23 - Inevitabile

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Sanem

"Buonanotte erkenci kus, ci vediamo giovedì".

Con queste ultime parole, sussurrate con voce roca, vedo Can voltarsi ed  uscire  di casa senza che io  abbia potuto dire la mia su questa situazione che mi appare sempre più surreale.Chiudo piano la porta sospirando, incapace di credere che davvero sia tutto deciso come ha appena affermato quell'uomo che so di non conoscere, ma che sento  vicino in maniera allarmante. Non  mi capacito di come possiamo essere arrivati a questo punto nel giro di pochissimi giorni e per un attimo un moto di rabbia mi assale. Possibile non riesca in nessun modo a farmi ascoltare da lui o dai miei genitori? La mia opinione conta così poco per loro?
Una voce dietro le mie spalle sembra avermi letto nel pensiero.

"Non devi pensare che abbia scarsa considerazione della tua opinione Sanem. Ha ragione lui, siete andati troppo oltre ormai".

Mi giro di scatto solo per vedere Osman venire verso di me a passo spedito, mi afferra per un braccio poi  apre la porta di casa e mi trascina fuori proprio nel momento in cui i fanalini di coda del  fuoristrada di Can stanno sparendo in fondo alla via. "Osman? Che stai facendo? Dove stiamo andando?". Si muove  a passo svelto in silenzio mentre poggia un braccio sulle mie spalle e mi guida  lungo  la via che porta al lungomare. "Osman?".

Continua a camminare senza parlare, attraversiamo a fatica la trafficatissima Muallim Naci caddesi chiaramente diretti verso il parco pubblico sul Bosforo. Continua a non parlare finché non raggiungiamo una panchina libera in un angolo appartato, appena illuminato da un vecchio lampione proprio di fronte al mare.

"Sediamoci qui Sanem".
"Osman,  insomma, cosa significa tutto questo?".
"Significa che ho capito cosa intendevi ieri quando hai detto che "sono successe tante cose". Leyla ci ha spiegato  in breve la situazione mentre i tuoi si sono allontanati per telefonare ad amici e parenti per comunicare la lieta notizia"

Spalanco gli occhi realizzando cosa significa ciò che ha appena detto, Can ha ragione: la situazione è ormai fuori controllo.
Osman annuisce. "Esatto Sanem, ecco il motivo per cui penso anche io,  come il tuo Can, che siete andati troppo oltre ormai per tornare indietro".Quel "tuo Can" fa fare un balzo improvviso al mio cuore, un palpito che può  essere inopportuno, ma che non posso negare."Osman, tu non capisci, non possiamo portare avanti questa farsa, non possiamo sposarci. Siamo due perfetti estranei, io non lo conosco,  ma soprattutto lui non conosce me, non sa che cosa ho fatto e quante bugie gli ho raccontato." Mi lancia uno sguardo  sorpreso mentre chiede. "Quali bugie? Non sei mai stata una bugiarda Sanem".

Abbasso lo sguardo a disagio, non mi fa onore ciò che ho fatto, ma so che devo dirgli in quale assurdo intrigo mi sono lasciata coinvolgere. Mi ascolta in silenzio, l'espressione a tratti sorpresa,  a volte corrucciata, cerco in ogni modo di fargli capire che l'ho fatto solo perchè avevo bisogno del denaro necessario ad aiutare la mia famiglia. Una volta terminato di raccontare delle bugie dette,  la notte trascorsa  insieme, Melahat che ci ha visti la mattina dopo, la necessità di salvare l'affare con Fabri  e, di conseguenza l'agenzia, rimango in silenzio con il capo chino ad osservare le mie mani che giocano nervosamente sul mio grembo.
"Ecco come mi sono ritrovata in questa situazione da cui non so più uscire, non voglio costringere Can in un matrimonio riparatore, non sarebbe giusto".
Osman allunga una mano e con un dito mi costringe ad alzare la testa per guardarlo negli occhi.
"In tutto questo però non mi hai detto cosa provi Sanem? Perchè ho l'impressione che il bel Can Divit non ti sia del tutto indifferente? Non lo avresti seguito al suo capanno altrimenti".
Mi sento arrossire sotto il suo sguardo indagatore, mi conosce bene e  non posso mentire con lui.
"Non so neanche io cosa mi succede quando sono con lui, basta che si avvicini ed io ho la sensazione di non poter respirare,  ogni pensiero razionale vola via in un attimo. Non mi è mai successo prima e fatico a capire il mio atteggiamento".
Sorride  tornando ad appoggiare un braccio sulle mie spalle per stringermi forte  al suo fianco.
"Non lo capisci perché è la prima volta che ti succede Sanem, a quanto pare la piccola Erkenci kus del nostro quartiere si è innamorata".
Mi allontano da lui di scatto per guardarlo negli occhi e protestare "Ma cosa dici? Ci conosciamo appena, non può essere. Can Divit è il mio datore di lavoro, è un uomo di potere e di successo, non abbiamo niente in comune, non è possibile".
Ride di gusto mentre mi strizza nel suo abbraccio.
"E da quando per innamorarsi bisogna essere simili?".
Rimango in silenzio per qualche istante a pensare a quel che ha appena detto. "No Osman, se anche mi sentissi attratta in qualche modo da Can, e non ho detto che sia così, non posso costringerlo a sposarmi, non sarebbe giusto".
"Sanem, hai visto come mi ha guardato ieri mattina quando ci ha trovati abbracciati in strada o stasera in casa tua? Quello non è un uomo costretto dalle circostanze, a me è sembrato piuttosto uno che ha fatto una  scelta,  mette ben in chiaro  qual' è il suo territorio e che nessuno  deve permettersi di entrarvi".
Scuoto la testa. "Ma cosa dici? E' solo che lui pensa che tu sia il mio fidanzato, insomma che c'è qualcosa tra noi e..."
Ride ancora una volta di gusto. "E... e vuole affermare chiaramente: giù le mani da ciò che è mio o saranno guai. Ascolta Sanem, non è un ragazzino nè uno sprovveduto se è arrivato dove è arrivato. Non credo che nessuno possa costringerlo a fare qualcosa che non voglia veramente e se ha deciso di chiedere la tua mano io credo che  sia qualcosa che vuole anche lui. Rimane comunque  il fatto che ormai, come ha giustamente detto il tuo Can, è troppo tardi. Questa storia è andata troppo oltre, Melahat ti ha vista tornare a casa con lui alle prime luci del mattino, tua madre ha già cominciato i preparativi per il matrimonio, sai come funziona nel nostro quartiere, la rispettabilità è qualcosa che ha un peso essenziale e non pensare solo alla tua reputazione, c'è anche quella di Leyla da proteggere".
Con lo sguardo perso verso le mille luci che illuminano la parte opposta del Bosforo sospiro, consapevole che non posso controbattere in alcun modo alle sue parole. La mia famiglia sarebbe gravemente sconvolta dalla mia fuga, non posso pensare di non danneggiarli mandando tutto a monte lasciando Istanbul per trasferirmi  da zia Bahar ad Adali.
Sospiro appoggiando la testa sulla spalla del mio amico di sempre. "Cosa devo fare Osman?"
Mi stringe con più forza al suo fianco. "La cosa giusta Sanem, so che sai qual'è e penso anche che non è detto che non porti con sé risvolti inaspettati mia cara. Non ne sarei affatto sorpreso".
Sospiro di nuovo  e rimaniamo in silenzio a lungo, sa bene che ho bisogno di riflettere su ciò che sta succedendo, capire cosa provo veramente per un uomo che sa scuotere ogni mia certezza dalle fondamenta anche solo prendendo la mia mano nella sua. Potrei essere innamorata di lui? E l'albatros? Sospiro ancora consapevole che l'uomo che mi ha baciata per la prima volta rimarrà per sempre un sogno, un'innocua fantasia di una ragazza romantica. Arrivati a questo punto è chiaro che  non riuscirò mai a scoprire chi fosse.
Solo molto tempo dopo mi sento pronta a rientrare e torniamo a casa nello stesso silenzio, privo di imbarazzo, nel quale sento il suo sostegno incondizionato,  sicuro che saprò scegliere ciò che è giusto per me e per la mia famiglia.
Entro in una casa immersa nel buio, è tardi e probabilmente tutti già dormono. Salgo nella mia camera e poco dopo aver chiuso  la porta dietro di me  ecco mia madre  sgattaiolare dentro la  stanza silenziosa come un gatto. Si siede ai piedi del mio letto e sussurrando  chiede.
"Come ti senti Sanem?".
Abbasso lo sguardo per nasconderle il mio smarrimento, finalmente qualcuno si degna di chiedermelo, ma è ormai troppo tardi per dire la verità.
"Bene mamma".  Non posso deluderla, ho visto quanto era felice stasera all'idea di iniziare i preparativi per il matrimonio. "Sanem, tesoro guardami". Alzo su di lei uno sguardo incerto e scopro un sorriso affettuoso sul suo viso.
"Ascolta tesoro, sta succedendo tutto in fretta, è normale che tu sia spaventata, ma io credo che Can Divit sia una brava persona, mi piace, è un uomo onesto e rispettoso e ho visto come ti guarda. Stai tranquilla,  sono sicura che saprà renderti felice".
Il viso di mio madre diventa ad un tratto indistinto a causa delle lacrime che mi salgono spontanee al pensiero di quanto mi voglia bene la mia famiglia, tanto quanto io voglio bene a loro. Dice che Can mi guarda in modo speciale, può essere vero? La sua probabilmente  non è altro che finzione per far credere ai miei che tutto sia a posto, ma non importa. Ciò che conta ora è non fare del male ai miei genitori, non lo meritano.


Decisioni improvviseWhere stories live. Discover now