18 - Gesti inaspettati

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Sanem

Di tutti i motivi che sta elencato per spiegare perché è così convinto di voler andare avanti con questa messinscena del fidanzamento,  il mio cuore  traditore  decide di fermarsi per un'istante solo sull'ultimo.

"Perché non scherzavo quando ho detto ad Akif che ai miei occhi sei splendida..."

Poi però l'eco degli obblighi e delle costrizioni che ha nominato subito prima arriva ai quattro neuroni che ancora riescono a funzionare nella mia mente  quanto lui mi è così vicino e sento di dovermi ribellare. Mi allontano in fretta da lui, non riesco a pensare razionalmente quando mi tocca.

Non mi stupisce sentire che è sa che intendo lasciare l'agenzia, immaginavo che Emre lo avrebbe messo subito al corrente della mia decisione. Se Can mi avesse lasciato parlare lo avrei informato  del mio piano già  stamattina quando eravamo sugli scogli, ma come sempre sembra non voler ascoltare. 

Quando gli dico che ho intenzione di andarmene altrove per ricominciare una nuova vita mi sembra  di veder vacillare la sua consueta sicurezza, mi guarda turbato prima di affermare con convinzione:

"Non ti permetterò di andartene Sanem, fosse anche l'ultima cosa che faccio, io ..."

Non saprò mai cosa avesse  intenzione di aggiungere perché, ancora una volta,  lo squillo del suo telefono arriva ad interrompere un confronto che ormai era in fase di stallo, ciascuno irremovibile nella propria posizione.

Si porta il telefono all'orecchio continuando a fissarmi accigliato finché l'interlocutore dall'altra parte sembra catturare la sua attenzione.

"Coooosaaaa??? Tamam, tamam, va bene, va bene Cey Cey sto tornando. Tamam, stai calmo, arrivo subito".

Fa un cenno con il capo "Sali, andiamo".

Incrocio le braccia. "No, la signorina Deren mi ha detto di aspettare e io aspetto qui, non torno in agenzia".

"Sanem, per favore, non abbiamo tempo per discutere ora. Cey Cey mi ha appena detto che alla Fikri Harika è arrivato a sorpresa il signor Fabri".

Alzo le spalle con fare noncurante " E allora? Dov'è il problema? Vai pure ad incontrarlo".

Si muove risoluto  verso di me per prendere la mia mano e  riportarmi  verso la portiera del suo fuoristrada, apre lo sportello facendo cenno di salire.

"Devi venire pure tu".

Rimango ferma nella mia posizione voltando il capo dall'altra parte.
 "Perché dovrei venire anche io?".

"Perché in agenzia ad aspettarmi nel mio ufficio c'è  anche mia madre, Huma, e .... Polen..."

Giro la testa di scatto, in un attimo realizzo che la situazione in effetti è  complicata, ora capisco il motivo per cui Cey Cey era così agitato. Se Fabri dovesse incontrare Polen potrebbe capire che il nostro fidanzamento è falso e decidere di stracciare il contratto che ha appena affidato alla Fikri Harika,  con conseguenze devastanti sulle sorti dell'agenzia.

Prendo un sospiro esasperato allargando le braccia prima di salire a bordo del fuoristrada, messa la cintura  incrocio di nuovo le braccia stizzita per la situazione assurda in cui ci siamo andati a cacciare.

Can si mette alla guida e parte   in tutta fretta mentre un silenzio carico di tensione scende nell'abitacolo per  tutto il tragitto. Apro bocca solo quando siamo davanti all'entrata dell'agenzia,  mi giro brevemente verso di lui mentre slaccio la cintura di sicurezza dicendogli: "Sei  andato da Polen per chiudere la vostra relazione e lei lo ha accettato. Così mi hai detto stamattina se non sbaglio. Bravo Can Divit, devi essere stato proprio chiaro e convincente".

Decisioni improvviseWhere stories live. Discover now