chapter 3

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Questo capitolo contiene TW: DCA!!!!!!

Era un loop infinito di tristezza il mio, era tutta colpa mia dato che l'unica causa ero soltanto me stessa.

O forse no...

L'anno precedente avevo preso qualche chilo in più ed era evidente,le cosce magre e muscolose erano scomparse e iniziai a non piacermi più

dio..solo a ricordare i pianti durante la notte toccando i rotolini di grasso...e poi tutto cambiò.

Perché volevo cambiare.

L'ossessione di essere magra, con un corpo snello e slanciato era ormai fissa nella mia mente e iniziai una dieta equilibrata,la situazione poco dopo sfuggì di mano.

Mangiai pochi grammi di pasta al giorno per poi arrivare ad eliminare completamente i carboidrati, scelta sbagliata.

Incominciai ad odiare la pasta, così come l'olio...la carne calorica e anche le verdure,ma non era un problema non le mangiavo mai.

Mia madre iniziava a rimproverarmi dicendo che dovevo mangiare ma forse non capiva l'importanza che davo al mio corpo.

Così,dopo quattro mesi vivevo soltanto di liqudi.

figuriamoci,le voci nella mia testa dicevano 'no' anche all'acqua

Arrivò una sera d'estate dove Mangiai,dopo due bocconi ero sazia e il cibo mi nauseava.

mi chiusi nel bagno e da lì incominciò il mio vero inferno.

Con una velocissima azione meccanica il primo piatto che mia madre  preparò quella sera uscì dalla mia bocca provocando una forte puzza di acido,ma io sorrisi.

Sorrisi,perché ero Felice di non aver assimilato quelle calorie che sicuramente non mi sarebbero servite.

Sorrisi perché capivo che in me non c'era niente di sbagliato a voler essere magri.

A pretendere di essere magri.

Nessuno mi capiva,perché nessuno avrebbe potuto sapere come pensavo realmente.
Mi facevo vedere forte,perché lo ero.. ma poi chiusa in quattro mura gelide abbracciata alla tazza ero un'altra persona...

Non mangiavo mai fuori casa,per il semplice motivo che odiavo poi stare con i sensi di colpa e rovinare la serata alle mie amiche.

A volte, anzi..molto spesso penso che non meritano un' amica come me.
Che meritano un'amica meno problematica e meno falsa
Che non menta spudoratamente e prende per il culo quando viene chiesto cosa avesse mangiato.

'Sai le solite cose, la pasta' risposi sempre con un tono scocciato come se la mangiassi tutti i giorni.

Avevo bisogno di aiuto e non lo chiedevo,perché convinta fossi in grado di gestire la situazione.

Chissà quando sarei rinata io... Era ancora molto lunga la strada da fare per arrivare al successo di vivere una vita bellissima.

Forse non la volevo proprio vivere una vita spensierata, non sapevo cosa volevo fare della mia vita..

Per questo motivo ero così indecisa sul da farsi, ma avevo soltanto sedici anni e una lunga vita davanti, almeno così la pensavo..

«Nemesi!» Mi richiamò Melek una volta seduta sul divano di casa mia al mio fianco.

In realtà non era casa mia,il fratello di mia madre ci lasciava la casa per accudire i suoi due cani.

Che poi erano morti, entrambi.

Anzi,uno era scomparso..non mi spiegavo come fosse successo.

Ma non mi piacevano i cani,adoravo i gatti

A fine aprile dell'anno precendente ne trovai uno davvero piccolo nei campi,sua madre l'aveva abbandonato e me ne presi cura io.

Ricordai di aver fatto i salti di goia quando mi iniziò a svegliare tutte le mattine miagolando

Ma aveva bisogno ancora di latte materno, morì dopo qualche giorno.

Ci stavo veramente male per la morte di quel gattino,ci piansi sopra minimo una settimana..

Letteralmente parlando.

«Eh? che c'è?» Risposi alla mia amica posizionandomi con le gambe in alto e la  testa a caposotto..quel pomeriggio faceva un caldo terribile per lavorare nei campi.

Allora melek invase drasticamente il mio lotto mentre mia madre era nei campi a morire di caldo.

«non vedo l'ora dei test!»

La guardai male prendendo una sacca di ghiaccio per posizionarla sul seno coperto da un vestito lungo arancione molto leggero.

«perché?sai già che rimarrai in questi campi perché essere così curiosi?»

«e se non fosse così?» iniziò a mangiarsi le unghie,lo faceva spesso quando aveva paura di una reazione eccessiva da parte di qualcuno.

«vorrà a dire che dovrai darmi spiegazioni, fino a ieri eri convinta di appartenere ai pacifici»

«ma senza te,stare qui sarebbe una noia pazzesca»

Guardai i suoi vestiti, quella vita apparteneva a lei.
Il suo carattere,faceva parte dei pacifici lei era una vera e propria pacifica.

«non pensare a me,alla tua famiglia..o alle nostre giornate che abbiamo passato fino ad adesso.. ma solo a te stessa sii egoista per una buona volta,Santo cielo!»

«sei la migliore neme» sorrise dolcemente alzandosi dal solotto rovinato,aveva davvero molti anni.

«usa il mio nome completo per la miseria,è orribile udire soltanto dei nomignoli» sbuffai prendendo il primo romanzo dalla libreria che mia mamma utilizzava soltanto come estetica.

I libri posti negli scaffali impolverati non li aveva letti nessuno,eccetto io.
Girai il libro fra le mani e dopodiché con i polpastrelli toccai la copertina mentre la mia mente memorizzava il titolo 'Raccolta integrata delle posie di P.'
P stava per Francesco Petrarca,poeta italiano nato ad Arezzo nel milletrecentoquattro,la sua vita era complicata ma riusciva ad isolarsi per dedicarsi alla poesia,per tutta la vita abozzava e perfezionava i suoi manoscritti fino alla sua morte.

«leggi ancora quel noioso libro?alla fine sarai come tuo fratello denisio,un topo da biblioteca»

«non sarò mai un'erudita, ti prego mi piace la letteratura ma quella è la frazione che vorrei evitare anche da morta»

«pensi che sia così male?» domandò con tono seccante raggiungendo la cucina per arrivare alla limonata che avevo preparato apposta per lei.

«penso che sia rigida più dei rigidi stessi» iniziai a ridere convinta che la mia amica si fece trasportare dal mio umorismo

Ma invece ci rimase male,lasciando uno sguardo nervoso fuori dalla finestra spalancata, guardando attentamente i campi.

Non capivo la sua reazione,avevo sempre scherzavo e lei con me..cosa era cambiato?

Narcissus.Where stories live. Discover now