Chapter 87

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« siamo arrivati»disse Edward aprendo il vagone e gli esclusi,uno dopo l'altro, saltarono con massima agilità.

Dopo Tobias saltai anch'io, ma non atterrai bene finendo addirittura con la schiena sul terreno.

Mi lamentai così tanto per il dolore

«dammi la mano» afferrai la mano tesa di Beatrice e mi tiró mentre un gemito strozzato usciva dalla mia bocca.

La ringraziai con un sorriso e cercai di stare dietro al ragazzo che sembrava avere tanta fretta in quel momento..

«Benvenuti al quartier generale degli esclusi»e vi entrammo.

La mia amica prese la mia mano appena vedemmo la maestosità di quel grande magazzino immenso.

Stracolmo di persone che facevano via vai, muri altissimi che dividevano il quartiere in più sezioni.

Da quanto erano così numerosi?
Forse un magazzino così grande neanche bastava per tutti quanti.

«quattro!»
«per la miseria, quattro ti vuoi fermare?» lo chiamai

«chi ti sta cercando?»
«quattro!»
«mi spieghi cosa sta succedendo?»

Il mio naso sbatté contro la muscolosa schiena di quattro e iniziai a maledirlo, come se non lo avessi già fatto.
Prese la mia mano ma comunque restai dietro di lui,
Si era fermato all'improvviso e non lo avevo notato.

«Evelyn è viva?» tris sembrò sorpresa..

'E questa chi cazzo Era?' pensai

«Tobias» questa Evelyn aveva una voce sottile, dal tono grezzo.

«madre»

Madre? Quale madre?

Mi affiancai a lui e guardai la donna dinanzi a me, era bellissima.

Ecco da chi aveva preso la bellezza quel ragazzo.

Era alta nella norma, capelli scuri ondulati con un fisico abbastanza proporzionato.
Con un naso aquilino e due occhi scuri che sapevano l'effetto che facevano.

«Non mi presenti i tuoi compagni di fuga?»Disse puntando il suo sguardo
sulle nostre mani intrecciate e poi salendo di volta in volta.

Tobias mi lasció andare di scatto e ci rimasi male, ma non ne feci una tragedia.

«lei  è Tris Prior. Suo fratello, Caleb.
Lei è nemesi E una sua amica, Melek.»

Evelyn scrutó Tobias e poi ritornó su di me.

Madre o non madre del mio ragazzo, gli occhi non li abbassavo mai per prima,
Stronza.

«Interessanti gli amici che ti sei fatto.
Anche se dubito che qualcuna sia proprio una semplice amica.»
Ci indicó la porta a qualche metro delle sue spalle e vidi una casa

Una casa al centro di un magazzino, Formidabile

«Accidenti, che hai combinato sulla spalla.. Nemesi, giusto?»domandó

«si.
Mi hanno sparato mentre correvo nel bosco»

I prior seguiti da Melek si avviarono in casa  per primi, io dopo loro e Tobias sua madre rimanevano per ultimi.

« sai  Non sono stupita» iniziò a parlare lei a bassa voce e cercai di origliare mostrandosi disinteressata nonostante fossero alle mie spalle.

«Lo so che non volete niente a che fare con me... anche se ancora non capisco perché...
In ogni
modo, è ora di cena.
Ne riparleremo dopo »
Tobias emise una specie di grugnito.

«utilizzo il bagno per medicare la ferita di nemesi, poi scenderemo. »

Osservai la casa in stile prettamente gotico ma Tobias
Mi prese per mano e mi scortó al piano superiore in una stanza.

«non focalizzarti su niente, domani mattina c'è ne andremo.
È solo per dormire stanotte più tranquilli, qui è l'ultimo posto dove guarderebbe jeanine.»

«tobias...»

«no, non adesso.
Per favore, è già difficile così.
Sta' solo al mio fianco per adesso»

Non risposi e appena trovó una benda, dell'alcool e delle pinzette mi fece togliere la maglietta.

«farà male?»domandai.

"tantissimo, spera che il proiettile sia recuperabile»

«no.
Passare del tempo con tua madre farà male?»

«tantissimo»

Riuscivo a percepire il metallo delle pinzette fra i miei tessuti e una serie di lamenti strazianti mi uscirono susseguendo a delle imprecazioni
Cercai di non piangere, ma il dolore era immenso.

«preso!»
Mi  disisfettó e mi bendó la spalla, mi diede una maglietta pulita da un cassetto a caso e scendemmo per mangiare.

La cena più imbarazzante della mia vita.

Ero seduta sulla destra del mio ragazzo, lui era seduto come capo tavola e suo madre dalla parte opposta.
Melek alla mia destra e dinanzi a noi i prior.

Nessuno che azzardava parlare, fin quando Evelyn non smorzó la tensione.

« ti rinnovo l'invito.
Potresti esserci d'aiuto qui e so che la pensi come noi sul sistema delle fazioni....»

quattro rispose.

«Che cosa ti fa pensare che abbia voglia di stare in un posto in cui ci sei anche tu?»

«Perché sono tua madre.» Pronunció queste parole con voce quasi spezzata e inaspettatamente vulnerabile. «Perché sei mio figlio»

«Proprio non capisci, eh? Tu non hai neanche una vaga idea di quello che mi hai fatto» era la prima volta che vedevo così quattro.

«Non voglio entrare nella tua piccola combriccola di Esclusi. Voglio andarmene via di qui il prima possibile»

«La mia piccola combriccola è grande il doppio degli Intrepidi.
Faresti bene a prenderla seriamente. Dopo esserci occupati di jeanine, Noi possiamo determinare il futuro di
questa città.»

Quattro non emise suono e parlai io.

«Vuoi ucciderla?» sputai.

«Certo.
quando ero sposata con marcus la conoscevo bene e credimi, non c'è cosa di cui non è capace quella donna ma tu lo saprai già immagino.»

«nemesi» quattro chiamó la mia attenzione.
«non possiamo fidarci »

«siamo delle stessa parte.
io sono un esclusa perché non sono adatta a nessuna fazione,
tu una divergente perché sei più di una ma siamo entrambe una minaccia per jeanine.»
«siamo pronti a combattere se è quello che serve» aggiunse.

«e dopo? Una volta uccisa jeanine,chi andrà al potere?» domandò tobias.

E poi si rivolse a me
«Vedi questa è la sorte che lei tralascia sempre»

«non dirmi che lo fai per te, perché è così» sputó con così tanto odio.

Ma lei cambiò discorso.

«so dove si nascondono gli intrepidi rimasti, al quartier  generale dei candidi.
pensateci se unissimo le forze intrepidi ed esclusi..saremo imbattibili»

«non succederà mai.
grazie per la tua ospitalità, ma noi ce ne andremo domattina»  scandì bene le ultime parole.

«quattro..» Tentai di farlo ragionare.

Era la cosa più giusta da fare.

«Tobias» lo chiamó Evelyn

Il suo nome  gli  procurò una forte rabbia, che sbatté la mano così forte sul tavolo che un bicchiere di vetro andò in frantumi.

«smettila di chiamarmi così, mi chiamo quattro!» si alzó dalla sedie e corse via per le scale.

Evelyn mi lanciò uno sguardo imbarazzato.

«gli rinbocchi tu le coperte o vado io?"

Narcissus.Where stories live. Discover now