1 - Decisioni improvvise

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Can
Pigramente appoggiato al bancone del bar vedo da lontano quel tizio, Fabri, afferrarle un braccio per  trattenerla mentre lei sembrava chiaramente intenzionata ad andarsene.
In un attimo perdo la ragione, una sola parola mi viene alla mente mentre mi muovo deciso verso di loro.
Mia.
E' irrazionale, lo so, ma da quando l'ho stretta tra le mie braccia al buio di quel teatro mi sono perso in quel bacio mozzafiato e non posso smettere di sentire che abbiamo un legame e che  in qualche modo mi appartiene.
So che è fidanzata con un altro e che probabilmente non potrà mai essere veramente mia, ma qualcosa in me non riesce a farsene una ragione, non capisce che a questo punto dovrebbe rinunciare a lei.
E' con questi pensieri che turbinano furiosi nella mia mente che li raggiungo in poche falcate e afferro la sua mano.
Si gira sorpresa verso di me a  cercare il mio sguardo, è sgomenta,   ma sembra anche   sollevata dal mio intervento. Le faccio cenno con il capo di seguirmi mentre stringo forte la sua piccola mano nella mia.
Rimane immobile per istanti interminabili in cui temo che voglia ribellarsi e rifiutare la  mia richiesta,  poi la sento cedere alla mia stretta che vuole portarla via al più presto da quel luogo e da quell'uomo che non ha alcun diritto di toccarla. Stinge forte la mia mano ed insieme giriamo le spalle a Fabri, ai colleghi, a quella festa insulsa e ad accordi commerciali che in questo momento sono l'ultimo dei miei pensieri.
Una decisione improvvisa la mia,  presa senza riflettere sull'onda della gelosia per una donna sulla quale non ho nessun diritto. Mi muovo deciso verso l'uscita inebriato dal calore della sua mano  e dal suo profumo, quel profumo, che per me è stato come un faro nella notte e che non posso impedirmi di sentire mio, solo mio.
Non potevo immaginare  in quel momento che, proprio quella decisione improvvisa, avrebbe cambiato per sempre  il corso della mia vita.
Delle nostre vite.

Sanem
In tutte le fiabe, nella foresta oscura...
C'è una voce che sussurra e ci chiama verso il pericolo.
Il re cattivo, con tutto il suo fascino, ci trascina in queste pericolose avventure.
Non appena entrano nella foresta le principesse andranno dai re cattivi, sapendo che il loro cuore verrà distrutto.
Ed io dove sono in questa favola?
Accetterò ciò per cui sono destinata?
Oppure andrò, trascinata via da un re cattivo che mi distruggerà il cuore?

Can
La trascino verso l'ingresso della tenuta, chiedo al parcheggiatore di portare la mia auto e  mi fermo per girarmi a guardarla ancora quasi incapace di dominare la furia che si è impossessata di me.
"Quell'uomo non può toccarti così, non può guardarti in quel modo. Non può infastidirti".
Sanem mi guarda con quegli enormi occhi nocciola che, sin dal primo momento in cui hanno incontrato i miei, sono stati capaci di catturarmi per non lasciarmi andare più.
"Ma non è successo niente Can bey. Cioè... abbiamo solo parlato. Inoltre non ha ancora firmato l'accordo con il Signor Fabri!"
La mia rabbia cresce al solo sentire nominare quell'uomo.
"Lascia perdere. Lascia stare l'accordo. Non è più importante di te!".
Cosa sto dicendo? Mi correggo immediatamente.
"Cioè non è più importante dei miei dipendenti. Cioè... non vale solo per te"
Mi muovo inquieto consapevole di essermi esposto troppo, cerco con questa frase di rimediare alle parole che mi sono lasciato sfuggire  e di non farle capire quanto sia speciale per me.
"Vieni?"

Sanem
"Vieni?"
Abbasso lo sguardo sulla mano che Can sta allungando verso di me in segno di invito e poi torno a guardarlo negli occhi, attratta da quel suo modo di fare così sicuro di sé, così carismatico.
E' più forte di me, so che dovrei, ma non riesco in nessun modo a stare lontana da lui. Poggio la mia mano sulla sua, è minuscola e sembra sparire completamente dento la sua forte presa. Annuisce e sorride mentre spalanca lo sportello per aiutarmi galantemente a salire sul suo fuoristrada  per poi mettersi alla guida e partire.
In un  silenzio assordante lasciamo la tenuta dove si è tenuto il party e ci immettiamo sulla superstrada che porta fuori città.
"Dove stiamo andando Can bay?"
Distoglie per un istante gli occhi dalla strada per lanciarmi uno sguardo intenso che non so decifrare.
"Al mio studio, devo lavorare sulle tue foto. Ma prima, sei affamata?".
Non posso negarlo, il mio appetito sembra scatenarsi senza freni soprattutto quando sono con lui.
"Sì, ho molta fame!" Esclamo convinta e lui ride, ride di me con un  sorriso aperto capace di trasformargli il viso in modo tale da renderlo, se possibile, ancora più affascinante.
Torna a  guardarmi ancora una volta ed io non posso far altro che ricambiare quel sorriso irresistibile mentre mi chiede: "Andiamo allora?"
"Andiamo"
Una decisione improvvisa la mia, presa senza riflettere.
Non potevo lontanamente immagire in quel momento che, proprio quella decisione, avrebbe cambiato per sempre  il corso della mia vita.
Delle nostre vite.

Decisioni improvviseWhere stories live. Discover now