»

Lo guardai torvo, cosa voleva dire?

«come faccio sempre?»

«io cerco sempre di starti vicino, senza pretendere nulla»

«cosa intendi dire?»

«che stare con te, quasi mi risulta insopportabile.»

«se questa relazione risulta così insopportabile come credi, ti faccio un favore allora.
Non mi va di stare con una persona di cui non so praticamente nulla»

E me ne andai, cercando una delle mie amiche per evitare di pensarci.

O sarei finita in un pianto disperato pieno di rabbia.

Ero stanca, avevo bisogno di avere una routine come una Persona normale.

Come se fossi una normale sedicenne al di fuori di Chicago.
Non osavo immaginare la vita della mia amica voce Cleo.
Sarebbe stata la mia propensa descrizione del puro lusso.

Odiavo essere divergente, speravo che un giorno,  potesse essere tutto finito e avrei urlato dalla goia per  liberarmi da un peso che consideravo enorme, più grande di me.

Dovevo svagarmi, pensare ad altro e avere dei nuovi scoop.

Tris aveva parlato con Cristina di com'erano andate effettivamente le cose con la questione di Will.
Decisi di non interferire e andai a cercare una brandina per passare la notte.

Erano passate un bel po' di ore ed era quasi ora di andare a dormire, non mi sarei addormentata neanche se mi avessero obbligato.

«nemesi»  mi voltai e salutai Marlene.

«dov'è il tuo inquietante ragazzo? Di solito siete culo e camicia. State sempre insieme»

«non stiamo sempre insieme» cantilenai

«è morto qualcuno? C'hai una faccia»

«niente, tranquilla»dissi vagamente stendendomi su una brandina.

«ci sono segreti fra noi adesso? Dai, dimmi cosa succede.»

«ho discusso con quattro, niente di particolare ma ha comunque fatto male.
Pensa che ha definito stare con me una rottura di palle praticamente»

«sicura che abbia detto così?»

«ha utilizzato il termine insopportabile.
Come se lui fosse un tipo tranquillo 3 semplice da gestire.»

«penso sia un po' il periodo nemesi, comprendilo.
Gestire sé stesso, te, questa missione è molto difficile.
Ha molte responsabilità a cui badare, non penso avesse voluto dirlo.
Ha confessato davanti a tutti quanti che ti ama sotto il siero della verità.
Non essere dura con lui, sicuramente ti chiederà scusa appena ritornerà sui suoi passi.
Non temere, lui è pazzo di te e farebbe di tutto per tenerti stretta a lui.
Lo conosco da un bel po' e soltanto tu sei riuscito a smuoverlo dai suoi schemi.
Ma non fare l'orgogliosa appena capirà dove ha sbagliato. »

«non sono orgogliosa»

«chi non è orgogliosa?" disse melek entrando nella stanza per raggiungerci

«Nemesi dice di non essere orgogliosa»

Melek scoppió a ridere

«che stronza! Dovresti stare dalla mia parte tu! Siamo migliori amiche!»

«credetemi, conosco nemesi da ben dodici anni ed è semplicemente costituita da orgoglio, arroganza e testardaggine.
Ma ha anche molti pregi.
Cos'è successo esattamente?»

«quattro mi ha definito insopportabile»

«e di cosa ti sorprendi? È la verità!»

«non sei simpatica melek»Sbuffai e diedi il consenso di spiegarle tutto quello che le avevo riferito in precedenza.

«concordo con Marlene, non buttarti giù.
Tu sei coraggiosa, non rovinare tutto soltanto perché lui ha magari avuto una giornata no» aggiunse lynn che era stata in silenzio per tutta la durata della conversazione sulla sua sdraio.

«ma sarà un buon motivo per sfogare la sua rabbia repressa su di me?»

«siete una coppia, dovete sopportarvi a vicenda.
Si aggiusterà tutto.
Ma adesso via quei musi lunghi, abbiamo già una battaglia a cui pensare e dato che abbiamo tempo libero.
Stasera usciamo!» propose Marlene.

Era lei l'anima del gruppo che mancava nella mia vita, quella ragazza era esuberante.

«dove andiamo?»

«Hancock, andiamo a spiare quei eruditi da quattro soldi.»

Melek decise di accompagnarci fino ai cancelli del quartier generale dei candidi, non sarebbe venuta con noi.

Non persi tempo, nel frattempo obbligammo Cristina ad unirsi a noi.. Tris non era nei paraggi e allora evitammo di perdere altro tempo e ci aviammo.

Nell'atrio vedemmo tobias venirci incontro e chiese a gran voce.
«dove andate a quest'ora?»

«Andiamo a ficcanasare fra le cose degli eruditi, ti unisci a Noi?" Rispose a sua volta Marlene.

La ringraziai mentalmente per aver risposto al posto mio,non ero in vena per parlargli.

«No, ho molte cose da fare»
Che in verità significava a dire 'ho paura dell' altezza' e preferiva evitarla se era possibile farlo poiché l'edificio del quartiere generale degli eruditi era molto alto

Sorrisi a quel gesto di innocenza.

Si avvicinò a me, inconsciamente guardai in basso per paura che potesse ferirmi con le sue parole.

Ancora.

«possiamo parlare appena torni?per favore»

«Sì, ne avrei bisogno anch'io.»

«sappi solo che non volevo dirti quelle cose..
Tengo tantissimo a te, non sei insopportabile.
Non potevo chiedere una ragazza migliore»

«È tutto okay, chiariamo domani»

«quattro, non rubarci la nostra rossa in questione!» urlò Marlene impaziente.

«Per voi sono comunque il vostro allenatore, il vostro capo fazione portate rispetto!»

Quale fazione quattro?

«sta' attenta. Anche per le altre, ormai sei un esempio per loro» mi disse con un sorriso sgargiante e andò via.

Raggiunsi le mie amiche e insieme a uscimmo dalla struttura aspettandoci qualche istante dopo l'inaspettato.

Che tempismo di merda, era arrivata la nostra fine.

Trovammo un gruppo di ex intrepidi ormai fedeli a Jeanine guidate da Max ed Eric insieme ad..

Guardie erudite.
Armate.

Appena ci notarono, fecero fuoriuscire uno sparo senza dar il tempo di fuggire.

L'ultima cosa che riuscì a sentire era il debole tono di voce della mia migliore amica che pronunciava il mio nome.

Non avrei potuto parlare con quattro.

Il mio corpo si accasció al suolo, la mia vista si annebbió vedendo solo nero.

Il nero assoluto.

Il mio corpo non rispose ai comandi che il cervello mandava.

Ero morta?

Narcissus.Where stories live. Discover now