36 - Dubbi e incertezze

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Sanem

"Ti prego Can, permettimi di spiegare, lutfen,  per favore".
Vedo la spunta sulla conferma di lettura ed un attimo dopo il suo telefono è offline. Mi lascio cadere sul letto, lo sguardo perso nel vuoto, mi preparo ad una lunga notte insonne. Voglio pensare  di aver fatto bene a confessare la verità, non sopportavo più il costante peso della menzogna  e sono convinta che non avrebbe mai potuto funzionare un rapporto fondato su niente altro che bugie e macchinazioni. Devo prepararmi al peggio, Can può benissimo  decidere di rompere il nostro fidanzamento e non volerne sapere più niente di me. Cosa farò in quel caso?  Probabilmente dovrò tornare al programma iniziale, non ho mai ritirato le dimissioni consegnate a Emre quasi una settimana fa quindi già al termine della prossima settimana potrò lasciare la Fikri Harika e partire per raggiungere zia Bahar ad Adali.

Trascorro una lunga notte insonne  e una domenica di ansia e attesa, l'agenzia è chiusa ed io non posso  far altro che provare e riprovare a chiamare Can senza alcun esito, il suo telefono è irrimediabilmente spento. Vorrei parlargli, spiegargli, ma non ho nessuna intenzione di andarlo a cercare a casa con il rischio di trovarmi davanti Emre. Non so  cosa sia successo tra loro, ma a questo punto penso che sia giusto che paghi per le sue malefatte, sono felice che debba rispondere di tutto ciò che ha tramato contro suo fratello ed il suo stesso padre.

Le ore  trascorrono  lente, Ayhan mi ha raggiunta sul lungomare e  non faccio altro che assillarla tutto il giorno con i miei dubbi e l'angoscia di non sapere cosa mi devo aspettare da Can.  Ad un certo punto del pomeriggio è venuto anche Osman e, come sempre, la sua vicinanza e la lucidità con cui è capace di  analizzare ogni situazione mi è stato di grande conforto. "Sanem, hai fatto la cosa giusta, non potevi continuare a tacere e, aldilà di quel che sarà del vostro rapporto,   è giusto che tu abbia messo in guardia Can Divit dalle macchinazioni di suo fratello. E poi..."

Mi sono girata a guardarlo interrogativa "E poi?"

Ha ammiccato "E poi devo ammettere di essere felice di non essere più a rischio pestaggio da parte di quell'energumeno del tuo ragazzo". E' stato capace per un attimo di  farmi ridere,  in effetti anche io mi sento sollevata che Can sappia che Osman è una persona importante nella mia vita, ma non nel senso che gli ho lasciato credere io sin dall'inizio.

Trascorro l'ennesima notte insonne e alle prime luci dell'alba mi preparo per arrivare in agenzia prestissimo nella speranza di riuscire a parlare con Can prima dell'arrivo di tutti gli altri. Le mie speranze vengono ben presto frustrate, pian piano l'agenzia si anima, uno dopo l'altro arrivano gli impiegati, Deren, Cey Cey, Gulize e anche Emre, ma di Can non c'è alcuna traccia mentre il tè che avevo preparato per lui appena arrivata è ormai irrimediabilmente freddo.

Mi siedo al mio posto ma non riesco a concludere niente, non faccio altro che controllare il corridoio nella speranza di vederlo arrivare, ma è ormai metà mattina e di lui non c'è ancora alcuna traccia. Vedo Guliz passarmi accanto e decido di indagare. "Ciao Guliz, ascolta, Can non è ancora arrivato vero?" Mi lancia  uno sguardo sorpreso. "Non parli con il tuo ragazzo Sanem? Can ha chiamato stamattina presto, oggi sarà fuori tutto il giorno per effettuare  dei sopralluoghi  per trovare la location della campagna della Restmore".

Abbasso lo sguardo per non far leggere il mio disagio a Guliz. "E' vero, me l'aveva detto, me ne ero completamente  dimenticata, cercavo di chiamarlo ma deve essere da qualche parte dove il telefono non prende".

Mi lancia uno sguardo un po' dubbioso, ma per fortuna non aggiunge altro e se ne va mentre è Cey Cey a guardarmi con curiosità. "Che succede Sanem? Perché la tua espressione mi fa agitare? Cosa è successo con il signor Can?".

Scuoto la testa, non ho la forza di spiegargli in questo momento, sono esausta per le notti insonni e l'ansia che mi divora da sabato notte, questa incertezza è molto peggio che dover affrontare la sua ira. "Non è successo niente Cey Cey, tranquillo".  Provo di tanto in tanto a chiamarlo, ma alla fine della giornata lascio l'agenzia abbattuta per non essere riuscita  a parlare con lui. Riesco a dormire qualche ora, ma nel pieno della notte mi risveglio di soprassalto mentre sto sognando Can che mi urla contro che non vuole avere più niente a che fare con me. Non riesco più ad addormentarmi, rimugino a lungo e alla fine decido di inviargli un nuovo messaggio in cui cerco di spiegargli come mi sento e pregandolo di darmi la possibilità di parlargli.

Decisioni improvviseWhere stories live. Discover now