4 - Responsabilità e onore

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Can

"Mi aspetto che venga presto, questa settimana stessa, a suonare alla nostra porta con la più onorevole delle proposte per nostra figlia, Can bay.
Non so come funzioni nel suo mondo, ma nel nostro certe libertà non sono permesse né perdonate ad una ragazza di buona famiglia com'è la nostra Sanem".

Parole chiare, dirette che  mi aspettavo già prima di entrare in casa Aydin.
E' bastato incontrare lo sguardo severo del padre di Sanem, apparso all'improvviso alla porta di casa,  per capire il messaggio forte e chiaro. 
Quello che mi sono visto  indirizzare era lo sguardo fiero e deciso di un uomo che ha intenzione di difendere l'onore della  figlia e della sua famiglia fino in fondo, non c'erano dubbi su che cosa si aspettasse da me.
E' colpa mia, di nessun altro, ho peccato di superficialità e leggerezza, dovevo immaginare che non è possibile trascorrere la notte con una ragazza come lei, anche se nel più innocente dei modi, senza poi doverne pagare le conseguenze e prendersene la responsabilità.
Avremmo anche potuto tentare di spiegare, negare che sia successo qualcosa di sconveniente, ma ho visto io stesso la vicina spiare curiosa il rientro a casa di Sanem alle prime luci dell'alba in mia compagnia.
Sono cresciuto a Istanbul ed ho frequentato ragazzi di tutte le estrazioni sociali, conosco bene la mentalità  tipica di questi quartieri  e sono consapevole di cosa  possano  significare  certe chiacchiere per una ragazza di qui.

Ieri sera avrei dovuto agire diversamente una volta compreso che era ubriaca, darle da bere un caffè forte, magari infilarla sotto la doccia per farla tornare in sè e poi  riaccompagnarla di corsa a  casa  sua.
Ma purtroppo non è ciò che ho scelto di fare e, come ha detto giustamente il padre, per la ragazza ora non può esserci altro che disonore di fronte all'intero quartiere, per colpa mia.
Era mio dovere salvaguardare la sua reputazione, io sono più grande di lei ma soprattutto sono  un  uomo di mondo e dovevo sapere che stavo compromettendo la sua reputazione.

Il Signor Aydin continua a fissarmi, ci scambiano uno sguardo da uomo a uomo e  sono consapevole che si sta domandando che tipo d'uomo io sia e, soprattutto, se sono uno di quelli che intende prendersi la  responsabilità delle proprie azioni sconsiderate.
E' il momento della verità per me, è il momento di capire io stesso chi sono, se sono in grado di farmi carico di quanto è successo, legandomi a Sanem per sempre,  pur sapendo che è segretamente fidanzata con un altro.
La mia attrazione verso di lei è qualcosa che non ho mai sperimentato con nessuna donna prima, è qualcosa di potente e singolare, di questo sono consapevole, ma posso rischiare che non dimentichi mai l'uomo che le ha donato quell'anello,  tanto importante per lei da sgattaiolare in casa mia pur di recuperarlo?
Mi sento lacerare da questo  dubbio, ma una parte di me sa esattamente cosa è giusto fare. Annuisco alzandomi in piedi  e tendo la mano verso quell'uomo che ancora mi sta fissando con sguardo severo.
"Signor Aydin, verrò giovedì sera con mio fratello a fare ciò che va fatto, può esserne certo".

Sento un'esclamazione soffocata da parte di Sanem, ma continuo a fissare negli occhi suo padre in un silenzio teso. L'uomo si alza con un chiaro sguardo d'avvertimento: che non mi azzardi a scherzare con una cosa così seria come una proposta di matrimonio. Alla fine  allunga la mano a chiudere  la mia in una stretta decisa per  suggellare un patto sacro,  tra uomini d'onore.

"Ti aspetteremo Can Divit".
Mi giro verso la signora Mevkibe, che avevo già avuto occasione di conoscere la sera in cui ho accompagnato Sanem di ritorno da Agva. Mi inchino a baciarle la  mano, mi guarda con espressione severa e mi rendo conto di essere rammaricato nel non trovare sul suo viso il sorriso caldo e accogliente che mi aveva riservato durante il nostro primo incontro. In questo momento ha un'espressione  rigida, chiaramente preoccupata per la situazione e per quel che può succedere alla figlia, ne sono consapevole.
Le indirizzo un sorriso mentre tengo  la sua mano chiusa  tra le mie  per qualche istante cercando di rassicurarla sulle mie buone intenzioni.

Decisioni improvviseWhere stories live. Discover now