38 -Tra finzione e verità.

988 97 25
                                    

Can

La sera prima.

"Abi, fratello, tuo padre è venuto da me".
Non capisco perché mio padre abbia deciso di andare subito da Metin, non appena arrivato a Istanbul. Ci ha salutati in agenzia dicendo che aveva delle commissioni da fare e che ci saremmo visti a casa per cena.
"Perché?"
"Sa tutto Can, anzi sono arrivato a capire che  in realtà ne sa più di noi".  Stringo più forte il telefono contro l'orecchio mentre esco dalla mia camera e mi  guardo intorno mentre vado in  giardino. Emre dovrebbe essere in casa e non voglio trovarmelo intorno durante una chiamata come questa.

Aspetto di superare la piscina e sedermi su una poltroncinana del  portico posteriore prima di chiedere a Metin." Che cosa ti ha detto?"
"Guarda Can, ha esordito dicendo che è preoccupato per l'agenzia, che gli atti di  sabotaggio avvenuti ultimamente hanno solo peggiorato una situazione economica già molto  precaria da tempo. Mi ha chiesto cosa pensavo stesse succedendo ed io, non so perché, ma  ho intuito che  ne sapeva più di quanto pensassimo e  non ho potuto tacere Can. Tu sai che  sono l'avvocato della Fikri Harika e che  devo rispondere delle mie azioni a ciascuno di voi azionisti nello stesso modo. Aziz mi conosce bene, sono praticamente cresciuto a casa tua e lui è un secondo padre per me, non ho  potuto mentirgli sulla situazione. Non è rimasto sorpreso, anzi mi ha detto che siamo arrivati a scoprire  solo la metà della storia. Ho cercato di farmi dire di cosa stesse parlando, ma ha detto di aspettare e  che a tempo debito tutto verrà fuori. Naturalmente non gli ho detto nulla riguardo il ruolo che ha avuto Sanem in  questa storia, gli ho riferito solo l'essenziale".

Sono sorpreso, non pensavo mio padre avesse capito cosa stava succedendo, a quanto pare solo io ero del tutto ignaro delle manovre di Emre, avrei voluto che condividesse con me i suoi sospetti almeno avrei tenuto d'occhio le sue mosse e forse non sarei caduto nella sua trappola.

"Ok Metin, grazie per avermi avvisato, per ora procediamo come abbiamo deciso, non appena mi sarà possibile parlerò in privato con mio padre per capirne di più. Grazie abi"

Riaggancio e lascio cadere il capo indietro, contro la spalliera della poltrona, incurante del vento gelido di questa serata di fine marzo. La situazione che sto vivendo mi sembra sempre più assurda ed ora sono ancora più  preoccupato all'idea delle ripercussioni che può avere sulla salute di mio padre. Avrei preferito che fosse rimasto all'estero, ignaro di quel che sta architettando suo figlio contro di lui e la sua azienda.
Sono stanco, sono giorni che dormo poco e male, dopo  la confessione di Sanem non ho avuto un momento di tregua. Il mattino dopo ho inviato un messaggio a Metin chiedendogli di incontrarci, gli ho spiegato la situazione ed abbiamo trascorso due giorni interi chiusi  nel suo ufficio  con un contabile ed un esperto informatico, a spulciare la contabilità della Fikri Harika  per arrivare a scoprire enormi ammanchi di denaro camuffati molto bene tra conti e sottoconti.
Tra le varie operazioni effettuate da mio fratello ha catturato la mia attenzione in particolare un versamento di 200.000 lire turche a favore di Sanem Aydin con causale: PRESTAZIONI AGGIUNTIVE.  Ironico mio fratello, sa bene che nè io nè mio padre ci siamo mai interessati della parte contabile, che è stata affidata a lui con la massima fiducia, era sicuro quindi che non avremmo mai scoperto che aveva pensato bene di pagare con i soldi dell'agenzia la spia che era stata incaricata di agire per portarla al fallimento.  La mia domanda era solo una: se stava rubando  i soldi della Fikri Harika senza che nessuno se ne accorgesse perché aveva deciso ora di rovinarla definitivamente?  A quanto pare aveva parlato con Metin da tempo dell'eventualità di mettere in vendita l'agenzia se la situazione finanziaria non fosse migliorata. Perché vuole vendere? Cosa c'era in quella maledetta cartellina che Sanem è stata incaricata di recuperare a tutti i costi? Il nostro investigatore sta lavorando notte e giorno cercando di scoprire quali siano le vere intenzioni di Emre, io per ora non devo metterlo in allarme e per farlo devo impedire che capisca che Sanem mi ha raccontato la verità.

Chiudo gli occhi stringendo il naso tra le dita per alleviare il tremendo mal di testa che mi perseguita da giorni.
Sanem.
Ancora non posso credere che sia riuscita ad ingannarmi sin dall'inizio senza che io abbia avuto il minimo sospetto, anzi ero convinto di aver trovato una ragazza unica, pura, ingenua, un'anima semplice dai grandi sogni, mi piaceva la sua schiettezza ed il suo strano modo di fare. Ora so che tutto era una finzione allo scopo di nascondere i suoi veri propositi e tutto per il desiderio del vile denaro.  Ho incaricato l'investigatore privato di indagare anche su di lei, a questo punto non ho  idea di chi sia veramente la donna a cui mi sono legato e devo saperne di più.

"Can! Dove sei? E' pronta la cena" La voce di mio padre mi chiama dalla finestra del salotto. "Arrivo babam". Mi tiro su a sedere appoggiando i gomiti sulle ginocchia, devo prepararmi ad ore di finzione per non far capire a mio fratello che vorrei prenderlo per il collo e scuoterlo fino a farmi spiegare cosa accidenti sta combinando. Devo fare finta di niente, chiacchierare del più e del meno magari facendo credere di essere il più felice degli innamorati. Non voglio che mio padre venga a sapere di Sanem e del suo coinvolgimento negli sporchi affari di Emre. Il suo stato di salute è molto delicato in questo momento, sta affrontando segretamente il tradimento di suo figlio e sembra tanto contento del mio matrimonio con Sanem. Non voglio dargli un duro colpo annullando tutto proprio ora che è addirittura tornato a Istanbul per essere presente a quello che dovrebbe essere il giorno più felice di suoi figlio.
Senza contare poi  il solenne impegno che preso con lei, so bene che i suoi genitori sarebbero feriti dall'annullamento del fidanzamento anche se avrei tutte le ragioni del mondo per tirarmi indietro alla luce di quello che ha fatto.
Sospiro portandomi le mani a stropicciare gli occhi, non ho idea di  cosa ne sarà di noi quando tutta la storia verrà a galla, non riesco neanche io a capire come mi sento al momento nei suoi confronti. Sono arrabbiato e deluso, questo è certo, ma a quanto pare per ora non posso fare niente se non continuare la farsa della coppia felice e lei dovrà assecondarmi,  questo è il minimo che possa fare. Mi alzo per entrare a casa mentre penso a come sia incredibile pensare che tutto sommato avevo accettato di chiederla in moglie di buon grado,  anzi posso dire che non mi dispiaceva affatto l'idea di legarmi a lei. Ero pronto a  sposarla, cominciare una vita insieme, con i migliori propositi di far funzionare le cose tra noi, proprio io che di legami sentimentali non ne so niente e non  ne ho mai avuti nella mia vita. Quanto sono disposto a  portare avanti questo gioco? O meglio, sono pronto a far saltare tutto rovinando lei e venendo meno all'impegno preso con suo padre?



Decisioni improvviseWhere stories live. Discover now