Chapter 33

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«lasciami!» urlò la ragazza dai capelli neri che come ogni volta la sognavo da un bel po di tempo.

«io ti amo!» rispose un ragazzo,fisicamente era come paragonarlo ad un armadio.

Altissimo,molto largo di spalle con un corporatura robusta il quale per il sessanta per cento era tutto muscoli e poca pelle.

«phineas!il tuo è un amore malato!»

«io sono serio,darei la mia vita per te!» e la spinse.

«smettila di dirmelo,non ti credo più ormai..continui a commettere gli stessi errori che fai sempre non posso perdonarti»

Era come se io guardarssi la scena dall'esterno,ma loro non mi vedevano..era surreale tutto quello che accadeva.
Io non conoscevo nessuno con quel volto,non conoscevo neanche il luogo in cui accadeva tutto quello.

Ma era solo un sogni, i sogni erano creati dalla mia immaginazione..vero?

Sobbalzai dallo spavento quando la ragazza si accasciò sul pavimento dopo aver ottenuto un pugno dal suo,pensavo..ipotetico ragazzo.

Mi avvicinai a lei e vidi le sue condizioni,non mi sembrava la prima volta che successe.

Chi veniva considerato uomo dopo un atto come quello?assolutamente nessuno.

«imparerai ad amarmi cleo,questo è quello che voglio da te» e la lasciò sul pavimento a gemere dal dolore.

Lui era comunque davanti a lei con una posizione rigida

«te lo chiederò per l'ultima volta,Cleo»

Nelle sue mani apparve una pistola dalle tasche dai suoi jeans e puntò alla tempia della ragazza...

«mi ami?»

«mai, adesso uccidimi se hai il coraggio»

E mise il dito sul grilleto,pronto a sparare.
L'unica cosa che riuscì a sentire era un urlo di una donna

«nemesi,nemesi

Mi svegliai di scatto con il respiro irregolare   zuppa di sudore,con quattro che mi accarezzava le gambe scoperte in modo dolce e aveva disegnata sul viso un'espressione preoccupata.

«stai bene?» scansai per prima cosa la sua mano dalle mie cosce.

«stammi lontano. » risposi a fatica

Non rispose e mi misi seduta per stare più comoda,il materasso di quattro era spettacolare..completamente.

«era solo un incubo» cercai di calmare i miei battiti che avevano accelerato di conseguenza per lo spavento.

«cosa hai sognato?» si alzò per portarmi un bicchiere d'acqua con un farmaco.

«non ha importanza»
«cos'è?» chiesi indicando la pastiglia.

«calmante»

«non assumo farmaci»

«prendilo, ti sentirai meglio nel giro di poche ore»

Non obbiettai e presi un lungo sorso per mandare giù la pastiglia.

Lo guardai,era già sveglio e indossava la divisa..poi mi accorsi era alto nel cielo.

«già vestito?che ora sono?»

«quasi ora di pranzo»

Mi alzai completamente dal letto cercando di coprirmi il più possibile con la sua maglietta che mi aveva detto la sera prima.

«e tu non mi hai svegliato per gli allenamenti?sei matto?eric mi uccide,se dovesse dirmi qualcosa...»

«non ti dirà niente,ho detto che sei stata male durante la notte ma che hai comunque svolto gli allenamenti..lui era dagli eruditi per fare alcune visite.»

«devo prepararmi per i combattimenti di oggi» guardai i miei vestiti sulla sedia e sembravano puliti.

«sei stato tu?» indicai i jeans

«la maglia è ancora bagnata,ti metterai una delle mie»

« non prendere questa orribile abitudine» lo fissai e raccolsi i miei jeans,gli anfibi e mi chiusi nel suo bagno molto spazioso.

Non poteva comportarsi come se le mie parole  della sera prima,non avessero significato e avrei sicuramente fatto qualcosa al riguardo.

Mi piaceva da impazzire,si.
Ma nessuno si poteva prendere gioco di me e del mio corpo ammaliandomi con la sua bellezza.
Incluso quello schianto di quattro che era sul suo letto ad aspettarmi.

Mi feci una doccia veloce per poi avvolgere il mio corpo ricondando le sue mani su di esso e il modo in cui le muoveva freneticamente sapendo benissimo quale tasti toccare per aumentare il desiderio che si era creato in quel momento fra noi.

E non sapevo con quale forza mi ero trattenuta da strappargli i vestiti e baciarlo..ma l'avevo fatto e non me ne pentivo,solo in parte.

Mi misi i jeans,gli anfibi e mi maledii per non aver chiesto la sua maglia,ero in reggiseno..

completamente e solo in intimo e non sapevo come uscire.

Non l'avevo fatto apposta ad accorgermene,ceh..avrei potuto

Uscì dal bagno e chiesi una maglietta a Quattro che spalancò la bocca appena mi vide.

«ti do quel che vuoi,non uscirai di certo così,in quelle condizioni»

«potrei pur sempre fallo» lo sfidai con lo sguardo

«solo in casa mia,se vuoi anche senza pantaloni»
Si avvicinò con una maglietta e la mise,di conseguenza la tolsi solo per provocarlo e la gettai a terra
Per fargli notare l'effetto che gli facevo io, che nessuna l'avrebbe fatto
E che tris non gli faceva.
Solo io avevo quel potere con lui.

«caldo oggi,eh?»

«non farmi incazzare nemesi»

«pensa se dovessi uscire anche senza reggiseno,che tragedia..»

«mi ribolle il sangue soltanto al pensiero,smettila»
Prese la maglia e me la porse,io lo sorpassai con una spallata e andai verso la porta.

Mi prese il braccio e mi tirò a sé, posizionando le sue mani sotto ai miei glutei, allacciai  le gambe alla sua vita solo quando mi prese in braccio e mi spinse contro il muro in modo violento assicurandosi che la mia testa non entrò in contatto con la parete.

«stammi a sentire ragazzina insolente. Non provocarmi»

«pensa  tutti gli sguardi dei ragazzi su di me..una goia,aumenterebbe il mio ego...potrei pure farlo» mormorai in modo spensierato.

«attiri l'attenzione anche coperta interamente.
Non vedo il bisogno di uscire così »

«so che ti infastidisce,è pur sempre una partenza»

«tu adesso ti metti quella fottuta di maglietta e te la incolli sul tuo cazzo di seno. Poi vai in mensa a mangiare» e smise di tenermi salda al muro.

«altri ordini?» dissi ironicamente mentre indossai la maglia e una parte di essa la misi dentro i  jeans...volevo soltanto sparire.

«non sfidarmi, perderesti dal principio ragazzina.»

Narcissus.Where stories live. Discover now