6 - Realtà da accettare

1.5K 102 28
                                    

Can

Mi ritrovo nel parcheggio sotterraneo dell'agenzia senza quasi rendermene conto.
Ho guidato da casa a qui con una sorta di pilota automatico inserito mentre  la mente era altrove, impegnata a metabolizzare il fatto che  ciò che è accaduto questa mattina a casa Aydin è reale quanto la  notte da sogno che ho trascorso  con la misteriosa ragazza del teatro.
Come può Sanem rappresentare per me  allo stesso tempo dannazione e beatitudine?
Per giorni,  dopo averla baciata per caso alla festa del 40° anniversario della Fikri Harika, non ho avuto pace,  tormentato dal pensiero di quella sconosciuta dalle labbra di seta che  pensavo non avrei mai più avuto modo di incontrare.
Ritrovarmela tra le braccia in casa mia e riconoscerla  grazie a quel meraviglioso profumo è stata una gioia del tutto inaspettata,  presto infranta dalla vista dell'enorme anello di fidanzamento che era venuta  a recuperare.
Ho sentito il bisogno di approfittare di ogni occasione per stare con lei, per conoscerla, per capire chi è e perchè riesce a farmi sentire così bene, leggero e in pace con me stesso.
La sua semplicità, la spontaneità che sembra trasparire da ogni suo gesto mi hanno ammaliato istante dopo istante: la notte passata in tipografia a stampare la campagna pubblicità per la  compagnia aerea, il viaggio a Agva, il suo comportamento bizzarro in più di un'occasione hanno saputo  solo renderla ancora più speciale ai miei occhi.
Prenderla tra le braccia quando a Agva ha rischiato di scivolare dalla scogliera di fronte alla "Roccia della sposa"  è stato come tornare a casa, lì dove appartenevo e dove avrei voluto rimanere per sempre. La realtà però  è tornata presto a distruggere ogni mio sogno ad occhi aperti per ricordarmi quel maledetto anello e  quel fidanzato segreto che lei ha affermato più volte di amare.

Ed ora invece la vita, come spesso succede, ha deciso di rimescolare le carte di un gioco che non conosce regole o certezze, il gioco  del volere e del dovere, dei sentimenti e della ragione, del cuore e del raziocinio. Eccomi qui ora, prossimo al fidanzamento ufficiale con quella  ragazza che di razionale in me ha lasciato ben poco.

Fidanzamento. 
Fatico a pensare  a un  futuro che mi veda fidanzato, a un'esistenza in cui c'è una moglie e  una città in cui stabilirsi in pianta stabile abbandonando la vita avventurosa che ho scelto per me da tanto tempo. Legami, stabilità, casa, famiglia sono cose che non mi sono mai appartenute, mai, neanche quando ero bambino. Posso pensare di costruire qualcosa di vero e solido su fondamenta così traballanti?

Attaverso l'agenzia lanciando saluti distratti ai dipendenti che incontro, raggiunto il mio ufficio chiudo la porta sperando che arrivi forte e chiaro il messaggio che non voglio essere disturbato, non ora. Ho bisogno di tempo per metabolizzare quel che è successo, ma soprattutto quel che sta per succedere di qui a qualche giorno.
Mi rendo conto benissimo che la prima cosa da fare è parlare con Polen, non mi sento assolutamente bene con me stesso all'idea di andare a chiedere la mano di Sanem sapendo che a qualche migliaio di chilometri c'è una ragazza convinta di essere ancora la mia fidanzata. Chiamo Guliz con l'interfono e le chiedo di prenotare per me un aereo nel tardo pomeriggio per Londra. Il minimo che possa fare è andare da lei per parlarle di persona, quel che ho da dirle non sono certo discorsi da fare per telefono mi dico proprio nel momento in cui, senza bussare, Deren irrompe nel mio ufficio con il suo fare isterico.

"Caaaan, ti rendi conto di cosa hai provocato ieri con quella tua uscita di scena plateale? Sai che stavamo per perdere la campagna pubblicitaria?"

Alzo la mano tentando  di interromperla senza riuscirci, ma so bene che con Deren è così, quando è in ansia niente riesce ad arginare i suoi sfoghi.

"Abbiamo dovuto fare i salti mortali per calmare il Sig. Fabri che ha visto come un affronto quel tuo modo brusco di lasciare il party. Non sapevo come sanare la situazione e alla fine è stato Cey Cey ad avere l'idea che ci ha salvato".

Si interrompe per portarsi una mano alla bocca a soffocare una risata "Pensa che assurdità, si è inventato che tu e la ragazza tutto fare dell'agenzia, quella nuova,  non so come si chiama, siete fidanzati ed avete avuto una discussione".
Riprende a ridere di gusto,  quasi incapace di smettere.
Infastidito dal modo sprezzanto con cui si è riferita a Sanem le chiedo con tono sarcastico che però lei non sembra cogliere affatto:"Davvero?".

Continua a ridere e ribatte: " Pazzesco vero? Il Signor Fabri a quel punto si è calmato ma adesso, mi raccomando, per quanto folle possa essere  questa situazione con lui devi tenere il gioco, ok? Sta per arrivare a minuti, per questo sono corsa da te ad  avvisarti... anzi, eccolo. Vado ad accoglierlo!"

Si affretta verso la porta per raggiungerlo nel corridoio senza darmi tempo di replicare in alcun modo. La vedo fare strada nel mio ufficio a quell'uomo che ho detestato sin dal primo momento in cui ci siamo incontrati, non mi piace affatto e di solito il mio istinto difficilmente sbaglia. Non mi piace chi non ti guarda negli occhi quando parla e soprattutto non mi è piaciuto il modo in cui invece quegli stessi occhi si sono posati insolenti sulla "mia" Sanem.

Su questo pensiero mi immobilizzo.
Cos'è questa storia della "MIA" Sanem?
Scuoto la testa per riacquistare lucidità e accantono questi pensieri insidiosi mentre mi alzo per stringere, mio malgrado, la mano di quello che è un cliente troppo importante per la Fikri Harika perchè possa permettermi di perderlo.
Lo devo a mio padre, lo devo ai dipendenti dell'agenzia e... è quel che è giusto fare se nel prossimo futuro intendo rimanere a Istanbul in pianta stabile e contribuire al successo di questa impresa.

"Signor Divit, sono voluto venire stamattina a parlare con lei per evitare qualsiasi fraintendimento circa quanto è accaduto ieri. Non era mia intenzione mancare di rispetto in alcun modo alla sua fidanzata, volevo che lo sapesse".

Deren, in piedi dietro il Sig. Fabri, mi fa segni strani incrociando gli occhi, alzando le mani in segno di incoraggiamento e cercando di comunicarmi qualcosa in un labbiale di cui non riesco a cogliere una sola parola, ma il senso di ciò che vuole comunicarmi è più che chiaro.

Faccio segno a Fabri di accomodarsi sulla poltroncina davanti alla mia scrivania e mi siedo a mia volta dicendo: "Non si preoccupi, nessun fraintendimento. Ieri c'era stata una piccola discussione ... con la mia fidanzata, siamo andati via in quel modo perchè avevamo bisogno di chiarirci. Non ci pensi più".

Mi viene il voltastomaco  a dover recitare una parte anche se so bene che, ironia della sorte, molto presto il mio ruolo di novello fidanzato di Sanem diventerà una realtà molto concreta.

Una realtà che fatico ancora ad accettare e che ora, alzando lo sguardo, intravedo dalla porta a vetri del mio ufficio, ferma nel corridoio a parlare con Guliz, per  poi venire a passo deciso verso il mio ufficio con un'espressione che non promette niente, ma proprio niente di buono.


Decisioni improvviseWhere stories live. Discover now