2 - Una notte da sogno

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Can

Non riesco a capire fino in fondo Sanem Aydin, una donna che sa essere sensuale e ingenua allo stesso tempo in una combinazione inconsueta, del tutto sua.
Nell'abito corallo che  ho scelto per lei in occasione del  party era senz'altro stupenda, intrigante e sexy, ma ora,con indosso i miei vestiti troppo larghi, è capace di essere ai miei  occhi ancora più incantevole.
Il tempo che trascorro con lei corre sempre via veloce, spensierato, quasi irreale ed è così anche questa volta, ci dividiamo i compiti per preparare la cena, lei raccoglie le verdure per l'insalata io penso  a preparare il fuoco  per cuocere la carne.
Nel tornare dal retro  con le braccia cariche di legna,  rimango ammaliato di fronte ad una creatura meravigliosa che si muove libera  e sensuale al ritmo di una musica coinvolgente.
Nell'osservarla sono affascinato dalla grazia e dall'energia che emana e non possono che tornarmi alla mente i versi della poesia di un autore che ho sempre amato...

"Sì era matta.
Dio se era tutta matta.
Ogni giorno era una donna diversa.
Una volta intraprendente, l'altra impacciata.
Una volta esuberante, l'altra timida.
Insicura e decisa.
Dolce e arrogante.
Era mille donne lei, ma il profumo era sempre lo stesso.
Inconfondibile.
Era quella la mia unica certezza.
Mi sorrideva, sapeva di fregarmi con quel sorriso.
Quando sorrideva io non capivo più nulla.
Non sapevo più parlare né pensare.
Niente, zero.
C'era all'improvviso solo lei.
Era matta, tutta matta..."
(Charles Bukowski)

Una cosa era certa, Sanem Aydin era speciale, non avevo mai conosciuto nessuna come lei prima.
Quando mi scorge per caso  con la coda dell'occhio  si immobilizza all'istante e, a conferma delle parole della poesia, si guarda intorno timida, impacciata e adorabile nel suo arrossire improvviso.
E' sempre così con lei, è capace di sorprendermi di continuo ed io non riesco a starle lontano anche se sono consapevole che sarebbe la cosa più giusta da fare visto che è fidanzata con un altro uomo.
E' impossibile, non ne sono capace, voglio anzi fare tesoro di ogni prezioso istante insieme a lei e in questo momento sono intenzionato a  pensare solo al qui e ora.
Mi godo quindi ogni attimo della cena, le sue chiacchiere e  la sua esuberanza che cresce ad ogni sorso di vino.
Ad un certo punto, farfugliando frasi incomprensibili, la vedo  muoversi instabile verso il capanno per andare a mettere della musica. Torna poi fuori invitandomi  a ballare con un imperioso.
"Kötü kral, re cattivo! Vieni, vieni. Mi devi un ballo".
E' vero, al party le ho promesso un ballo, sorrido mentre mi chiedo perché mai mi abbia chiamato propio in quel modo, ma   poi la vedo ruotare su sé stessa con fare instabile e accantono ogni altre pensiero  per concentrarmi sulla meravigliosa sensazione di prenderla di nuovo tra le braccia.

Mi sembra di vivere un sogno, sono ammaliato dalla morbidezza del suo corpo, da quel   meraviglio sorriso un po' brillo  e poi dal suo profumo che mi avvolge quando poggia la testa sul mio petto.

Il suo profumo, "quel" profumo,  che mi ha stregato, mi ha  legato indissolubilmente  ad una sconosciuta baciata nel buio di un teatro per poi permettermi di riconoscerla tra tante nella vita reale.
Un profumo unico e  singolare, esattamente come lei.
Mentre la stringo forte  a me decido di parlare, di dirle tutta la verità sul nostro primo, magico incontro e su chi sia veramente l'uomo che sta cercando.

"Sanem,  pensi che sia arrivato il momento di parlare?"
Un assenso soffocato da parte sua  e mi faccio coraggio.
"Ecco... l'albatross che stai cercando...Sono io..."

Aspetto con il cuore che batte impazzito la sua reazione, aspetto che si riprenda dalla sorpresa e dica qualcosa, ma quando non arriva alcun segno da parte sua  abbasso uno  sguardo interrogativo sul suo viso.
Non posso che  sospirare di rassegnazione quando mi rendo conto che ha praticamente perso conoscenza tra le mie braccia, continua a muoversi con me al ritmo lento della musica, ma in realtà sta dormendo in piedi nel vero senso del termine.
A quanto pare la signorina Aydin non regge affatto bene l'alcool penso alzando gli occhi al cielo.
La stringo più forte a me mentre le accarezzo piano i capelli e sorrido per l'ironia della situazione. 

Quando mi rendo conto che le gambe le stanno ormai cedendo la prendo in braccio per portarla nel capanno. Posandola con delicatezza sul divano mi chino davanti a lei ad  osservarla dormire beata,  le allontano una ciocca di capelli dal viso in una carezza leggera mentre sorrido  scuotendo la testa rassegnato.
Non posso riportarla a casa in queste condizioni, questo è certo.

Mi accomodo su una poltrona di fronte al divano e la osservo per ore incapace  di lasciarmi andare a mia volta al sonno. Desidero solo stare a  guardarla, riempirmi gli occhi e l'animo della sua bellezza e imprimere nella mente i  tratti del suo  viso.

Quasi non mi rendo conto del tempo che passa e della luce che pian piano cambia fino a quando realizzo che il sole sta nascendo su un nuovo giorno.
E' ora di muoversi, preparo del tè e mi chino di nuovo a guardarla da vicino proprio nel momento in cui i suoi occhi fremono per aprirsi pian piano su di me.
Mi sorride,  poi  il suo guardo si muove per il capanno e verso la finestra illuminata dai primi raggi del sole, spalanca gli occhi e salta di scatto a sedere esclamando "Anne, mamma!"

Decisioni improvviseWhere stories live. Discover now